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Masaccio e la Cappella Brancacci: dove iniziò il Rinascimento

La Cappella Brancacci nella chiesa della Madonna del Carmine a Firenze, con gli affreschi di Masolino da Panicale (1383-1440), Masaccio (1401-1428) e Filippino Lippi (1457-1504), segna un passaggio fondamentale nell’evoluzione della pittura tra ‘300 e ‘400.

Un’ispirazione per i più grandi

Giorgio Vasari nelle sue Vite ne certifica l’importanza. L’elenco dei sommi artisti che la studiarono e vi si ispirarono fa impressione:

“E che questo sia il vero, tutti i più celebrati scultori e pittori che sono stati da lui in qua esercitandosi e studiando in questa cappella, sono divenuti eccellenti e chiari, cioè fra’ Giovanni da Fiesole, fra’ Filippo, Filippino che la finì, Alessio Baldovinetti, Andrea dal Castagno, Andrea del Verrocchio, Domenico del Grillandaio, Sandro di Botticello, Lionardo da Vinci, Pietro Perugino, fra’ Bartolomeo di San Marco, Mariotto Albertinelli et il divinissimo Michelagnolo Buonarroti. Raffaello ancora da Urbino di quivi trasse il principio della bella maniera sua, il Granaccio, Lorenzo di Credi, Ridolfo del Grillandaio, Andrea del Sarto, il Rosso, il Francia Bigio, Baccio Bandinelli, Alonso Spagnuolo, Iacopo da Puntormo, Pierino del Vaga e Toto del Nunziata; et insomma tutti coloro che hanno cercato imparar quella arte, sono andati a imparar sempre a questa cappella, et apprendere i precetti e le regole del far bene da le figure di Masaccio”.

cappella brancacci firenze
Filippino Lippi – San Paolo visita San Pietro

Cappella Brancacci: il momento storico

La Cappella Brancacci viene realizzata tra il 1424 ed il 1428 a quattro mani da Masolino da Panicale e Masaccio. Su due registri essi dipinsero una serie di episodi della vita di San Pietro in onore e memoria probabilmente di Pietro di Piuvichese Brancacci capostipite della famiglia.

Poi nel 1436, con la morte di Masaccio nel 1428 e con l’esilio da Firenze dei Brancacci (oppositori dei Medici), i lavori si interruppero. Vennero ripresi con l’intervento di Filippino Lippi dopo il 1480 quando i Brancacci vennero riammessi a Firenze.

Siamo dunque nei primi decenni del XV secolo ovvero nel momento in cui nasce e si afferma quel movimento artistico che sarà poi indicato con il nome di Rinascimento. Masaccio fu protagonista di questo passaggio epocale ed infatti, insieme a Filippo Brunelleschi (1377-1446) e Donatello (1386-1466), è considerato uno dei tre padri del Rinascimento.

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Masaccio e Lippi – Resurrezione del figlio di Teofilo

Il magnifico epilogo del Gotico Internazionale

Nel 1423 Gentile da Fabriano (1370-1427) dipinge per Palla Strozzi L’Adorazione dei Magi oggi agli Uffizi. Un capolavoro assoluto del Gotico Internazionale che indica chiaramente, anche in considerazione della rilevanza sociale del suo committente, quanto ancora forte fosse a Firenze lo stile gotico nel momento in cui Masolino e Masaccio affrontavano la Cappella Brancacci.

Nove anni prima, Lorenzo Monaco (1370-1422) aveva dipinto la trionfante Incoronazione della Vergine oggi agli Uffizi: un altro capolavoro dello stile gotico.

Nel 1459 Benozzo Gozzoli (1420-1497), allievo del Beato Angelico a sua volta allievo di Masaccio, dipinge per la cappella di Palazzo Medici la Cavalcata dei Magi. L’affresco, capolavoro affascinante del Tardo Gotico, ci conferma in quanto appena detto. Ovvero, ormai oltre la metà del XV secolo, la casata regnante di Firenze, per la propria cappella palatina non disdegna di guardare all’antico piuttosto che al moderno.

Dunque, l’impresa di Masolino e Masaccio ci appare ancora una volta in tutta la sua importanza.

Masaccio e la Cappella Brancacci tra Vasari e Berenson

Masaccio come erede e prosecutore della rivoluzione giottesca è il concetto espresso dallo storico dell’arte Bernard Berenson con la famosa frase: “Giotto rinato, che ripiglia il lavoro al punto dove la morte lo fermò; che immediatamente fa suo quanto era stato trovato durante la sua assenza; che approfitta delle nuove condizioni e delle nuove richieste: — immaginate questo miracolo, e capirete Masaccio”.

Con Giotto la pittura supera la tradizione bizantina, guarda al Vero, immagina la prospettiva. Con Masaccio ed i grandi maestri dei suoi anni questo percorso compie un ulteriore, epocale passo.

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Masaccio – Pagamento del Tributo

Le Vite del Vasari

Giorgio Vasari, l’esegeta della Maniera Moderna, quattro secoli prima di Berenson, aveva già autorevolmente certificato questo fatto. Nelle sue Vite infatti scriveva:

Et, che questo sia il vero, lo haver Fiorenza, prodotto in una medesima età, Filippo, Donato, Lorenzo, Paulo Uccello, et Masaccio eccellentissimi ciascuno nel genere suo, non solamente levò via le roze, et goffe maniere, mantenutesi fino a quel tempo; ma per le belle opere di costoro, incitò et accese tanto gli animi di chi venne poi, che l’operare in questi mestieri si è ridotto in quella grandezza et in quella perfezzione, che si vede ne’ tempi nostri”.

masolino peccato originale
Masolino – Il Peccato Originale

Per la verità il giudizio è piuttosto ingeneroso nei confronti della pittura del ‘300 ma tant’è. Il grande Giorgio continua poi dicendo:

Masaccio nondimeno, variando in molti modi fece molto meglio gli scorti, e per ogni sorte di veduta, che niun altro, che infino allora fusse stato. E dipinse le cose sue con buona unione, et morbidezza, accompagnando con le incarnazioni delle teste, et degli nudi, i colori de’panni: I quali si dilettò di fare con poche pieghe, et facili, come fa il vivo e naturale…. et ne merita essere commendato come se ne fusse stato inventore: perchè in vero le cose fatte inanzi a lui si possono chiamar dipinte, et le sue vive, veraci, e naturali…… Et tanto modernamente trasse fuori degli altri i suoi lineamenti et il suo dipignere, che l’opere sue sicuramente possono stare al paragone, con ogni disegno e colorito moderno”.

Dunque Masaccio quale padre del Rinascimento (termine che ai tempi del Vasari non esisteva) i cui esiti finali furono proprio la Maniera Moderna cara al Vasari stesso.

filippino lippi crocifissione pietro
Filippino Lippi – Crocifissione di Pietro

Cappella Brancacci: gli affreschi

Non me ne vorrete se non mi addentrerò nella descrizione dei singoli affreschi della Cappella Brancacci. Inutile ripetere quello che si trova già egregiamente scritto altrove. Vi consiglio pertanto di leggere quanto riportato su Wikipedia cliccando QUI.

In estrema sintesi, però, gli affreschi costruiti su due registri e articolati in quindici scene possono così essere sintetizzati partendo dalla parete destra del livello più basso.

Cappella Brancacci – Primo Livello:

  • San Paolo visita San Pietro in prigione (Filippino Lippi)
  • Resurrezione del Figlio di Teofilo (Masaccio e Filippino)
  • San Pietro in cattedra (Masaccio e Filippino)
  • San Pietro guarisce l’infermo con la sua ombra (Masaccio)
  • La morte di Ananias (Masaccio)
  • La Crocifissione di San Pietro (Filippino)
  • Simon Mago a confronto con Pietro e Paolo di fronte a Nerone (Filippino)
  • La liberazione di San Pietro (Filippino)
Lampman – Cappella Brancacci basato su L.B. Watkins

Cappella Brancacci – Secondo Livello:

  • Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre (Masaccio)
  • Pagamento del Tributo (Masaccio)
  • La predica di San Pietro (Masolino)
  • Il Battesimo dei neofiti (Masaccio)
  • La guarigione dello storpio (Masolino e Masaccio)
  • Resurrezione di Tabitha (Masolino e Masaccio)
  • Il Peccato Originale (Masolino)

Le immagini della Cappella Brancacci

Le immagini che vedete in questo articolo sono state scattate a gennaio 2024 in occasione del restauro degli affreschi.

L’opportunità di salire sui ponteggi ha consentito di posizionarsi al medesimo livello degli affreschi del registro più alto. Viceversa, gli stessi ponteggi hanno impedito in alcuni casi una visione perfettamente frontale degli affreschi.

Comunque sia, un’opportunità più unica che rara di ritrovarsi vis a vis con Masolino, Masaccio e Filippino…

Sempre riguardo le opere di Masaccio, potete leggere Masaccio: la Madonna del Solletico

masaccio cappella brancacci
Pagamento del Tributo – Particolare

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.