Perché visitare il Monastero di Torba ? Per due buoni motivi. Il primo è la torre militare romana, il secondo gli affreschi dell’VIII secolo posti nel secondo piano della torre stessa.
La storia di Torba è in realtà un tutt’uno con quella del castrum romano di Castelseprio di cui la torre era un avamposto. Costruita nel V secolo, ovvero nella fase di decadenza dell’impero romano, la torre ed il castrum dovevano costituire un baluardo difensivo per il controllo della via di accesso dalle Alpi alla Pianura Padana. Essa infatti passava per la valle del fiume Olona in prossimità del quale si trovavano le strutture difensive.
La torre romana di Torba
Utilizzata prima dai romani, poi dai goti e dai bizantini e infine dai longobardi, la torre perse la sua funzione militare per un utilizzo religioso. Infatti, quando ai longobardi non servì più un presidio difensivo in un territorio che controllavano agevolmente, la torre divenne il centro di un insediamento di monache benedettine. Il monastero di Torba, appunto.
Il monastero sfruttava, oltre la torre, anche la cinta muraria romana per ospitare la parte residenziale del monastero. Oggi, quelle stesse mura ospitano il ristorante per i visitatori del sito e sono dunque visitabili.
Nei secoli successivi, le monache provvidero anche all’edificazione della chiesa ancor oggi visibile e, con tutta probabilità, un villaggio si sviluppò intorno al monastero.
Il FAI, al quale si deve il recupero del Monastero di Torba, ha anche recuperato parte della cinta muraria che un tempo doveva correre tra la torre ed il castrum di Castelseprio.
Insomma, dal punto di vista squisitamente archeologico, una visita interessante.
Monastero di Torba: gli affreschi
Gli affreschi – di cui la chiesa conserva solo frammenti – sono localizzati al primo ma soprattutto al secondo piano della torre. Quest’ultimo venne utilizzato dalle monache, prima della costruzione della chiesa, come oratorio.
Il primo piano – utilizzato inizialmente dalle monache come sepolcreto – conserva forse la porzione di affresco più emozionante: la figura di una monaca con accanto il suo nome, Aliberga, tipicamente longobardo. Il secondo piano conserva anch’esso solo porzioni degli affreschi originali. Si distinguono, tra l’altro, una Vergine con Bambino.
L’affresco più noto, però, è la teoria di otto monache in preghiera. Purtroppo per sei di esse il deterioramento degli affreschi ci ha privato delle fisionomie dei visi.
Ciò detto, sebbene affreschi così antichi siano sempre del massimo interesse, quelli del Monastero di Torba, anche a causa del deterioramento e della parzialità della visione, sono principalmente di interesse degli studiosi.
Approfondimenti
Nella vicina Castelseprio, la chiesa di Santa Maria Foris Portas conserva un ciclo dedicato alla Vita di Gesù parimenti antico e di straordinario livello artistico. Per approfondire l’argomento, potete cliccare “Gli affreschi di Castelseprio: tra Medioevo e Bisanzio”.
Qualora vogliate approfondire il tema della pittura di epoca longobarda, un esempio importante è il ciclo di affreschi dell’Abbazia di San Vincenzo al Volturno. A tal proposito cliccate “Abbazia di San Vincenzo al Volturno: gli affreschi”.
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