Città d'Arte, Mosaici

Santa Cecilia: il mosaico di Pasquale I

Il mosaico della chiesa di Santa Cecilia in Trastevere, a Roma, adorna l’abside di uno dei luoghi di culto più antichi della Città Eterna e risale all’IX secolo: un momento di fervore per l’arte musiva romana.

Chiesa di Santa Cecilia: storia minima

Santa Cecilia è una chiesa antichissima. In realtà, quella che vediamo è il prodotto di secoli di interventi che trovano il loro punto di origine al di sotto dell’edifico attuale. Qui, infatti, alla fine del XIX secolo sono venuti alla luce gli ampi resti di una domus romana che si vuole essere quelle dei Cecilii, la gens a cui apparteneva la santa. La passio di quest’ultima racconta che venne martirizzata sotto il pontificato di Urbano I e sepolta nelle catacombe di San Callisto. Il pontefice avrebbe poi consacrato la sua casa facendola divenire una chiesa o, più probabilmente, una domus ecclesiae cioè un’abitazione che veniva dedicata alle funzioni liturgiche. In ogni caso, sappiamo che già nel V secolo d.C. si poteva parlare per Santa Cecilia di un vero e proprio edificio sacro con un proprio titolo.

Sappiamo anche che papa Pasquale I (pontificato 817-825) vi traslò il corpo della santa che è ancora oggi qui custodito.

Nell’800 Carlomagno (742-814) era stato incoronato imperatore e l’espansione del potere dei franchi aveva generato una fase di stabilità che rendeva possibile anche ai papi la realizzazione di opere importanti.

Pasquale I è così passato alla storia dell’arte) per aver operato importanti interventi di restauro delle chiese di Santa Prassede, Santa Maria in Domnica e (appunto) Santa Cecilia.

Tutte e tre le chiese vennero arricchite da Pasquale I con la realizzazione di mosaici nelle absidi e (a S. Prassede e S. Maria) anche negli archi absidali.

mosaico chiesa santa cecilia roma

Santa Cecilia: i mosaici

Per dire la verità, il mosaico di Santa Cecilia o, perlomeno ciò che ne è giunto fino a noi, è il meno importante dei tre sia per originalità artistica che per complessità di concezione riprendendo puntualmente l’iconografia del momento.

Siamo in una fase storica dove si è ormai persa l’arte musiva dell’antica Roma ancora presente nel mosaico di Santa Pudenziana. Il mosaico di Santa Cecilia riprende lo stile bizantino che in quei secoli domina la scena dell’arte musiva anche in Italia.

Per leggerlo nei suoi dettagli mi sembra utile citare un testo fondamentale sui mosaici della Roma cristiana: Musaici della prima epoca delle Chiese di Roma di Giacomo Fontana, architetto ed incisore, dato alle stampe nel 1870. Ecco come ce lo racconta il Fontana:

“L’interno dell’arcone in musaico della Chiesa di Santa Cecilia in trastevere è rimasto illeso nelle riparazioni ad eccezione della parte superiore nella fronte del medesimo il quale è del tutto perduto… L’abside ha nella sommità dell’arco il monogramma (PSA) che significa Pasquale. Da due vasi laterali sorgono fasci di fiori che ne circondano il perimetro estendendosi anche nella zona sottoposta. Nella sommità della curva appare fra le nubi una mano che stringe una corona ingemmata simile a quelle già osservate in altri musaici. Al di sotto di questa mano in campo dorato mirasi star ritto il Salvatore del mondo fra nubi, stringendo colla sinistra un volume involto, e colla destra sollevata che benedice tenendo secondo il costume de’ Greci, il pollice congiunto all’anulare… Si deduce perciò non solo dall’atteggiamento della figura, ma ancora dagli ornamenti delle vesti, quest’opera essere stata fatta da un musaicista greco.

mosaico chiesa santa cecilia roma

A dritta del Salvatore si vede San Paolo con la destra abbassata, mentre con la destra ripiegata sul petto sostiene un libro, qual simbolo della dottrina. Siegue una vergine cinta di variate e preziose vesti ed avente sul capo una corona ingemmata ed ornata di perle. Dal diadema, e dalle insegne si rileva senza dubbio rappresentare una santa; si crede essere l’immagine di Sant’Agata. Poiché il già ricordato Pontefice Pasquale aveva dedicato questa chiesa in onore delle sante vergini Agata e Cecilia. Vicino a questa santa sta lo stesso Pontefice Pasquale, il quale dietro il capo ha un quadrato, segno dell’uomo vivente; tiene nelle mani un edificio con che si conferma che la Chiesa fu da lui rifabbricata.

Che sia il Pontefice Pasquale chiaramente lo dimostrano i sottoposti versi ne quali si legge il suo nome. Presso questo Pontefice sorge una palma sulla cui sommità si vede un uccello col capo raggiante.

Presso al Salvatore sta San Pietro tenendo nella mano sinistra le chiavi del regno de’ cieli. Dopo il beatissimo Principe degli Apostoli viene San Valeriano, vicino al quale è la beata Vergine Cecilia sua consorte adorna di preziose vesti a mo’ delle spose; ambedue questi santi portano nelle mani corone, allusione al martirio che soffrirono per l’amore di Dio. Queste figure, cioè di San Paolo di Sant’Agata e del Pontefice Pasquale, poste alla destra del Salvatore, confermano la congettura che l’autore del musaico sia stato un greco. Poiché siccome secondo essi la parte più nobile è la sinistra, da questa banda ha posto il Principe degli Apostoli, San Valeriano, e Santa Cecilia cui è dedicata la Chiesa.

Nell’altro segmento ai piedi di queste figure, apparisce nel mezzo un agnello col diadema, e sei pecore a destra ed altrettante a sinistra lo stanno riguardando….”

mosaico chiesa santa cecilia roma

Mosaico di Santa Cecilia: simbologia dell’agnello

L’agnello rappresenta Gesù e le pecore gli Apostoli. Il richiamo è al Cristo pastore delle anime. L’agnello è posto su una rupe dalla quale sgorgano i quattro fiumi del Paradiso terrestre. Le pecore escono dalle citta di Gerusalemme e Betlemme che rappresentano l’Antico ed il Nuovo Testamento.

La fenice e la palma

L’uccello rosso che scorgete in cima alla palma è una fenice, la creatura del mito che si vuole risorga dalle sue ceneri e che per i greci rappresentava l’immortalità. E’ posta su una pama che cresce dalla citta di Gerusalemme. Qui il significato è duplice. Da un lato, nella tradizione egizia, la fenice risorge da un nido posto su una palma. Dall’altro, la palma simboleggia la vita, la capacità di crescere anche in situazioni ostili come il deserto. Qui, come detto, cresce dalla città di Gerusalemme ed il duplice richiamo è al Cristo.

Adesso, però, scendete nella cripta sottostante che custodisce le spoglie di Santa Cecilia: vi aspetta la sorpresa di un mosaico neo-bizantino realizzato poco più di un secolo fa…

Potrebbero anche interessarti:

Basilica di Santa Cecilia Roma

Piazza di Santa Cecilia 22
Trastevere – Roma
http://www.benedettinesantacecilia.it

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.