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Banksy in mostra a Sansepolcro incontra Piero…

Ci sono diversi motivi per visitare Sansepolcro, validi in misura alla sofisticazione artistica del visitatore. Il Volto Sacro del Duomo e la sua antica e intatta pala d’altare, per esempio. Ma il principe di Sansepolcro è il maggior capolavoro del suo figlio più famoso: la Resurrezione di Piero della Francesca.

In questa estate (speriamo) post Covid ve n’è però uno in più: la mostra che il Museo Civico di Sansepolcro dedica a Banksy. 22 litografie che richiamano le grandi opere murali dello street artist inglese e che popolano i sotterranei dell’antico Palazzo della Residenza o dei Conservatori del Popolo che ospita il Museo Civico. Al di sopra, proprio nella Sala dei Conservatori, il trionfo del Dio fattosi uomo sulla morte: la Resurrezione di Piero.

Sansepolcro: Piero incontra un artista chiamato Banksy

Il titolo della mostra non nasconde questo dialogo a distanza… anzi lo mette in luce: “Affreschi Urbani. Piero incontra un artista chiamato Banksy” (del quale non conosciamo di preciso neanche l’identità, verrebbe da dire).

Per la verità neanche della biografia di Piero sappiamo granché, soprattutto dei primi decenni della sua vita di uomo e di artista. Del percorso che lo renderà il più matematico dei pittori rinascimentali. Il teorizzatore della prospettiva.

Comunque, un solaio divide la Resurrezione e il Polittico della Madonna della Misericordia di Piero dalle litografie murali di Banksy. Dunque, un dialogo per forza c’è: ma quale?

Piero incontra Banksy: un dialogo morale

Lo spiega bene Gianluca Marziani, curatore della mostra. Non certo un dialogo o un confronto artistico o iconografico che sarebbe illogico. Piuttosto un dialogo di impegno sociale, un dialogo morale. Perché se nella natura stessa dell’artista rinascimentale c’è quello della rappresentazione dei valori etici e religiosi del suo tempo, così Banksy esplicita chiaramente nelle sue opere il suo pensiero sul nostro mondo di oggi.

mostra banksy sansepolcro

Il muro è un altro elemento comune. Il muro dove l’artista si rivela allo spettatore. Scrivono i curatori nel catalogo della mostra di Sansepolcro: “Il muro rimane la pagina più efficace per ogni forma d’arte pubblica… è stato così per secoli di magistrale pittura italica, è stato così nel Novecento del muralismo messicano e italiano, è ancora così nel millennio che incorona Banksy maestro di operazioni visive dalle conseguenze globali”.

Ci sono altri due passaggi significativi che credo vadano tenuti a mente guardando nel sotterraneo le litografie di Banksy con in mente Piero al piano di sopra. Il primo, una suggestione interessantissima, ce la da sempre Gianluca Marziani (la trovate sia nell’intervista che nel video della presentazione). Cioè che al di là della nostra concezione idealizzata del grande antico maestro, Piero quando dipingeva era un ragazzo o un giovane uomo così come Banksy. Con gli ideali, l’energia, il vigore di quella stagione della vita.

La seconda suggestione viene dalla storica dell’arte Paola Refice (sempre nel catalogo): ”Tutti e due incarnano un’etica profonda e – per ciò che se ne coglie – sinceramente antiopportunista. Tutti e due sono artisti laici con un profondo senso del sacro. Tutti e due attirano lo sguardo: non decorano, non descrivono, ma proclamano affermazioni perentorie…”.

Dunque, godetevi Banksy ma fermatevi rispettosi a rendere omaggio a Piero. Il Museo Civico di Sansepolcro non è frequentatissimo (beata ignoranza): potrebbe capitarvi di trovarvi da soli, nel silenzio, al cospetto del maestro. Momenti indimenticabili.

Affreschi Urbani. Piero incontra un artista chiamato Banksy

Museo Civico di Sansepolcro
Via Niccolò Aggiunti 65 – Sansepolcro (AR)
Telefono +39 0575 732218
E-mail museocivico@comune.sansepolcro.ar.it
http://www.museocivicosansepolcro.it

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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