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Benozzo Gozzoli a San Gimignano

La tavola di Benozzo Gozzoli con la Madonna col Bambino e angeli tra i santi Giovanni Battista, Maria Maddalena, Agostino e Marta può essere eletta a simbolo dei tre anni trascorsi dal maestro a San Gimignano.

Oggi divisa in più parti, è stata ricomposta per la prima volta nella sua interezza grazie ai frammenti di predella divisi tra i musei di Brera, Avignone e Madrid ma riuniti per la mostra Benozzo Gozzoli a San Gimignano.

La pala, come rileva Gerardo De Simone, curatore della mostra; “esalta il felice connubio, caratteristico dell’autore, tra la moderna misura rinascimentale appresa dall’Angelico e il profuso decorativismo che esalta la ricchezza e la preziosità dei materiali discendente dal filone tardogotico di Gentile da Fabriano […]”

VIDEOGerardo de Simone: Benozzo Gozzoli a San Gimignano

Benozzo Gozzoli: il percorso artistico

Benozzo di Lese – cui Vasari attribuì il cognome Gozzoli – fu, infatti, interprete della prospettiva teorizzata da Leon Battista Alberti, combinandola con un sapiente realismo e una curiosità spiccata verso la natura e l’antico. Allievo di due tra i maggiori artisti del secolo, Lorenzo Ghiberti e il Beato Angelico, dopo aver collaborato alla Porta del Paradiso del Battistero di Firenze e alla Cappella Niccolina in Vaticano, Benozzo operò da maestro indipendente. Prima a Montefalco (1450-52), in Umbria, poi a Viterbo (1453), Perugia (1456), Roma, dove allestì gli apparati per l’incoronazione di papa Pio II nel 1458. L’anno dopo ottenne la sua commissione più prestigiosa: la decorazione della Cappella dei Magi in Palazzo Medici a Firenze.

Dal 1464 al 1467 si trasferì a San Gimignano, per poi insediarsi nel 1468 a Pisa, prescelto dall’Opera del Duomo per l’ambitissimo ciclo con Storie dell’Antico Testamento in Camposanto. Vi rimase per ben cinque lustri, lavorando anche a Volterra, Legoli, Castelfiorentino. A seguito della discesa di Carlo VIII in Italia, Benozzo lasciò Pisa e trascorse gli ultimi anni tra Firenze e Pistoia, dove morì nel 1497.

Protagonista del progetto espositivo, curato da Gerardo De Simone e Cristina Borgioli,  .

Benozzo Gozzoli Pala di Santa Maria Maddalena Madonna col Bambino e angeli tra i santi Giovanni Battista, Maria Maddalena, Agostino e Marta San Gimignano, Museo Civico
Benozzo Gozzoli Madonna col Bambino con angeli e santi, Museo Civico San Gimignano

Benozzo Gozzoli a San Gimignano

A San Gimignano Gozzoli realizzò affreschi e pale d’altare. Ad affresco, nel coro di Sant’Agostino, Benozzo eseguì il ciclo più importante mai dedicato al Padre della Chiesa e una straordinaria raffigurazione di San Sebastiano, protettore dalle

Benozzo Gozzoli a San Gimignano
Predella con Cristo in pietà tra la Vergine e Giovanni evangelista

epidemie, con indosso una lunga veste azzurra e con il mantello aperto dagli angeli a proteggere il popolo dalle frecce, realizzato come ex voto per la fine della peste del 1464.

Diane Cole Ahl, studiosa del Gozzoli, afferma che il ciclo permise al pittore “di elevare qualitativamente la sua competenza e di ricevere molte commissioni in un ambiente ricettivo ma privo della concorrenza spietata esistente in centri più importanti; per San Gimignano la presenza del Gozzoli significò aprirsi alle grandi trasformazioni artistiche e architettoniche fiorentine che caratterizzarono il mecenatismo nel resto del secolo”.

Benozzo, a San Gimignano, realizzò anche due Crocifissioni, una per gli olivetani, tuttora in situ, l’altra per il Palazzo Comunale, oggi al Museo di Arte Sacra. A San Gimignano il pittore restaurò poi nel 1466 l’immagine più rappresentativa della comunità civica, la Maestà di Lippo Memmi. Su tavola Benozzo dipinse due pale d’altare, per le chiese di Sant’Andrea e di Santa Maria Maddalena, entrambe conservate nel Museo Civico e di formato “quadrato” secondo la moderna tipologia rinascimentale inaugurata dall’Angelico.

Guarda il VIDEO “Diane Cole Ahl – Benozzo Gozzoli a San Gimignano”

Il Percorso della mostra

La mostra ambisce a ricostruire con completezza l’insieme ricco e variegato della produzione artistica benozzesca a San Gimignano, frutto della sua efficiente organizzazione di bottega. Da un lato in Pinacoteca, e in parte nel Museo d’Arte Sacra, trovano posto tutte le opere note degli anni sangimignanesi. Oltre a quelle citate, l’anconetta di Terni (1466), il frammento di Madonna della Misericordia già in collezione Bardini (oggi in collezione privata) e l’iconica Madonna col Bambino di Calci che documenta, invece, il lungo periodo pisano che seguirà.

Ad esemplificare l’importanza e la qualità di Benozzo disegnatore – uno dei più attivi e prolifici del secolo – sono esposti due disegni del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, risalenti ad anni vicini al soggiorno sangimignanese, che documentano l’attenzione del pittore verso l’antichità classica e la pittura fiamminga. Ad arricchire il quadro del contesto in cui Benozzo operò, e a rendere testimonianza dei suoi rapporti assai stretti con le arti applicate, la mostra include un’ampia selezione di preziosi tessuti liturgici e oreficerie del tempo. Tra questi il paliotto in velluto cremisi ricamato con un volo di colombe dorate che Benozzo utilizzò come modello per il piviale indossato da sant’Agostino nella tavola di Santa Maria Maddalena.

Sull’opera di Benozzo Gozzoli, guarda i VIDEO:

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Benozzo Gozzoli a San Gimignano

18 giugno – 1 novembre 2016

Pinacoteca, Piazza Duomo 2, San Gimignano

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.