Vis-à-vis, riflessione sulla ritrattistica settecentesca e contemporanea, è la mostra che i Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi a Macerata presentano fino al 12 Gennaio 2025.
A cura di Elsa Barbieri, Massimo Francucci e Giuliana Pascucci, l’esposizione raccoglie 70 opere che accostano maestri del ritratto del passato e del presente, italiani e non.
Vis à vis a Palazzo Buonaccorsi: gli artisti in mostra
In mostra dialogano opere di autori settecenteschi e contemporanei. Tra i primi Pier Leone Ghezzi, Sebastiano Ceccarini, Carlo Magini e Carlo Maratta. Tra i secondi Evgeny Antufiev, Eduardo Arroyo, Matthew Attard, Luigi Bartolini, Joseph Beuys, Marco Cingolani, Michelangelo Consani, Fabrizio Cotognini, Enzo Cucchi, Thomas De Falco, Antony Gormley, Maggi Hambling, Diango Hernández, Leiko Ikemura, Jiri Kolar, Mark Manders, Annette Messager, Fulvio Morella, Roman Opalka, Laura Paoletti, Vettor Pisani, David Reimondo, Klaus Rinke, Kiki Smith.
Ad essi si aggiungono i maestri presenti nelle collezioni del museo: Nanda Vigo, Osvaldo Licini, Aligi Sassu tra gli altri.
‘700 secolo d’oro della ritrattistica marchigiana
La mostra dedicata al ritratto di Palazzo Buonaccorsi a Macerata è un percorso che va dal Settecento, il Secolo d’oro della ritrattistica marchigiana, al Contemporaneo. Esso traccia le traiettorie di studio di quanto la percezione visiva di un ritratto sia frutto di un processo di selezione, integrazione e intuizione in cui intervengono, oltre alla facoltà visiva, il dato reale, la coscienza, l’adesione affettiva, la memoria individuale e la messa a fuoco morale.
Secondo una fenomenologia che attraversa secoli, periodi, avanguardie, canoni e culture differenti, Vis-à-vis prende le mosse dalle diverse possibilità della pratica figurativa a cui la ricerca del vero, fin dal Secolo dei lumi, diede impulso decisivo.
Ritratto e natura morta: la ricerca del vero
Guardando al passato, la ricerca del vero ha caratterizzato una larga parte del Settecento dando nuovo impulso a due generi che più degli altri assecondavano questo intendimento: ritratto e natura morta. L’uso di far dipingere e conservare l’effigie dei propri cari si estese dall’aristocrazia alla borghesia facendo sì che sempre più artisti affrontassero il genere.
I pittori marchigiani non fecero eccezione. Seppero anzi dare linfa e lustro al ritratto proponendo alcuni dei modelli più avanzati del Secolo, almeno fino alla decodificazione del ritratto da Gran Tour di Pompeo Batoni.
La mostra del Ritratto a Macerata Palazzo Buonaccorsi
La mostra dà conto sia dell’evoluzione del ritratto, sia di alcuni fra gli esemplari settecenteschi più importanti e sorprendenti. Emergono così anche le diverse possibilità all’epoca affidate al pittore stesso, di caratterizzare la figura con l’ambiente circostante, di inserire elementi che richiamassero il ruolo sociale e le passioni del soggetto ritratto, tanto quanto la profondità della lettura psicologica, che dipendeva spesso anche dal livello di confidenza che legava l’artista all’effigiato.
Il percorso espositivo
Vis-à-vis. Ritratti moderni e contemporanei si articola in tutti gli ambienti di Palazzo Buonaccorsi: le sale dedicate alle mostre temporanee, la Pinacoteca d’Arte Antica e Moderna, il Museo della Carrozza. L’esplorazione assomiglia a una caccia al tesoro che coinvolge i visitatori alla scoperta di opere, artisti, del museo e delle collezioni.
Ogni sezione fa storia a sé, approfondendo da un’angolazione particolare la questione del volto. Emerge così, col succedersi delle incursioni settecentesche e contemporanee, il rapporto che intercorre fra le pratiche del ritratto e la rivelazione dell’identità di un individuo e di una comunità.
Pier Leone Ghezzi
Le sale dedicate alle mostre temporanee, nell’ala ovest di Palazzo Buonaccorsi, ospitano il faccia a faccia tra la ricerca dell’identità umana e l’approfondimento sulla ritrattistica di uno dei pittori più rappresentativi del ‘700: Pier Leone Ghezzi (Roma 1674 – 1755).
I suoi ritratti e gli autoritratti, mostrano la capacità di trattare la materia pittorica, di leggere e trasmettere la personalità del ritrattato. Una dote perfezionata dall’uso della caricatura da lui condotta verso una sistematicità senza precedenti.
Alla caratterizzazione dei volti perpetuata da Pier Leone Ghezzi fanno da contro altare Eduardo Arroyo, Enzo Cucchi, Annette Messager, Roman Opalka, Klaus Rinke, Laura Paoletti, Antony Gormley, Jiri Kolar e Mark Manders. Questi contemporanei con le loro opere tendono a restituire la visione dell’umano sia sul piano individuale che su quello sociale.
Tra queste, l’installazione Isolated Bathroom / Composition With Four Colors (2010-2014) di Mark Manders – noto per le grandi figure in bronzo che sembrano argilla sbozzata – rende l’idea di sé trasferendo la visione soggettiva e la dimensione interiore allo spazio espositivo.
L’Autoritratto (fine XVII/inizio XVIII) di Carlo Maratta (Camerano 1625 – Roma 1713) fronteggia l’omaggio a Van Gogh (2011) di Enzo Cucchi (Morro d’Alba 1949). Entrambi marchigiani di successo a Roma e portabandiera di movimenti che si richiamavano in vari modi alla tradizione.
L’Autoritratto (1754) di Pier Leone Ghezzi si specchia in quelli di Opalka. Il primo registrava i cambiamenti nella propria persona rispetto al suo ruolo nella società. Il secondo ha utilizzato il suo volto quale superficie per registrare, tra un esemplare e l’altro, lo scorrere del tempo.
Nel Museo della Carrozza
Nello storico Museo della Carozza, la Pala (1983) di Joseph Beuys e l’Autoritratto (2021) di Fulvio Morella pongono una questione fondamentale: tendiamo a definire un’immagine reale perché è immediata, ma spesso ciò che si percepisce come immediato è in realtà un rapporto tra esperienza e medium.
Il ritratto si figura anche nei segni rapidi e gestuali di Maggi Hambling, nell’intreccio manuale di Thomas De Falco, nel corpus magnum di Vettor Pisani e nella narrazione di Michelangelo Consani, da cui emerge un vincolo tra animali ed esseri umani che può essere complesso tanto quanto quello che ci lega ad altre persone.
Le collezioni civiche del Novecento maceratese innescano un inedito ritratto di epoche apparentemente distanti, per tecnica e gusto, attraverso incursioni contemporanee.
Diango Hernàndez fa appello alla memoria, Marco Cingolani spinge il visitatore a mettersi in gioco in una dimensione pubblica e praticabile e Matthew Attard adotta un dispositivo digitale di eye-tracking come mezzo per disegnare. Nessuno di loro richiama il ricordo di un’esistenza, ma tutti richiamano il soggetto a sé stesso, affinché esegua il suo infinito ritorno a sé.
Carlo Magini e Sebastiano Ceccarini
Nipote di Ceccarini, Carlo Magini (Fano, 1720 – 1806), se nella natura morta ha dato il meglio di sé, con brani di lirismo senza precedenti, non ha di certo sfigurato come pittore di ritratto. Del resto i due generi sono fratelli nella necessità di partire da una descrizione del reale poi trasfigurato dalla sensibilità pittorica dell’artista. Con i loro sorrisi enigmatici, i suoi protagonisti, spesso imbellettati, rappresentano campionario di personalità, ricostruendo un’epoca, soprattutto gravitante intorno alla natia Fano.
Le sale della Pinacoteca d’Arte Antica propongono il ri-conoscimento di sé e dell’altro attraverso un cortocircuito tra il celebre pittore fanese Sebastiano Ceccarini (Fano 1703-1783) e alcuni tra i più noti artisti viventi.
I lineamenti forti nei carboncini e appena accennati sulla superficie del vetro di Leiko Ikemura, i corpi che infrangono il limite tra Io e natura, tra spirito e materia, tra soggetto e oggetto di Kiki Smith, l’essere alchemico di Evgeny Antufiev, i volti delle miniature di Fabrizio Cotognini, le interazioni tra uomini e donne di David Reimondo: li riconosciamo come volti tra i volti e corpi tra i corpi, che diventano tali guardando e venendo guardati.
Vis-à-vis. Ritratti moderni e contemporanei
29 giugno 2024 -12 gennaio 2025
a cura di Elsa Barbieri, Massimo Francucci e Giuliana Pascucci
Musei Civici Palazzo Buonaccorsi
via Don Minzoni 24, Macerata
https://musei.macerata.it | Tel. 0733 256361
Orari
Novembre/Marzo: da martedì a domenica, 10:00 – 13:00 / 15:00 – 17:30
Aprile, maggio e ottobre: da martedì a domenica, 10:00 – 13:00 / 14:30 – 18:30
Luglio/Agosto: 1-19 luglio: 10.00-13.00 / 15.00-19.00 | 19 luglio – 11 agosto: 10.00-19.00 | 13 agosto – 31 agosto: 10.00-13.00 / 15.00-19.00
Settembre: da martedì a domenica, 10:00 – 13:00 / 15:00 – 19:00
La biglietteria chiude 30 minuti prima dell’orario indicato.