Mostre

“Da Rubens a Maratta”: mostra ad Osimo

La mostra “Da Rubens a Maratta” nelle sue sedi di Palazzo Campana e del Museo Civico di Osimo si propone, con l’esposizione di oltre cento opere tra cui oltre ai dipinti anche arazzi, sculture ed oreficerie sacre, di ampliare la conoscenza del Seicento nelle Marche e valorizzarne il patrimonio culturale.

E’ Vittorio Sgarbi, presidente del Comitato Scientifico della mostra, infatti, a sottolinearne la valenza europea in virtù dei grandi artisti presenti: Rubens, Maratta, Pomarancio, Mattia Preti, Solimena, Simon Vouet, Guido Reni, Guercino, Orazio Gentileschi, maestri di dimensione internazionale, espressione di un barocco non locale ma da capitale dell’arte.

Osserva a tal proposito Vittorio Sgarbi nel saggio introduttivo al catalogo: “Tra i campioni della più totalizzante, e non solo caravaggesca, esperienza barocca, c’è Rubens che, per incontrare Caravaggio e apprenderne dal vivo la lezione, giunge nel 1601 a Roma, dove più tardi, tra il 1607 e il 1608, dipinge le pale dell’altare maggiore nel coro della Chiesa Nuova dei Filippini, Santa Maria in Vallicella … In tempo reale (1608) lo stesso Rubens della Chiesa Nuova è a Fermo nella chiesa di San Filippo. La sua Adorazione dei pastori voluta da padre Flaminio Ricci è esattamente contemporanea all’Adorazione dei pastori dipinta da Caravaggio per la chiesa di Santa Maria della Concezione a Messina. Sono ormai due mondi di diversa verità e di diversa spiritualità, ma Rubens apre la strada maestra dei rapporti con Roma in una regione che era una naturale estensione dello Stato Pontificio, e ne aveva avuto un formidabile avamposto nella Santa Casa di Loreto”.

Da Rubes a Maratta: gli obiettivi della mostra

Obiettivo della mostra è anche quello di ricostruire proprio la complessa trama di relazioni che, rendendo gli artisti locali consapevoli e partecipi di quanto si andava realizzando nelle principali città italiane, fecero diventare le Marche attive protagoniste del rinnovamento dell’arte italiana e dell’affermazione del Barocco.

Il Comitato Scientifico – fa rilevare il professor Stefano Papetti curatore, insieme a Vittorio Sgarbi del catalogo della mostra – ha operato un’ampia ricognizione volta anche a far riemergere dall’ombra opere dimenticate o inedite, che testimoniano la vitalità del territorio marchigiano in campo artistico, prendendo in esame un’area che spazia dalla zona costiera, con le importanti realtà di Osimo, Ancona, Camerano, Loreto, Senigallia e Fano, fino alle valli dell’entroterra, con le storiche cittadine di Fabriano e Sassoferrato.

Valga per tutti l’esempio dell’arazzo del Museo Diocesano di Ancona eseguito su cartone di Rubens, un arazzo la cui smagliante bellezza ne fa uno dei capolavori in mostra più attesi. Esso è parte di una serie di quattro tappezzerie tessute nelle Fiandre per conto della Confraternita del Sacramento di Ancona che le pagò una cifra spropositata. utte e quattro le tappezzerie sono state conservate gelosamente per 400 anni per essere esposte soltanto una volta all’anno, in occasione delle festività religiose alle quali fanno riferimento i soggetti rappresentati. Questo è il segreto della loro eccezionale conservazione: infatti non hanno subito i danni dovuti alla continua esposizione ai raggi solari che falsano e sbiadiscono i coloranti usati per la lana“.

In mostra quindi sarà come vedere l’arazzo come era appena uscito dall’atelier che lo ha tessuto. Le stesse lumeggiature eseguite con filati in oro ed argento conservano la freschezza del passato, fatto del tutto straordinario.

mostra da rubens a maratta osimo
Guido Reni – David contempla Golia

Carlo Maratta tra Marche e Europa

Ad esemplificare queste dinamiche di relazione tra le Marche ed il più generale contesto italiano ed europeo è Carlo Maratta, nativo di Camerano (1625), ma di fama internazionale. Artista tanto apprezzato dalle corti europee e dalle più alte gerarchie ecclesiastiche da diventare un modello estetico nel passaggio fra ‘600 e ‘700 e dunque in grado di mantenere sempre vivi i rapporti con l’ambiente culturale romano. E’ attraverso i suoi epigoni, come il Chiari, che il classicismo marattesco s’irradia nella pittura del Seicento, improntando tutta la produzione artistica del secolo successivo. Del grande maestro si vuole, con questa mostra, anche contribuire a celebrare il terzo centenario della morte, avvenuta a Roma nel 1713.

Attraverso gli itinerari collegati alla mostra verrà offerta l’opportunità di approfondire la conoscenza di un periodo storico ricco di novità nella elaborazione dei linguaggi artistici. Uno degli itinerari si snoda all’interno della città di Osimo, l’altro nei luoghi del territorio segnati dai più rappresentativi artisti dell’epoca: a Loreto con il Pomarancio e a Camerano con il Maratta.

Nel percorso urbano di Osimo, vero museo a cielo aperto, oltre alle sedi espositive principali di Palazzo Campana e del Museo Civico, è anche prevista la visita al Museo Diocesano, al Duomo e alla Basilica di San Giuseppe da Copertino, edifici che custodiscono opere legate al barocco che tanta rilevanza ha avuto in questa area. Estremamente suggestive anche le tappe in alcuni palazzi storici, dai preziosi interni barocchi tra cui Palazzo Gallo con l’affresco del salone delle feste “Giudizio di re Salomone” del Pomarancio, chiamato dal porporato osimano a decorare anche la Sala del Tesoro e la cupola della Basilica di Loreto.

guido reni crocifissione san lorenzo in lucina roma
Guido Reni – Crocifissione, San Lorenzo in Lucina

Osimo città d’arte

Grazie ad una importante rete di relazioni personali nell’ambito della Curia Romana, i maggiori esponenti delle famiglie del patriziato locale si dedicarono infatti alla committenza artistica, contribuendo al rafforzamento dei tradizionali rapporti con i principali centri italiani come Venezia, Roma, Firenze e Bologna. In occasione della mostra approfondite ricerche d’archivio hanno consentito per la prima volta di ricomporre alcune importanti quadrerie, come quella del cardinale Antonio Maria Gallo, andate poi disperse nel corso del XIX secolo ma un tempo vanto dei palazzi della nobiltà cittadina.

D’altro canto i vescovi ai vertici delle diocesi locali, anch’essi spesso appartenenti alle più prestigiose famiglie della nobiltà romana, e soprattutto i prelati presenti a Loreto, profusero invece grande impegno nell’abbellimento delle chiese sottoposte alla loro giurisdizione, arricchendo il territorio con capolavori di Pomarancio, Gentileschi, Guercino, Reni, Vouet e con preziosi manufatti, come gli arazzi eseguiti su cartoni del Rubens e con pregevoli sculture e rare suppellettili.

La sede espositiva principale di Palazzo Campana, caratterizzata da interventi architettonici sei-settecenteschi, offre anche l’opportunità di sfruttare ambienti che si prestano a restituire il fascino degli interni barocchi. Un incanto che prosegue anche in altre dimore cittadine straordinariamente aperte e visitabili nel periodo della mostra, così come alcune tra le più belle chiese della città le quali presentano una sorprendente presenza di opere d’arte. Autorevoli principi della Chiesa, come i cardinali Barberini senior e junior, hanno determinato, infatti nei secoli, l’arrivo di opere realizzate dai maggiori artisti attivi nell’Urbe, quali Gian Lorenzo Bernini, Giacinto Brandi e François Perrier, tutti legati all’ambito barberiniano.

Da Rubens a Maratta

a cura di Vittorio Sgarbi
fino al 15 dicembre 2013
Osimo – Palazzo Campana  e Museo Civico
Orari:
fino al 30 settembre
10,00 – 13,00 16,30 – 20,30  (venerdì 16.30 – 23,00)
10,00 – 23,00 (prefestivi e festivi)
lunedí mattina chiuso
ottobre novembre dicembre
09,30 – 12,30 16,00 – 19,00
10,00 – 19,00 (prefestivi e festivi)
lunedí chiuso
ingresso
intero € 8,00 – ridotto € 6,00