galleria dell'accademia firenze mostra Tessuto e ricchezza a Firenze nel Trecento. Lana, seta, pittura
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Firenze: quando il tessuto diventò pittura

Tessuto e ricchezza a Firenze nel Trecento. Lana, seta, pittura, presso la Galleria dell’Accademia di Firenze, è un’opportunità per immergersi nella storia, nell’economia e nell’arte della Firenze tra Duecento e Trecento.

Una mostra raccolta, composta di opere d’arte, tessuti ed abiti attentamente selezionati e certamente in grado di guidare il visitatore alla scoperta di una fase della storia di Firenze non necessariamente a tutti nota.

Prezioso il catalogo edito da Giunti e curato, come la mostra, da Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia. Curata l’edizione ma, soprattutto, uno strumento di studio assai valido.

Industria tessile, ricchezza e Rinascimento

L’esposizione, dunque, si concentra sull’importanza dell’arte tessile a Firenze nel Trecento, dal punto di vista economico, nel campo della produzione artistica e nei costumi della società del tempo.

«Ho voluto fortemente questa mostra», afferma Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze galleria dell'accademia mostra tessuto e ricchezza a firenze «per offrire ai visitatori la possibilità di immergersi tra stoffe, tessuti preziosi e fastose pale dorate che testimoniano la grande tradizione artigianale e artistica di Firenze. Opere e manufatti che costituiscono le radici più profonde della moda che ancora oggi ha in Firenze uno dei centri di maggiore creatività al mondo».

È proprio nel Trecento, infatti, che inizia a svilupparsi un nuovo fenomeno legato al lusso: la moda. La qualità della lana ed in seguito della seta dei prodotti fiorentini raggiunse un livello di eccellenza tale da imporsi in Europa, a dispetto delle guerre, delle frequenti epidemie, nonché delle crisi finanziarie e dei conflitti sociali. Lussuose stoffe erano richieste ovunque, dal Medio Oriente all’Asia, dalla Spagna alla corte del sacro romano impero di Praga, dalla Sicilia fino al mar Baltico. Si trattava, insomma, di un fenomeno di straordinaria diffusione geografica e di prestigio senza eguali, nonché di un enorme fonte di ricchezza.

Fu proprio infatti questa ricchezza originata dall’industria tessile nonché l’ampia rete commerciale che consentiva la distribuzione dei prodotti a fungere da base per lo sviluppo dell’attività bancaria fiorentina.

Firenze: lana, seta e arte

galleria dell'accademia mostra Tessuto e ricchezza a Firenze nel Trecento. Lana, seta, pitturaL’enorme ricchezza della città consentì, di conseguenza, investimenti d’importanza cruciale nei beni di lusso e nel campo dell’architettura e della produzione artistica. Le grandi corporazioni del settore, della Lana e della Seta, l’Arte di Calimala e di Por Santa Maria, oltre ad essere strutture portanti dell’economia divengono autentici detentori del potere politico e, allo stesso tempo, straordinari committenti d’arte.

Gli artigiani e i pittori, in particolare, trovarono ampia ispirazione dalle stoffe e dalla moda del tempo, tanto da “trasferire” le lussuose trame dei tessuti nelle tavole e negli affreschi custoditi in città così come è possibile riscontrare nelle opere tessute e dipinte visibili nell’esposizione.

Galleria dell’Accademia: il percorso della mostra

Il percorso espositivo della mostra è cronologico e approfondisce lo sviluppo e la provenienza dei manufatti. La prima sezione illustra le cosiddette Geometrie mediterranee che rimandano al mondo musulmano, segue il Lusso dall’Asia mongola con i piccoli motivi vegetali e animali. Seguono le Creature alate degli ornamenti tessili di influenza cinese. Mentre le Invenzioni pittoriche, della sezione seguente, evocano con fantasia i disegni delle sete pregiate lavorate da tessitori altamente qualificati. La sezione dedicata al Lusso proibito prende spunto dal registro che dal 1343 al 1345 annovera le vesti proibite elencate nella cosiddetta Prammatica delle vesti. Chiudono l’esposizione i Velluti di seta che anticipano gli sviluppi della moda nel secolo successivo.

Tessuto e ricchezza a Firenze nel Trecento. Lana, seta, pitturaTra le opere più rappresentative presenti: un grazioso vestitino in lana prestato dal National Museum di Copenhagen, confezionato sulla metà del XIV secolo per una bimba e recuperato dagli archeologi in Groenlandia; Il Battesimo di Cristo di Giovanni Baronzio, proveniente dalla National Gallery di Washington; un Frammento di tessuto con fenici e foglie di vite, proveniente dal Museo del Tessuto di Prato; il Pourpoint di Charles de Blois: un corpetto di seta e oro, proveniente dal Musée des Tissus di Lione, che la tradizione vuole fosse stato indossato proprio da Charles de Châtillon, conte di Blois quando, fu ucciso durante la guerra dei Cento anni. Tra i dipinti più importanti in mostra l’Incoronazione della Vergine e quattro angeli di Gherardo di Jacopo, detto Starnina, proveniente dalla Galleria Nazionale di Parma. E ancora il grande Crocifisso del tardo Duecento appartenente alla Galleria dell’Accademia – restaurato per l’occasione – che testimonia, con il raffinato motivo decorativo del tabellone centrale, la ricchezza delle stoffe islamiche più antiche, riscontrabili in alcuni tessuti presenti in Spagna alla metà del Trecento. Chiude il percorso espositivo il sontuoso piviale del Museo Nazionale del Bargello, che documenta la sfarzosità raggiunta da Firenze nel corso del Quattrocento, nel campo della seta e dei velluti.

L’esposizione sui tessuti “riprodotti” nella pittura del Trecento è sicuramente una sfida molto complessa data la difficoltà nel reperire le stoffe originali dell’epoca, ma è, allo stesso tempo, uno dei periodi più affascinanti da illustrare. Nel corso del XIV secolo, soprattutto dopo la Peste Nera del 1348, nasce quella che oggi è la moda, ricca di sfarzo, lusso e voglia di vita che si diffonde con enorme rapidità in tutta Europa.

 

Tessuto e ricchezza a Firenze nel Trecento. Lana, seta, pittura

dal 5 dicembre al 18 marzo 2018
Galleria dell’Accademia
Via Ricasoli, 58/60
Firenze
T. 055 2388609

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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