I murales a New York sono di casa. Lo sono tanto da poter diventare motivo di un viaggio nella Grande Mela soprattutto tra Manhattan e Brooklyn. Proviamo dunque a girare insieme tra avenues e streets…
La street art ha come propria caratteristica un certo livello di provvisorietà: un murales che c’è oggi potrebbe essere ridipinto domani… Viceversa, gli artisti della street art non annunciano necessariamente le loro opere: quindi questo articolo non ha alcuna ambizione di essere esaustivo. Il suo obiettivo è quello di fornirvi suggerimenti per mettervi in movimento e indicazioni su dove cercare ulteriori informazioni.
Manhattan Street Art
L’sola di Manhattan è percorsa in lungo ed in largo dalla street art, soprattutto verso downtown. Questo luogo è per tanti versi così iconico da richiamare artisti da tutto il mondo. Proviamo a costruire un’ipotesi di percorso partendo da un nome notissimo: Banksy.
Banksy Hammer Boy 79W Street & Broadway
Infatti, Manhattan dispone anche di un murale di Banksy. Si tratta dell’ Hammer Boy (Ragazzo con il martello) comodamente posizionato ad un passo dalla fermata della metropolitana rossa di 79W Street & Broadway. Il murales rappresenta il gioco dell’High Striker tipico delle fiere americane. In pratica il giocatore colpisce con un grosso martello un disco posto alla base di una colonna in modo da mandarlo fino in cima alla colonna per far suonare la campana posta alla sommità di quest’ultima. Inutile dire che Banksy non ci ha mai raccontato quale sia il significato intrinseco.

Eduardo Kobra al 780 di 3rd Avenue
I prossimi due murales si trovano dall’altra parte di Central Park. Cioè sul lato East di Manhattan. Il primo è dovuto al brasiliano Eduardo Kobra: un artista di grande impatto che a New York ha lavorato parecchio (come vedremo). Nato nel 1975 a San Paolo, ha lavorato in tutto il mondo (anche in Italia) e detiene il record per il murales più grande di sempre: quasi 6.000 mq. Il suo stile che vede colori forti racchiusi in forme geometriche è inconfondibile.
Al 780 di 3rd Avenue & 49 Street trovate il suo Eintein in bicicletta che ha rivisitato la sua formula magica: Pace al quadrato = Amore!
Attraversata 3rd Avenue, al 209 East 48th Street , trovate i Clandestinos, ovvero Shalak Attack e Bruno Smoky. L’opera è stata realizzata per celebrare i cent’anni dell’Organizzazione del Lavoro. Il messaggio sottostante è che la giustizia sociale e un sistema di lavoro equo sono la base della pace.

High Line Park: murales di New York visti dall’alto
High Line Park è un sentiero verde che recuperando una ferrovia sopraelevata di inizio ‘900 unisce il Whitney Museum nel Meatpacking District all’incredibile Hudson Yards. Nella visita di Manhattan è un must. Poi, vi darà modo di vedere due famosissimi Eduardo Kobra dall’alto ma non solo.
Eduardo Kobra: Tolerance e Mount Rushmore
Al 130 di 10th Ave, da High Line Park, potrete vedere Tolerance. Mahatma Gandhi e Santa Maria Teresa di Calcutta si guardano negli occhi, uno di fronte all’altro, in atteggiamento di preghiera. Non credo sia necessario spiegare il titolo del murales, Tolleranza. Del resto la Pace ed una società più giusta sono da sempre in cima ai pensieri degli street artist di tutto il mondo.

Andando avanti vi ritroverete faccia a faccia con un altra famosa opera di Kobra: Mount Rushmore. Per dirla tutta, non è proprio il Mount Rushmore originale. Quest’ultimo si trova infatti nel South Dakota e ritrae, scolpiti nella montagna, quattro presidenti degli Stati Uniti: George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln.
A cambiare sono diverse cose. Partirei dai personaggi: Andy Warhol, Frida Kahlo, Keith Hering e e Jean Michle Basquiat. La tecnica è quella usuale di Kobra a colori netti e figure geometriche. Al di sotto dei ritratti le inconfondibili figure stilizzate di Hering. Quest’ultimo è anche autore di un murales particolarmente rappresentativo a Pisa. Potete saperne di più cliccando Keith Hering: TuttoMondo a Pisa.
Kelsey Montague: What lifts you
What lifts you (Cosa ti porta in alto) è lo slogan che ispira l’arte di Kelsey Montague. Questo murales dedicato a New York unisce al motivo dei cuori, rappresentati come dei palloncini che si librano in aria, alcuni simboli di New York: gli skyscrapers e la Statua della Libertà. Lo si può vedere percorrendo High Line Park.
Kelsey Montague, che ha studiato anche in Italia, è un’artista raffinata che intorno al concetto di What lifts you ha saputo creare un diversificata attività nell’ambito dell’arte.

Murales al Greenwich Village
Inutile dire che il Greenwich Village è custode di numerosi murales. Due per tutti: quello dedicato a Ruth Bader Ginsburg e l’altro che ha come protagonista Michael Jackson.
Ruth Bader Ginsburg (1933-2020) era un giudice della Corte Suprema americana impegnata nelle battaglie per la parità di genere. A lei la street artist americana Elle dedica il murales che troviamo all’angolo tra 1st Avenue e 11th Street.

Eduardo Kobra: Michael Jackson murales
Sostanzialmente dall’altro lato di 1st Avenue (400 E 11th Street) trovate il murales che Eduardo Kobra ha dedicato a Michael Jackson. Forse, andrebbe detto alla gioventù ed alla maturità del cantante. Al prima e al dopo.

La Street Art a Little Italy
Manhattan è lunga. Ve ne renderete conto meglio accettando il mio consiglio ed avventurandovi in una meravigliosa passeggiata Walking Down Broadway. Comunque noi siamo arrivati a casa nostra, a Little Italy.
Qui vi proporrei tre murales storici tutti dovuti allo stesso pennello: quello di Tristan Eaton. Classe 1978, nato a Hollywood ma vissuto a Londra e a Detroit con studi a New York, Tristan Eaton ha uno stile inconfondibile. Infatti la sua capacità di costruire un mondo di colore intorno ad un particolare in bianco e nero è inconfondibile. Il suo modo di dare il colore è poi molto americano: c’è dentro tutta la forza dell’arte Made in USA dell’ultimo mezzo secolo.
Si tratta di tre icone della street art newyorchese che lascio alla vostra ammirazione senza commenti: Audrey of Mulberry (176 Mulberry St.), Big City of Dreams (Broome & Mulberry) che, immagino, si riferisca proprio alla Grande Mela, e Lady Liberty (Mulberry St. e Canal St.), murales che risale addirittura al 2012.



Murales New York: eccoci al World Trade Center
Non ci crederete ma siamo arrivati all’estremo sud dell’isola di Manhattan: il Financial District e il World Trade Center con l’incredibile Oculus di Calatrava. Anche qui i murales non mancano: a generare il maggior impatto sono quelli dipinti sulle pareti che racchiudono l’area sulla quale sorgerà il torre del 2 World Trade Center. Si tratta di un progetto che ha visto collaborare autorità pubbliche, società immobiliari e, ovviamente, artisti per portare un messaggio di forte vitalità in questa area colpita dagli attentati dell’11 Settembre 2001.
Innanzitutto Joohee Park, più nota come Stickymonger, ovvero mercante appiccicoso, con il suo murales Cosmic Traveler. Qui il suo classico personaggio femminile si ritrova nei panni di un viaggiatore interplanetario.

Di fronte all’Oculus, all’angolo di Greenwich Street, troviamo anche Todd Gray con Pow!

Ben Angotti ha invece optato per una scelta più tradizionale: il ritratto della modella Emoni Baraka indiscutibilmente bella.

L’artista giapponese Dragon76 merita certamente una citazione particolare per l’opera di maggior impatto visivo. Qui una giovane pellerossa ed il suo cavallo raccontano una storia sospesa tra costumi antichi e tradizione e futuro tecno. Del resto la coesistenza tra gli opposti vuol essere la cifra di questo street artist: passato e futuro, staticità e movimento, male e giustizia.
Ovviamente, direi, non poteva mancare Eduardo Kobra. Il suo murales è la combinazione di cinque ritratti femminili: uno per ciascun continente. Vorrebbe sensibilizzarci alla necessità di costruire un pianeta più femminile e ci riesce bene. Il suo aerografo fa la differenza…

Murales New York: Bronx e Queens
Prima di arrivare a Brooklyn, epicentro dei murales di New York, passiamo per il Bronx ed il Queens. I due murales che vi racconto nel Bronx sono all’insegna dell’hip-hop. In effetti fu proprio nel Bronx che nacque, negli anni ’70, l’hip-hop come espressione della comunità afroamericana incardinato musicalmente sul rap.
Il primo è un omaggio a Christopher Rios (1971-2000), più noto come Big Pun (l’abbreviazione di Big Punisher) nato nel Bronx da famiglia di origine portoricana e primo artista latino hip hop ad ottenere il disco di platino. A realizzarlo è un collettivo di muralisti noto come Tats Cru. Siamo a 910 Rogers Place, Bronx.

A meno di 200 metri, attraversata Westchester Avenue all’angolo con Rogers, troviamo il murales di Andaluz The Artist per celebrare i 50 anni dell’hip hop. Efren Andaluz III, di discendenza per metà domenicana e per metà ecuadoriana, ritrae Sheek Louch, Mr. David Styles e Jada Kiss, ovvero i The LOX gruppo hip hop nato nel 1994.

Comunque, per percepire quanto possa essere totalizzante la cultura della street art, guardate questa foto di Whestchster Avenue all’angolo di West Farms Road.
Murales New York: Queens
Per la verità il Queens è qui un pò sottorappresentato e, per di più, in modo molto istituzionale. Infatti, questo murales è dipinto sul muro esterno del Queens Museum. E’ un tributo alla comunità trans nera del Queens ed alla sua resilienza: il titolo è infatti Black Trans & Alive e ne è autrice la muralista nera Glory Tuitt.

Brooklyn Street Art e Bushwick Collective
Bushwick è un quartiere di Brooklyn, non particolarmente di lusso, oserei dire. Anzi un quartiere piuttosto degradato. Qui ha inizio un esperimento di riqualificazione ambientale che ha la street art al centro dell’azione. A idearla Joe Ficalora, un ragazzo di Bushwick che dal 2011 è riuscito nell’impresa di concentrare in un’area tutto sommato raccolta un numero impressionante di murales che si vanno estendendo di anno in anno.
Un’area ritagliata tra Wyckoff Avenue e St. Nicholas Avenue e Jefferson Street e Troutman Street che è ormai più nota per la galleria d’arte all’aria aperta che vi si è creata: il Bushwick Collective. Come in tutte le gallerie ed i musei non tutte le opere sono di pari livello ma troverete murales veramente egregi. Dei tantissimi provo a raccontarvene qualcuno lasciando a ciascuno il piacere delle sue scoperte.
Roberto Vargas, artista di Los Angeles, ha dipinto Gods that walk among us dedicato alle popolazioni indios. Siamo tra tra Wyckoff Avenue e Troutman Street.

Divertentissimo è poi il murales di Sipros Naberezny la cui fissazione sono le Big Ears. Qui prende in giro alcuni suoi colleghi ma, diciamolo, al di la dello scherzo la tecnica pittorica è importante.

Colpisce nel segno anche questo murales di Huetek in bianco e nero. Guarda un pò anche lui rende omaggio ai 50 anni dell’hip hop: il numero 1520 si riferisce infatti al 1520 di Sedgwick Avenue nel Bronx. Li si trovava un locale dove si vuole si sia sperimentato per la prima volta lo stile hip-hop.

Jeremy Biggers, artista texano di lungo corso con una certa propensione all’uso dei pallini, ha optato per ritrarre Chasity Samone, modella e attivista di colore di indiscutibile charme. Eccola qui sotto.

Infine, Gemma Gené artista di Barcellona trapiantata a New York. Master in Advanced Architectural Design della Columbia University: dunque non proprio naif.. Infatti quanto ha realizzato a Bushwick Collective è quantomai ironico e raffinato. Resta da capire cosa significhi Peachee Blu… Mi chiedo se non sia un gioco di parole con il cocktail Blue Peach…


Tornando a Manhattan: DUMBO
E’ noto che da Down Under Manhattan Bridge (DUMBO, appunto) a Brooklyn offra una vista mozzafiato sui grattacieli di Manhattan ma adesso inizi ad avere anche dei bei murales. Per chiudere in bellezza eccoci all’incrocio tra Sands Street e Gold Street, all’ingresso della Brooklyn-Queens Expressway. Qui Victor Quinonz, messicano, in arte MARCA27, ha dipinto questo murales di ispirazione caraibica nell’ambito del progetto Murals for the Movement che ha l’obiettivo di offrire agli artisti locali di colore l’opportunità di celebrare la diversità.
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