I Musei, Storia dell'arte

Hendrik Christian Andersen: il museo dell’utopia

Entrare nel Museo Hendrik Christian Andersen a Roma è una sensazione particolare e leggermente irreale. Una foresta di statue bianche racconta infatti una vita spesa a rincorrere un sogno così utopico da poter essere difficilmente trasformato in realtà.

museo andersen romaIl sogno di Hendrik Andersen (1872-1940) – scultore e intellettuale nato in Norvegia, cresciuto negli Stati Uniti e vissuto in Italia – era quello di realizzare un giorno il Centro Mondiale di Comunicazione, una città ideale, una sorta di Utopia dove il sapere, sia scientifico che artistico, e la sua comunicazione avrebbero garantito la pace all’umanità.

Nel 1913 Andersen insieme all’ architetto Ernest Hébrard pubblicò un ponderoso trattato per presentare l’iniziativa dal titolo Creation of a World Centre of Communication ma nessuna nazione supportò poi il progetto.
L’epicentro del World Centre of Communication era la Fontana della Vita. Una complessa opera d’acqua articolata su tre livelli alla sommità dei quali si trovava poi la vasca principale.

Il Museo Hendrik Christian Andersen raccoglie appunto, in buona misura, proprio le statue che sarebbero andate a collocarsi nella Fontana della Vita. La maggior parte di esse sono in realtà prove in gesso – di qui l’irreale candore del museo – mentre di alcune vi è anche la fusione in bronzo.

Museo Hendrik Christian Andersen Roma

Hendrik Christian Andersen: tra liberty e razionalismo

E’ quasi un’azione inconscia provare a collocare l’opera di un artista in una qualche categoria. Le statue di Hendrik Christian Andersen risentono fortemente degli influssi dell’Art Nouveau ma trovano poi una limpidezza, una misura classica. Sono gli anni del Ritorno all’Ordine, del Razionalismo e Andersen che a partire dal 1894 è prima a Parigi e poi a Roma ha tempo per assorbire completamente tutte queste sollecitazioni.

Così, con nitore, le opere di Andersen ci raccontano dei suoi sentimenti, delle sue convinzioni. Dell’importanza che gli affetti, l’amore, la famiglia hanno nella costruzione del futuro dell’umanità.

Andersen: La Fontana della Vita

Per orientarsi durante la visita è bene avere un’idea di come dovesse andarsi a comporre la Fontana della Vita.

Poiché è perfettamente inutile rifare ciò che qualcuno ha già fatto benissimo, riprendo la descrizione della fontana da http://www.museofacile.unicas.it che fa peraltro un ottimo lavoro nel presentare il museo in sé.

Museo Andersen Roma

Dunque vediamo:

“L’intera opera è costituita da tre terrazze poste a più livelli e da una vasca centrale superiore. Dall’alto in basso, l’acqua avrebbe formato una cascata ininterrotta. Nel progetto le opere sono disposte nel modo seguente:

  • la terrazza inferiore ha l’aspetto di una piazza con sei spazi semicircolari, ognuno occupato da un gruppo di sculture: nei quattro semicerchi più piccoli, si trovano Il Mattino (A), La Sera (B), Il Giorno (C) e La Notte (D), mentre altri due gruppi (Nudo Maschile e Nudo Femminile con due Putti su Cavallo al passo, F-H) sono disposti nei semicerchi più grandi. Alla base di essi, si trovano due statue di donna che rappresentano La Preghiera (E-G);
  • la terrazza intermedia è di forma circolare ed è decorata con piccole fontane sul bordo. Ha inoltre quattro scalinate simmetriche che collegano la terrazza inferiore a quella superiore;
  • la terrazza superiore, di forma circolare, ospita quattro gruppi di sculture in bronzo. Ogni gruppo è composto da una figura maschile e una femminile: Amore (o Il Bacio, I), La Gioia di Vivere (o La Famiglia, K), Il Passo (o La Fratellanza, L), Il Progresso dell’Umanità (J).
  • sopra alle terrazze si trova la vasca da cui esce l’acqua, decorata con una scena a mosaico che raffigura le Quattro Stagioni”.

Oltre alle statue che sarebbero dovute andare a comporre la Fontana della Vita, il museo custodisce anche l’Angelo della Vita, l’opera che Hendrik Christian Andersen aveva realizzato per la tomba del fratello Andreas, certamente una delle sue statue più belle.

Hendrik Christian Andersen

Museo Andersen Roma

Il museo è ospitato in quella che era l’abitazione e lo studio di Andersen. Le due grandi sale al piano terra che accolgono la collezione erano infatti la galleria e lo studio dell’artista. Vorrei dire, mi perdonerete, che la visita del museo è una visita senza pensieri, come l’Art Nouveau: un abbandonarsi al puro piacere della bellezza per la bellezza.

Inoltre, è un piccolo paradiso per i fotografi che non saranno affatto disturbati visto il numero non elevatissimo di visitatori: un altro piccolo tesoro della Roma nascosta.

Hendrik Christian Andersen: biografia

Hendrik Christian Andersen nasci in Norvegia, a Bergen, nel 1872. Da bambino si trasferisce a Newport, negli Stati Uniti dove il padre fa il carpentiere.

La sua, grazie alla madre Helene diventa una famiglia di artisti. il fratello maggiore Andreas si dedica alla pittura mentre quello minore, Arthur, alla musica.
Nel 1894 Hendrik si reca a Parigi e due anni dopo arriva a Roma. Insieme con lui è il fratello Andreas e la moglie di questi Olivia Cushing la cui famiglia sosteneva anche economicamente i fratelli Andersen.

Il fratello morirà nel 1902 e la moglie nel 1917. Hendrik, aveva ormai scelto Roma come sua dimora e fece così costruire il villino, subito fuori Piazza del Popolo sulla Flaminia dove visse fino alla morte nel 1940 e che oggi ospita il museo.

museo andersen roma

Museo Hendrik Christian Andersen

Via Pasquale Stanislao Mancini, 20
00196 Roma
tel. +39 06 3219089

Orari: martedì-domenica ore 9.30-19.30 (biglietteria chiude alle 19.00)

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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