Al Suono delle Trombe, murales di Gionata Gesi, ovvero Ozmo, che ricopre una delle pareti esterne del Tribunale di Rieti ha almeno un paio di lati interessanti.
In primis è la prima opera di street art ad essere rappresentata su una facciata di un tribunale italiano. Poi trae la sua ispirazione da due opere per così dire classiche entrambe legate a Rieti e alla Sabina.
La prima è il Ratto delle Sabine. Scultura del Giambologna (1529-1608) oggi nella Loggia dei Lanzi in Piazza della Signoria a Firenze. Un mito antico come Roma ma ancora oggi quanto mai vivo nell’immaginario collettivo sabino.
La seconda è il Giudizio Universale della bottega Torresani che adorna l’Oratorio di San Pietro Martire a Rieti.
I Torresani – i fratelli Bartolomeo e Lorenzo e i loro figli – erano una schiatta di pittori veronesi che fu però molto attiva nel reatino ed in Umbria nella seconda metà del XVI secolo. Il grande Giudizio Universale di Rieti è, probabilmente, il loro capolavoro.
ArtePiù ve lo racconta in un video-documentario: Giudizio Universale Torresani
Ozmo a Rieti tra Giambologna e Torresani
Così, se la statua del Giambologna (opportunamente rivisitata) rappresenta l’immagine di primo piano, lo sfondo è rappresentato da brani del Giudizio Universale.
Per la precisione, la fascia superiore del murales riprende un momento particolarmente originale del grande affresco Torresani. Sono i santi domenicani (San Pietro Martire apparteneva a quest’ordine) e quelli più vicini alla devozione locale (San Francesco in primis) che aiutano le anime a salvarsi issandole a forza verso il cielo.
Le trombe citate nel titolo dell’opera debbo immaginare provengano anch’esse dal Giudizio Universale: sono quelle che chiamano a raccolta le anime nel fatale giorno.
A questa prima opera ne seguiranno altre tre realizzate anch’esse nell’ambito del progetto Trame – Tracce di memoria, a cura di Annalisa Ferraro, e finanziato dal bando Abc cofinanziato da Regione Lazio e Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr).
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