I venti anni che intercorrono tra le due guerre mondiali furono un momento quanto mai vitale per la scena artistica romana: la collezione costruita da Elena e Claudio Cerasi ed esposta a Palazzo Merulana a Roma lo testimonia molto bene.
Palazzo Merulana
L’edificio posto (in pratica) all’angolo tra via Merulana e viale Manzoni è quanto è sopravvissuto alla demolizione della sede tardo ottocentesca dell’Ufficio d’Igiene sorto con il Regno d’Italia. L’intera ala che affaccia su viale Manzoni fu follemente abbattuta e ricostruita in uno stile deprecabile nella seconda metà del secolo scorso.
La porzione sopravvissuta languì per decenni fino a che nel 2014 ne sono iniziati i restauri da parte della Fondazione Elena e Claudio Cerasi. La collezione si snoda così nelle sale lunghe e strette dell’attuale Palazzo Merulana ricavato da quello che era un tempo il frontone, l’ingresso, dell’Ufficio d’Igiene.
La Collezione Cerasi

Diciamolo forte: si tratta in diversi casi di capolavori degni di qualsiasi museo internazionale d’arte moderna. Nella prima sala le due opere di Antonio Donghi sono formidabili e la Diana Cacciatrice (1919) di Giorgio de Chirico è iconica di quel ritorno alla classicità che contraddistinse il periodo (il Ritorno all’Ordine).
Anche se meno conosciute al grande pubblico rispetto ad altre opere metafisiche di de Chirico (quali le Piazze d’Italia), la Collezione Cerasi raccoglie poi alcune “Cabine” metafisiche del maestro assolutamente rappresentative.
Scorrono poi nelle sale molti altri maestri della nostra pittura tra le due guerre. Ed è il livello sempre alto a caratterizzare la collezione. Ad esempio i “Gemelli” di Massimo Campigli o “Lo Studio” di Felice Casorati (l’immagine di “copertina”).
E poi Giacomo Balla (con un formidabile pugile), Mario Sironi, Mario Mafai, Antonietta Raphaël, Fausto Pirandello, Gino Severini, Fortunato Depero. Alla Scuola Romana la Collezione Cerasi riserva

un’attenzione particolare tanto da ospitare la maggiore raccolta di opere di Antonietta Raphaël esistente. Non perdete nell’angolo sinistro in fondo al salone del secondo piano il tondo di Ferruccio Ferrazzi “Apparizione”.
Due grandi oli di Giuseppe Capogrossi ancora figurativo occupano una delle pareti del medesimo salone (il più grande del palazzo): Ballo sul Fiume e Gita in Barca. Accanto due imperdibili bronzi di Duilio Cambellotti.
Lungo la scala che vi porterà al terzo piano, un’Italia Turrita di Achille Funi, fondatore con Mario Sironi (tra gli altri) del movimento artistico milanese Novecento.
Palazzo Merulana e la scultura
La Collezione Cerasi comprende anche alcune sculture. Le ospitano le varie sale (non perdete nel salone le quattro ceramiche di Leoncillo) ma, in primis, l’ingresso al piano terra dove sono collocate opere di Fazzini, Raphaël, Fontana, Penone.
Il salone del secondo piano accoglie invece, inaspettato, “Il Direttore delle Stelle” di Jan Fabre.
Potrebbe anche interessarti: Museo Boncompagni: moda e liberty a Roma
Palazzo Merulana
Via Merulana 121 – Roma
info@palazzomerulana.it
T. 06 39967800