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Pollock e gli Irascibili a Palazzo Reale a Milano

Jackson Pollock, Rothko, de Kooning, Kline, e così via. Attraverso le opere dei 18 artisti definiti Irascibili per un celeberrimo episodio di protesta nei confronti del Metropolitan Museum, la mostra Pollock e gli Irascibili dona un panorama completo di un momento artistico che re-interpretò la tela come uno spazio per la libertà di pensiero e di azione dell’individuo.

Videointervista con Robyn Lea, fotografa e autrice di Dinner with Jackson Pollock

Jackson Pollock: la Scuola di New York

Fu no stile proprio di quella che venne chiamata la Scuola di New York. Un fenomeno unico, che caratterizzò l’America del dopoguerra e che influenzò, con una forza travolgente, l’Arte Moderna in tutto il mondo. Rivoluzione artistica, rottura col passato, sperimentazione, energia: questo racconta la mostra Pollock e gli Irascibili a Palazzo Reale a Milano.
Protagonista indiscussa della mostra Pollock e gli Irascibili è l’opera Number 27 di Pollock, forse il suo quadro più famoso, nonché prestito eccezionale, data la fragilità di questo olio e le sue dimensioni di circa tre metri di lunghezza. Ma il Whitney Museum ha eccezionalmente acconsentito a fare viaggiare quest’opera, alla quale Palazzo Reale dedica un’intera sala.

Jackson Pollock e gli Irascibili

Le altre opere esposte in mostra coprono un arco storico che va dalla fine degli anni Trenta alla metà degli anni Sessanta. Saranno presenti alcuni tra i capolavori più rilevanti della collezione del Whitney Museum for American Art. Tra questi Mahoning di Franz Kline (1956), Door to the River di Willem de Kooning (1960) e Untitled (Blue, Yellow, Green on Red) (1954) di Mark Rothko. Le opere testimoniano come il Whitney sia stato un precoce sostenitore dell’Espressionismo Astratto, cercando di fornire un quadro di ciò che accedeva a New York all’epoca.

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Jackson Pollock – Number 27

Benché artisti quali Jackson Pollock, Willem de Kooning e Barnett Newman siano stati determinanti nel promuovere l’astrattismo a New York in quel periodo, di pari importanza furono pittori come William Baziotes e Bradley Walker Tomlin o Arshile Gorky, che permettono una narrazione completa dell’epoca stessa.

La protesta degli Irascibili e l’ Action Painting

Vale la pena ricordare l’episodio che portò alla nascita del termine Irascibili. E’ il maggio del 1950 e il Metropolitan Museum di New York annuncia l’organizzazione di un’importante mostra dedicata all’arte contemporanea americana. Vengono esclusi dal parterre degli invitati i pittori che, a partire dalla seconda metà degli anni Trenta, hanno mosso i primi passi verso un linguaggio pittorico nuovo, rivolto all’Espressionismo Astratto.

Nel movimento dell’Action Painting emergono Jackson Pollock, Willem de Kooning, Mark Rothko, Robert Motherwell, Barnett Newman. Chi con un approccio più gestuale e irruente manifestato nella tecnica della sgocciolatura o della pennellata ritmica. Chi con un atteggiamento più contemplativo che predilige la stesura cromatica per campiture ampie e morbide.

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Ad Reinhardt – Number 18

Sono proprio questi i principali nomi che compongono nel 1950 il gruppo degli Irascibili. E’ il quotidiano Herald Tribune a definire così i firmatari della lettera inviata al presidente del Metropolitan, Roland L. Redmond, e al New York Times, in cui dichiarano il dissenso nei confronti delle posizioni assunte dal museo. Nel gennaio del 1951 la rivista Life pubblica l’emblematica fotografia di Nina Leen che ritrae quindici dei diciotto “Irascibles” vestiti da banchieri. Al centro Pollock, con lui, oltre de Kooning, Rothko, Newman e Motherwell, Adolph Gottlieb, William Baziotes, James Brooks, Bradley Walker Tomlin, Jimmy Ernst, Ad Reinhardt, Richard Pousette-Dart, Theodoros Stamos, Clyfford Still e Hedda Sterne, unica donna a completare il gruppo. Anche questa storica fotografia sarà riprodotta nella mostra di Palazzo Reale.

Fotografie d’avanguardia

“Nell’album fotografico della storia dell’arte – scrive Luca Beatrice nel suo saggio – quello degli Irascibili è tra gli scatti più famosi, almeno quanto i Futuristi in abito da gran sera, i Dada immortalati da Alfred Stieglitz, i Surrealisti vestiti alla moda, fino ai cinque della Transavanguardia in smoking all’inizio degli anni Ottanta. Gli Irascibili, nonostante l’aspetto tutto sommato bonario, sono “tecnicamente” arrabbiati per il fatto accaduto, ma in generale questa condizione di protesta, sintetizzata peraltro nella lettera inviata il 20 maggio 1950 al presidente del Met e che contiene le loro rimostranze, li mette in una condizione piuttosto tipica ai tempi dell’avanguardia: fare fronte comune, lavorare insieme, condividere successi ed eventuali difficoltà in maniera compatta”.

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Franz Kline – Mahoning

Pollock e gli Irascibili

Palazzo Reale, Milano
24 settembre 2013 – 16 febbraio 2014

A cura di Carter Foster con la collaborazione di Luca Beatrice

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.