pollock mostra vittoriano romaJackson Pollock - Number 27
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Pollock e la Scuola di New York al Vittoriano di Roma

La mostra Pollock e la Scuola di New York al Vittoriano di Roma raccoglie preziose, opere provenienti dal Whitney Museum della Grande Mela. Fino al 24 Febbraio 2019 al Complesso del Vittoriano ci lasceremo catturare dall’energia che trasmette Pollock con la sua action painting. Ammireremo quadri di Mark Rothko, Willem de Kooning, Franz Kline e molti altri rappresentanti della Scuola di New York.

L’espressionismo astratto

Anticonformismo, introspezione psicologica e sperimentazione sono le tre linee guida che accompagnano lo spettatore della mostra Pollock e la Scuola di New York.

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Jackson Pollock – Number 17

Tra circa 50 capolavori spicca il celebre NUMBER 27, la grande tela di Pollock realizzata nel 1950 lunga oltre 3m.

Quest’opera si colloca  a metà della sua produzione artistica e il numero rappresenta l’ordine cronologico dei suoi quadri. L’occhio dell’osservatore si perde e spazia tra linee, colori e pennellate, una serie di elementi astratti in completo equilibrio tra loro.

Se volete approfondire l’Espressionismo Astratto, sfogliate il Bollettino del Metropolitan Museum di New York dedicato a questa corrente cliccando QUI (attenzione download di 28 mega)

Pollock e la rivolta degli action painters

In mostra il frutto di una “rivoluzione” nata nel maggio del 1950 attraverso il famoso scandalo del Metropolitan Museum di New York. In quell’anno il museo organizza un’importante mostra di arte contemporanea ma esclude gli action painter e scatena la rivolta degli esponenti del movimento.
Proprio in questo clima di insurrezione e stravolgimento sociale, l’espressionismo astratto diventa un segno indelebile della cultura pop moderna. Ciò attraverso il particolare connubio tra espressività della forma e astrattismo stilistico, che influenzarono sensibilmente tutti gli anni 50’.

Pollock in mostra al Vittoriano di Roma: l’Action painting

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Hans Hofmann – Fantasia in Blue

Action painting – letteralmente pittura d’azione – è innovazione, astrazione gestuale, rottura dagli schemi e dal passato. Il termine Action Painting, coniato da Harold Rosenberg negli Stati Uniti, si sviluppa tra gli anni ’40 e i primi anni 1960. Un gruppo di pittori decide infatti di utilizzare ampie superfici per quadri ricchi di colori, spesso sgocciolati direttamente sulle tele. Una pittura dinamica, piena di forza e di energia, dove salta agli occhi l’atto fisico dell’esecutore.

Negli anni precedenti l’arte si era già liberata dagli schemi figurativi e rappresentanti il vero, (Kandinsky è un esempio per tutti). Era un’arte che cercava di evocare emozioni all’interno dell’osservatore. L’action painting va oltre, cerca di scuotere il subconscio di chi osserva, probabilmente grazie anche agli studi di psicanalisi molto gettonati in quegli anni.

Una mostra, questa del Complesso del Vittoriano, perfetta per conoscere questo movimento, per rivivere emozioni e sentimenti propri di quegli artisti che hanno reso unica un’era della storia dell’arte.

Espressionismo Astratto – Approfondimenti

Se volete approfondire l’arte americana legata ai movimenti dell’Espressionismo Astratto e della Scuola di New York, potete leggere:

POLLOCK e la Scuola di New York

ROMA, COMPLESSO DEL VITTORIANO – ALA BRASINI

10 ottobre 2018 – 24 febbraio 2019

 

 

Alessia Gerli

Alessia Gerli ha studiato grafica all'IED di Roma ha esordito occupandosi di editoria nella rivista che ha raccontato la musica negli anni 80 e 90, Ciao 2001. In oltre vent'anni di attività si ė occupata di grafica pubblicitaria a tutto tondo, disegnando loghi e campagne. Appassionata calligrafa e amante dell'arte in tutte le sue diverse espressioni, da sempre ricerca la contaminazione tra questi mondi come fonte di ispirazione per i suoi progetti grafici.