Gli affreschi della Casa dei Vettii a Pompei (nella Regio VI) sono tra i più famosi dell’antica città vesuviana. Il loro stato di conservazione e la completezza dell’intera scenografia sono infatti rimarchevoli.
L’oecus (ovvero una sala di ricevimento) si apriva sul grande peristilio di questa domus (la sala ha infatti tre sole pareti) e consentiva così di godere tanto degli affreschi quanto del verde e dei giochi d’acqua del giardino. Tant’è che, a volte, la sala viene anche indicata come Sala del Piccolo Triclinio.
Casa dei Vettii a Pompei: affreschi dell’oecus
Com’è evidente ancora oggi, gli affreschi coprivano tutte le pareti fino al soffitto. Al centro di ognuna delle tre, una scena mitologica. Intorno, decorazioni di contorno secondo schemi simmetrici.
La fascia bassa delle pareti è ornata con forme geometriche e marmorizzazioni. Come detto, al centro di ogni parete una scena mitologica.
Gli affreschi mitologici: Pasifae, Issione e Arianna

Muovendosi in senso orario, nella parete di fronte entrando è raffigurato Dedalo nell’atto di presentare a Pasifae, moglie del re di Creta, la vacca di legno nella quale ella si introdurrà per accoppiarsi con un toro dando così poi alla luce il Minotauro.
Nell’angolo di sinistra dell’affresco, la figura di un artigiano all’opera, forse, per intagliare o scolpire.
La figura di Dedalo è, probabilmente, la più pregevole tra quelle rappresentate nella sala. Colpisce lo studio anatomico, l’eleganza della corta tunica, i pochi tocchi di pennello che illuminano la barba e la capigliatura. Ma fate anche attenzione alla mano del personaggio in secondo piano che indica la vacca: preziosa.
Segue, nella parete di fondo della sala, la rappresentazione del mito di Issione. Zeus condannò Issione ad essere legato con serpi al posto delle corde ad una ruota.

In realtà nella concezione della scena, Issione si intravede sulla sinistra mentre in secondo piano troviamo Efesto (il Vulcano della mitologia romana), costruttore della ruota.
In primo piano Ermes (Mercurio), identificato dai calzari alati, al quale Zeus aveva affidato il compito di punire Issione per aver concupito Era. Quest’ultima, con lo scettro in mano, ascolta da Ermes l’annuncio della decisione di Zeus. La figura femminile a terra, implorante potrebbe essere la madre di Issione.
L’ultima rappresentazione mitologica rappresenta Dioniso che, sull’isola di Nasso, trova Arianna, abbondonata da Teseo la cui nave si sta allontanando. Il mito vuole che Dioniso, colpito dalla disperazione di Arianna, volle sposarla.
I piccoli tesori degli affreschi della Casa dei Vettii
Al di là delle tre rappresentazioni principali, nella sala vanno ricercati piccoli tesori nascosti. Come abbiamo detto, le pareti hanno decorazioni simmetriche. Subito accanto ai quadri centrali, preziose scene architettoniche dai minuti particolari. Personaggi, ornamenti, maschere. Un’attenta ricerca della prospettiva.
A seguire, sempre simmetriche, nelle pareti lunghe quelle figure sospese, fluttuanti, assolutamente rinascimentali, di cui il Museo Archeologico di Napoli custodisce esemplari mirabili.
Ma i piccoli tesori non finiscono qui. Ci sono le scene navali ed i tumultuosi cavalli marini ed il solitario giaguaro intento a cibarsi della sua preda. Particolari da ricercare con curiosità.
Vettii: chi erano?
Di fronte a tanta bellezza, è necessario dire qualcosa dei padroni di casa. Aulo Vettio Restituto e Aulo Vettio Conviva erano liberti arricchitisi (notevolmente, a giudicare dalla casa) con il commercio. Purtroppo, i Vettii non goderono a lungo della loro suntuosa abitazione. Infatti, nella datazione degli archeologi, la casa venne restaurata dopo il terremoto che colpì Pompei nel 62 d.C.. Gli affreschi dell’oecus dovrebbero essere stati realizzati addirittura intorno al 75. Nel 79 d.C. la famosa eruzione del Vesuvio seppellì completamente la città.
Casa dei Vettii: Priapo

Priapo, che rende famosa la Casa dei Vettii, si trova proprio nell’ingresso della casa, dunque lontano dall’oecus. Il figlio di Afrodite e Dioniso, nella Casa dei Vettii, è rappresentato appoggiato ad una parete con il suo gigantesco fallo posato sul piatto di una bilancia. Sull’altro piatto, una borsa di denari.
Inutile dilungarsi sulla funzione apotropaica che i romani annettevano al fallo simbolo di prosperità. Se visiterete il Gabinetto Segreto del Museo Archeologico di Napoli, potrete riscontare come il simbolo veniva utilizzato con assoluta frequenza.
Notate il cesto di frutta ai piedi del Priapo dei Vettii. I pittori romani avevano un bel pennello anche per le scene naturalistiche e per le nature morte. Eccone un esempio.
Per un breve inquadramento generale sulla Casa dei Vettii di Pompei consultate https://it.wikipedia.org/wiki/Casa_dei_Vettii
Potrebbero anche interessarti:
2 Comments