La Casa del Principe di Napoli, nella Regio VI a Pompei non è per certo tra le più fastose della città vesuviana ma conserva un’esedra affrescata deliziosamente.
La piccola stanza, affacciata sul giardino, custodisce un affresco di Bacco e Venere pressoché intatto. Le due divinità, a grandezza naturale, rappresentano (in fondo) i piaceri della vita.
Sono però anche legate tra di loro da un altro elemento. Bacco, come sappiamo, è il dio del vino. Venere, antica divinità italica, prima di trasformarsi nella greca Afrodite, era la dea della bellezza della natura e la protettrice della viticoltura.
Casa del Principe di Napoli: l’esedra di Bacco e Venere
Le due divinità si dividono la piccola esedra dalle pareti bianche che da luce agli affreschi. Ambedue sono iscritte in cornici, quasi dei portali. Quello di Bacco sormontato da due grifoni contrapposti.
Il dio del vino è rappresentato con i suoi attributi: il tirso (bastone contorto sormontato da un’edera) e la tazza. Una tunica è posta sulla sua spalla e si appoggia nell’incavo del gomito.
Venere è anch’essa in piedi, nuda. E’ colta nell’atto di pettinare i suoi lunghi capelli. Indossa solo una collana, due bracciali e due cavigliere.
Se le due divinità sono lì per lasciarsi ammirare, altrettanto attraente è lo sfondo. Si tratta di un’architettura che dona prospettiva alla scena e offre rifugio ad una popolazione variegata.
Il cervo ed il pavone sono le figure principali ma altre piccole creature ed un albero popolano la scena.
I piccoli tesori
Da non perdere i tre bei quadretti tra le divinità. Due uccelli (beccacce?) con ciliegie ed albicocche (forse). Due amorini – uno si guarda allo specchio – intenti a cercare gioielli in un baule.
Poi una scena che definirei metafisica e difficilmente descrivibile. Statue, una colonna, un edificio ed un lungo colonnato sullo sfondo. Un portatore d’acqua fa il suo ingresso nella scena con i contenitori in equilibrio alle estremità di un lungo bastone posto di traverso sulle spalle.
Un insieme graziosissimo.
Merita una parola sul nome della casa. Essa venne infatti scavata tra il 1896 e il 1898, quando era erede al trono d’Italia Vittorio Emanuele III. Questi era nato proprio a Napoli nel 1869 e, in qualità di erede al trono, portava il titolo di Principe di Napoli. La casa venne dunque così chiamata in suo onore.
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