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Post-Classici: la ripresa dell’antico nell’arte contemporanea italiana

Gli spazi monumentali del Foro Romano e del Palatino a Roma accolgono la mostra Post-classici dedicata ai rapporti tra arte contemporanea e antichità.

Post-classici tra Foro Romano e Palatino

17 artisti traggono ispirazione dal dialogo con i luoghi della classicità. Il tema della mostra, curata da Vincenzo Trione e promossa dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma in collaborazione con Electa, è il richiamo all’antico: inteso come fonte di valori “assoluti” – bellezza, armonia, perfezione, misura, sapienza – che vengono reinterpretati in chiave moderna. Per la prima volta, l’arte del nostro tempo entra nel Foro romano. Gli artisti si confrontano con luoghi e monumenti diversi, presentando opere quasi tutte realizzate per questa occasione.

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Claudio Parmiggiani, Senza Titolo, 2013

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La mostra documenta l’attività di artisti italiani che avvertono il bisogno di richiamarsi all’identità italiana per riaffermarne con forza lo stile, nell’orizzonte di una nuova riflessione tra contemporaneità e patrimonio storico. Dai maestri dell’arte povera – Kounellis, Pistoletto, Paolini – a protagonisti della transavanguardia come Paladino. Da figure isolate – Parmiggiani, Longobardi, Albanese, Beecroft- a grandi fotografi come Jodice e Biasiucci. Da voci “mistiche” – Botta, Pietrosanti – a personalità lontane da gruppi e da tendenze come Aquilanti. Da autori post-informali come Colin a giovanissimi quali ZimmerFrei, Alis/Filliol e Barocco.

In dialogo con la Classicità

Sono stati quindi scelti artisti che intrattengono con la classicità un dialogo fondato su appropriazioni e reinvenzioni spesso audaci, che tendono ad acquisire figure e motivi dell’immaginario archeologico riscrivendoli e, spesso, evocando l’effetto delle rovine e dei reperti.

Come afferma il curatore, questi artisti “servendosi di media diversi ten­dono a collocarsi in un territorio poetico comune, fino a dar vita a una sorta di implicito movimento. Ad accomunarli è il bisogno di reinventare temi fondamentali della classicità, fino a renderli irriconoscibili. Procedono tra citazioni e ripe­scaggi, in bilico tra rispetto e trasgressione, prelevano episo­di storico-artistici, che filtrano attraverso uno stratagemma caro alle avanguardie primonovecentesche: lo straniamento. Non compiono calchi fedeli: non innalzano la cultura del pas­sato sopra un piedistallo irraggiungibile. Prediligono discon­tinuità, scarti, margini. Riscrivono frammenti dell’antichità: barlumi che fanno appena intuire la totalità.”

Le opere saranno esposte nel Foro Romano nel Tempio di Romolo e nel Tempio di Venere e Roma, sul Palatino alla Vigna Barberini e allo Stadio di Domiziano, al criptoportico neroniano e al Museo Palatino.

Accompagna la mostra il volume Post-classici. La ripresa dell’antico nell’arte contemporanea italiana edito da Electa.