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Pyllida Barlow: una Stonhenge futuristica alla 57ma Biennale di Venezia

Folly è il titolo della visionaria e folle istallazione visibile nel padiglione della Gran Bretagna alla 57ma Biennale di Venezia. Un’ambiziosa rappresentazione di gigantesche sculture in cui il visitatore si trova in stretto rapporto con gli oggetti circostanti, a volte in maniera claustrofobica.

Si tratta di sculture astratte, enormi coni colorati alternati a pietre grigie, a volte si ha la sensazione di trovarsi in una Stonhenge colorata e futuristica.

L’artista britannica Pyllida Barlow è conosciuta dal pubblico per le sue colossali sculture e per l’utilizzo dei più Pyllida Barlow Folly Biennale Venezia 2017disparati materiali per realizzarli: gesso, cartone, cartapesta, compensato e tessuto. Tutti materiali a basso costo o di recupero.

La scultrice vuole evidenziare con le sue opere fisiche e tattili il rapporto tra gli elementi e lo spazio che li circonda, anche il visitatore si sente parte del suo progetto “folle”. Utilizza vernici per colorare le sue ambiziose sculture, a volte sprizzano gioia con tonalità contrastanti che vanno dal rosa, rosso all’azzurro, altre desolazione e decadenza con sole sfumature di grigio. Impossibile lasciare indifferente chi le osservi.

Pyllida Barlow, Folly: reinventare lo spazio

Pyllida Barlow Folly Biennale Venezia 2017Palle di natale giganti”, molto colorate, che accompagnano dall’esterno il visitatore e contrastano con la struttura neoclassica del padiglione, all’interno megalitiche colonne imballate che arrivano a toccare il soffitto, coni rossi giganti ed oggetti a volte riconoscibili si alternano a strutture puramente di fantasia.

In una delle stanze predomina un enorme muro fatto di pezzi di compensato coloratissimi con un balcone che sembra recuperato dal fondo della laguna di Venezia. Per l’ignaro visitatore addentrarsi in stanze così diverse tra loro è una continua sorpresa. Le sculture della Barlow sono molto ingombranti e riempiono letteralmente le stanze del Padiglione, a volte raggiungendo il soffitto e persino fuoriuscendo. È un’esperienza fisica molto affascinante dove lo spazio viene costantemente dominato e reinventato.

Alessia Gerli

Alessia Gerli ha studiato grafica all'IED di Roma ha esordito occupandosi di editoria nella rivista che ha raccontato la musica negli anni 80 e 90, Ciao 2001. In oltre vent'anni di attività si ė occupata di grafica pubblicitaria a tutto tondo, disegnando loghi e campagne. Appassionata calligrafa e amante dell'arte in tutte le sue diverse espressioni, da sempre ricerca la contaminazione tra questi mondi come fonte di ispirazione per i suoi progetti grafici.

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