E’ una mostra particolare “Raffaello e Perugino. Modelli nobili per Sassoferrato a Perugia” e lo è per una serie di apparenti (ma in realtà attentamente studiate) coincidenze.
Nobile Collegio del Cambio, capolavoro del Perugino
Innanzitutto l’elegante magnificenza del luogo che la ospita, il Nobile Collegio del Cambio, capolavoro del Perugino. Poi perché per Raffaello si tratterà di un ritorno a Perugia. Infatti il suo celebre Autoritratto (dipinto tra il 1504 e il 1506) sarà collocato nella Sala dell’Udienza del Nobile Collegio, la stessa sala che lo vide all’opera, con il suo maestro Perugino, probabilmente come semplice collaboratore, agli esordi della sua carriera.
Infine, perché le tre “opere simbolo” della mostra, giungono tutte e tre dagli Uffizi. Insieme all’Autoritratto di Raffaello arriveranno dagli Uffizi quello del suo maestro, il Perugino, e quello sempre straordinario di un artista posteriore (nato nel 1608, mentre Raffaello morì nel 1520) che ai due ispirò il proprio lavoro, ovvero Giovanni Battista Salvi, detto il Sassoferrato dal paese marchigiano che gli diede i natali.
Rinascimento e autoritratti: la nuova consapevolezza

Tre capolavori posti vis a vis, a colloquiare tra loro e con un quarto autoritratto, anch’esso del Perugino, ma stavolta dipinto a fresco sulle pareti del Nobile Collegio, quasi come a firmare con nome e volto un’opera che il maestro riteneva tra le sue migliori.
E’ proprio in questi gioco di autoritratti che si esemplifica la nuova consapevolezza degli artisti del Rinascimento. Prima d’allora, il pittore si ritraeva tutt’al più “come di contrabbando, in un racconto sacro”.
L’Autoritratto del Perugino al Cambio, inserito tra gli uomini famosi, accompagnato da una epigrafe celebrativa, fa irrompere la nuova certezza di ruolo che gli artisti si sono conquistati rispetto ai loro colleghi di altre arti.
Il confronto proposto dalla mostra tra il volto del maturo maestro umbro e l’Autoritratto del giovane Raffaello consente di allargare la riflessione sul tema della bottega del Perugino nella quale transitò, appena sedicenne, anche Raffaello. Completa la triade il famoso Autoritratto del Sassoferrato che porta ad affrontare il tema della rivisitazione seicentesca dei modi espressivi di Perugino e Raffaello.
Rivisitazione secentesca dei modi di Perugino e Raffaello

Come afferma il professor Mancini, “Proprio per indagare questo, nella contigua Cappella di San Giovanni, sempre parte del Nobile Collegio, vengono riunite sette opere del pittore marchigiano ispirate ai prototipi dei due maestri rinascimentali.
Conservate nella basilica di San Pietro a Perugia le sette opere del Sassoferrato danno la misura dell’impegno messo dall’artista nel riproporre i celebri modelli della tradizione figurativa a cavallo tra ‘400 e ‘500. Ne è limpido esempio il confronto, proposto in mostra, tra due immagini di San Mauro, l’una del Perugino la seconda del marchigiano. Sassoferrato qui mostra di saper dar vita ad uno stile autonomo nel quale confluiscono gli echi delle levigate eleganze peruginesche e raffaellesche e le innovazioni iconografiche e stilistiche derivate dai dettami del Concilio di Trento”.
Curatori della mostra sono Francesco Federico Mancini e di Antonio Natali. Il primo curatore delle grandi mostre umbre sul Perugino, sul Pinturicchio, e sul Signorelli tra le altre. Il secondo direttore della Galleria degli Uffizi.
La mostra, è inoltre occasione di approfondimento scientifico come testimonia il catalogo, inserito nella collana “La Città degli Uffizi”, che accoglie contributi di Francesco Federico Mancini e di Antonio Natali, curatori dell’esposizione, accanto a saggi e schede di Silvia Blasio, Fabio De Chirico, Cristina Galassi, Roberto Guerrini, Fabio Marcelli, Marta Onali e Francesco Piagnani.
Guarda anche la VideoIntervista a Cristina Galassi – Sassoferrato a Perugia
Raffaello e Perugino. Modelli nobili per Sassoferrato a Perugia
Informazioni e prenotazioni:
Nobile Collegio del Cambio
Corso Vannuci 25, Perugia
tel.075 5728599.
dal 22 giugno al 21 ottobre 2013