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Roma 900 alla Fondazione Magnani Rocca

Il Novecento Romano, ovvero il collezionismo e la cultura artistica a Roma nella prima metà del XX secolo, con gli artisti e i movimenti diriferimento, sono l’argomento di indagine della mostra Roma 900 ospitata nella Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo vicino a Parma.

I protagonisti dell’arte del ‘900 a Roma

Si tratta di una mostra “magnificamente didattica”, che consente al visitatore di attraversare i periodi e le scuole che hanno popolato l’arte di Roma per la prima metà del ‘900. Simbolismo, Secessione, Futurismo, Nuovo Classicismo, Scuola Romana, Figurazione e Astrazione. E per ogni scuola e movimento sono i suoi protagonisti d’eccellenza ad illustrarne obiettivi e realizzazioni.

Sontuose figure femminili. Ritratti di celebri personaggi. Vedute dell’Urbe e della campagna romana. Nature morte rigorose o vibranti. I nomi, come detto, sono quelli che contano: Afro, Balla, Bocchi, Cambellotti, Capogrossi, Carena, Casorati, Conti, Crali, De Carolis, Depero, De Chirico, De Pisis, Discovolo, Donghi, Dottori, Fillia, Funi, Gentilini, Guttuso, Levi, Lionne, Mario Mafai, Antonietta Raphaël Mafai, Mancini, Manzù, Marini, Benedetta Marinetti, Melli, Monachesi, Pirandello, Prampolini, Sartorio, Savinio, Scipione, Severini, Sironi, Socrate, Spadini, Stradone, Tamburi, Tato, Turcato.

Roma 900: il percorso

Roma 900, promossa dalla Fondazione Magnani Rocca e da Roma Capitale, è a cura di Maria Catalano, Federica Pirani e Stefano Roffi. Le opere presentate appartengono alla collezione della Galleria d’arte Moderna di Roma i cui spazi espositivi, però, non consentono di dar loro una collocazione permanente. Ecco che il prestito ad altre istituzioni diventa occasione non solo di divulgazione della conoscenza ma anche di valorizzazione delle opere stesse.

Antonio Donghi Donna alla Toletta Roma 900 magnani rocca
Antonio Donghi – Donna alla Toletta

La visita ai capolavori delle civiche collezioni romane è articolata in una sequenza di sezioni, coerenti al loro interno, in grado di condurre il visitatore attraverso un percorso cronologico.

Dalle opere legate alle ricerche stilistiche tardo-naturaliste e simboliste di inizio Novecento – Sartorio, Mancini, Spadini, Bocchi, De Carolis, Balla – agli esiti più audaci e innovativi del Secondo Futurismo – Depero, Benedetta Marinetti, Prampolini, Tato.

Per proseguire con la sezione sul valore della tradizione italiana e il dialogo con l’antico: Casorati, De Chirico, Savinio, De Pisis, Severini, Sironi, Carrà. Poi con quella dedicata alla Scuola Romana: Mafai, Scipione, Afro, Tamburi, Funi. Il percorso si conclude con la figurazione e l’astrazione degli anni cinquanta, da Guttuso a Turcato, Capogrossi e Pirandello.

Il dialogo tra le collezioni della Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale e della Fondazione Magnani Rocca permette anche di porre in rapporto opere di medesimi autori – come Guttuso, De Pisis, Carrà, Severini, Manzù, De Chirico, Mafai, Tamburi – eseguite in tempi e in situazioni diverse, mostrando così alcune tappe fondamentali della ricerca personale di alcuni dei più significativi artisti dell’arte italiana del Novecento.

I capolavori di Roma 900

A Mamiano di Traversetolo sono esposti in ciascuna sezione alcuni veri capolavori del momento che i curatori hanno voluto presentare al

Il Cardinal Decano Scipione Roma 900 fondazione magnani rocca
Il Cardinal Decano – Scipione

visitatore. Nella sezione dedicata al Simbolismo spiccano I Civettari di Vittorio Grassi (1913). Testimonianze formidabili quali Il Dubbio di Giacomo Balla (1907), La Sultana di Camillo Innocenti (1931) e Nel Parco di Amedo Bocchi arricchiscono la sezione dedicata alla Secessione Romana, ricca di opere importanti.

Nel rappresentare il Futurismo, primeggia Velocità di Motoscafo di Benedetta Cappa Marinetti (1922). Difficile districarsi nella sezione dedicata agli anni ’20, al Ritorno all’Ordine, dove la collezione della Galleria d’Arte Moderna possiede opere di prim’ordine. Carrà, Gentilini, Casorati, De Chirico rubano l’occhio del visitatore.

Da ammirare due opere più piccole poste tra le colonne: Composizione di Gino Severini (1933) e Autunno di Savinio dello stesso anno. Nella sala dedicata   alla figurazione e all’astrazione, saranno due pietre miliari ad attrarre la vostra attenzione: Il Cardinal Decano di Scipione, del 1930 e Comizio di Giulio Turcato (1950)

Due storie a confronto

La mostra propone anche un confronto tra la storia e la vocazione dei due musei. La Galleria d’Arte Moderna di Roma nata nel 1883 e aperta al pubblico nel 1925, rivela una forte intenzione celebrativa dell’Italia post-unitaria e fascista attraverso un programma di acquisizioni teso a documentare l’ambiente artistico della capitale d’Italia.

La Fondazione Magnani Rocca, istituita nel 1978 e aperta al pubblico nel 1990, originata dal grande amore per l’arte di un singolo collezionista, quale Luigi Magnani, raccoglie le opere da lui scelte per accompagnare i suoi pensieri, le sue riflessioni, il suo esistere.

Alla collezione della Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale appartengono oltre tremila opere, fra le quali le oltre cento “gemme” selezionate per la mostra. Un patrimonio prezioso per la storia del collezionismo e della cultura artistica a Roma e in Italia sullo scorcio dell’Ottocento e lungo la prima metà del Novecento.

Le opere provengono da acquisti operati dal Comune di Roma presso le più importanti rassegne espositive nazionali organizzate nella capitale, in particolare, dal 1931, le Quadriennali d’Arte Nazionale, e da donazioni private che in alcuni casi hanno incrementato la collezione con fondi consistenti di uno stesso artista.

ROMA 900 – Fondazione Magnani Rocca

De Chirico, Guttuso, Capogrossi, Balla, Casorati, Sironi, Carrà, Mafai, Scipione e gli altri

21 marzo – 5 luglio 2015
Fondazione Magnani Rocca, via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma)

Informazioni: T. 0521 848327 / 848148 info@magnanirocca.it www.magnanirocca.it

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Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.