Romolo Romani (Milano 1884 – Brescia 1916) è un artista relativamente poco noto forse a causa della sua brevissima vita e della predilezione per il disegno piuttosto che per la tela.

O forse, più opportunamente, è un artista che non ha trovato una memoria diffusa nel mondo della storia e del mercato. Eppure nel 1932 la Biennale di Venezia gli dedicava una retrospettiva proprio a dimostrazione del ruolo che comunque gli veniva riconosciuto nell’arte italiana a cavallo tra XIX e XX secolo.
Prediligere il disegno era per Romolo Romani una scelta di campo e colpisce così la sua affermazione “l’artista con il disegno canta”.
I suoi esordi sono nella caricatura e nel 1903 espone nove disegni all’Esposizione della Caricatura di Varese venendo premiato e vedendosi assegnata dal Comune di Milano una pensione per tre anni e la possibilità di utilizzare come studio una sala del Castello Sforzesco.
Quella della caricatura è una vena che non lo abbandonerà mai. E’ sufficiente a testimoniarlo la pubblicità ideata per Il Campari e realizzata nel 1912, ovvero negli ultimi momenti della sua produzione artistica.

Romolo Romani: artista tra Anima e Visioni

A Milano costruisce rapporti importanti per la sua crescita artistica: il pittore e critico d’arte Vittore Grubicy de Dragon, protagonista della Scapigliatura, e Gaetano Previati, ambedue legati al divisionismo, e lo scultore Emilio Quadrelli.
Nel 1905 espone alla VI Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia e nel 1907 al Salon des Humoristes di Parigi e in quegli anni sviluppa un’attività di ritrattista. Nel 1910 firma il primo manifesto del Futurismo ma poi si ritira dal movimento.
Egli cerca una sua strada personale certamente influenzata dal Simbolismo ma che arriva presto ad una ricerca astrattista già agli esordi di questa forma espressiva in Europa.
Disegni quali Lo Scettico, La Rivolta, L’Impassibile, Il Vendicatore sono la testimonianza inconfutabile di questa ricerca dedicata ai moti interiori dell’anima ed alla loro estrinsecazione nella fisionomia unendo una capacità di ritrattista di prim’ordine a quella di trasfigurare i suoi personaggi fino a renderli epitomici del loro stesso sentimento.
Hanno scritto i curatori della mostra Romolo Romani. Anima e visioni ospitata dal MART di Rovereto: “Precursore dell’avanguardia, pur aderendo brevemente al

Futurismo, Romani si dedica a una personale ricerca sugli stati d’animo: una visione fondata su suggestioni oniriche e spiritualistiche in cui affiorano i suoi incubi e i suoi fantasmi. Essi prendono corpo nei volti dai forti chiaroscuri e dalle deformazioni memori delle teste grottesche di Leonardo, circondati da andamenti lineari che possono essere interpretati come propagazioni di onde psichiche e suoni interiori”.
Nel 1912 il suo stato di salute inizia a peggiorare progressivamente per poi portarlo alla morte prematura nel 1916. Come per tutti i grandi maestri a cui il destino non ha concesso la possibilità di portare a compimento il loro percorso artistico, non ci resta che chiederci dove li avrebbe condotti la strada intrapresa.
Romolo Romani. Anima e visioni
fino al 5 Giugno 2022
Mart Rovereto
Corso Bettini 43 – Rovereto
Da un’idea di Vittorio Sgarbi. A cura di Beatrice Avanzi e Roberta D’Adda. In collaborazione con Fondazione Brescia Musei