Roy Lichtenstein Sculptor a Venezia, Magazzini del Sale alle Zattere, è la mostra dedicata a Roy Lichtenstein in occasione della Biennale di Venezia 2013.
Nei Magazzini, per essi stessi, è impensabile non entrare e le sculture di Lichtenstein sono una rivelazione.
I Magazzini del Sale alle Zattere
I Magazzini del Sale alle Zattere – un tempo il luogo ove si conservava una merce importante per Venezia – sono oggi sede della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova. Gli immensi ambienti, recuperati grazie ad un progetto di Renzo Piano, hanno la sacralità di una chiesa romanica. Sono ambienti unici, lunghissimi e, in proporzione, stretti ma soprattutto altissimi. Bui, privi di finestre, il sale ha mangiato e scavato i mattoni rossi. Il tetto a travi è lassù, quasi nell’oscurità. Ed il silenzio è assoluto. Così come la sacralità che evocano: un luogo di preghiera, magico per accogliere l’arte.

Nella loro “quotidianità” (si fa per dire, il luogo è tutto fuorché quotidiano) ospitano una collezione (memorabile) di grandi opere di Emilio Vedova. Montate su una monorotaia ancorata alle travi del tetto, scorrono lungo i Magazzini per posizionarsi di fronte allo spettatore e poter similmente tornare a riporsi in una meccanica “gabbia magazzino”.
Roy Lichtenstein Sculptor a Venezia
Nella mia assoluta ignoranza, sapevo che le sculture di Roy Lichtenstein esistevano, ma non ne avevo mai viste che una o poco più per volta. La mostra invece le mette in fila, come i sassolini di Pollicino, su su per il Magazzino, fino alla “gabbia” dove i Vedova aspettano di tornare a correre giù giù per la loro monorotaia. Alle parete sono appesi disegni, bozzetti e quant’altro necessario per realizzare le sculture: i disegni delle statue con le accurate misure di ogni loro segmento segnate di lato, al di fuori del disegno.
Roy Lichtenstein House II
Se seguirete i sassolini arriverete a House II, che vi aspetta lì, in fondo al Magazzino, a fare ombra ai Vedova dormienti. Si tratta di una grande scultura tridimensionale che rappresenta una casa un po’ americana dal tetto rosso. Solo che da lontano sembra una casa tridimensionale “normale” mentre, quando ci andrete sotto, diventerà una casa tridimensionale spiovente sopra le vostre (nostre) teste. Un’illusione ottica che, se insisti, ti fa venire anche il mal di testa.
L’impatto cromatico, la forza, la presenza delle sculture di Lichtenstein è pari a quella dei suoi quadri. L’ornamentalità della Pop Art è assoluta. Non che a Venezia in questi mesi manchino le opportunità artistiche: Roy Lichtenstein Sculptor, però, è di quelle da inserire tra i must lagunari di quest’estate.