San Ginesio merita la visita per la Collegiata (XIII secolo) dalla particolare facciata ma, soprattutto, per la chiesa di San Francesco (XI secolo) e la cappella segreta che custodisce.
La genesi della cappella segreta posta alla sinistra dell’abside della Chiesa di San Francesco è analoga a quella delle Cappelle Segrete di Fabriano (cliccate sul link per l’articolo): la modificazione dell’architettura della chiesa per ottenere un’abside circolare tagliò fuori uno spazio angolare pertinente all’abside originaria.
E così, improvvisamente, passando uno stretto varco, ecco il gioiello: una Crocefissione e ed alcune Storie di San Francesco di scuola riminese si palesano di fronte al visitatore.
La Crocifissione Riminese di San Ginesio

La provenienza dell’autore dalla scuola giottesca di Rimini è chiaramente leggibile. Del resto, a poca distanza da San Ginesio, la scuola di Rimini aveva creato il capolavoro del Cappellone di San Nicola nel Duomo di Tolentino.
A San Ginesio è certamente la Crocefissione ad attrarre magneticamente lo sguardo del visitatore. Il volto reclinato verso destra del Cristo con i lunghi capelli castani, gli occhi chiusi, sono nel solco riminese ma anche vicine alle crocefissioni della scuola di Fabriano. Ad esempio quella del Maestro di Campodonico o Allegretto Nuzzi nella chiesa di San Venanzio a Fabriano. Belle le mani del Cristo, le più belle tra tutte quelle dipinte nella scena e bella la sua corona. Commovente ed intensissima la scena delle tre Marie al lato sinistro della Croce. Scena certamente di maggior pregio rispetto a quella che si svolge al lato opposto dove i soldati si giocano le vesti del Cristo.
Il frate in ginocchio abbracciato alla croce potrebbe essere il Beato Tommaso da Vallato, frazione di San Ginesio, discepolo di San Francesco morto nel 1263.
Ma la cappella riminese di San Ginesio offre ancora molto altro: gli intensi volti delle sante dipinte lungo la fascia destra della parete; Innocenzio III, che ha ormai acquisito quella prospettiva che Piero della Francesca codificherà, il quale approva la regola francescana. Certo, la scena non ha la qualità di quella di analogo tema di Giotto ad Assisi, ma è significativa. E poi il viso del Cristo, intensissimo, sulla parete opposta.
Piero della Francesca a San Ginesio
Le meraviglie della Chiesa di San Francesco a San Ginesio non si fermano però qui. Proprio all’appena citato Piero della Francesca appartiene un affresco – nel quale le fisionomie dei visi sono inconfondibili – che ritrae Sant’Antonio da Padova nell’atto di guarire la gamba spezzata di un giovane.
La Collegiata di San Ginesio

La Collegiata di San Ginesio è probabilmente un unicum nelle Marche. Qui, al di sopra di un portale romanico, si pone per sopraelevazione una facciata in stile gotico fiorito costruita con il tipico mattone marchigiano nel 1421.
Diverse le opere di importanti maestri custodite. Ad esempio il Pomarancio, ma anche i due bellissimi Simone De Magistris (1538–1611), pittore manierista marchigiano di Caldarola, recentemente riscoperto grazie alla mostra curata da Vittorio Sgarbi “Simone De Magistris, un pittore visionario fra Lotto e El Greco”.
Restaurati probabilmente proprio nell’occasione della mostra, i due grandi olii Salita al Calvario e Ultima Cena campeggiano nella navata sinistra della Collegiata. Un trionfo di colori da non perdere.
Infine, la cripta. Detta anche Oratorio di San Biagio è ornata da diversi affreschi compreso una Vergine in trono con Bambino tra Santo Stefano lapidato e San Ginesio intento a suonare il violino: un’immagine quest’ultima che, trattando di santi, certo non si vede tutti i giorni.
Approfondimenti e Photo Gallery
Se sei in giro per le Marche, potrebbero anche interessarti:
Riguardo alla Scuola di Fabriano, puoi vedere qui due opere del Maestro di Campodonico
One Comment
Comments are closed.