Santa Maria in Domnica Mosaico AbsideSanta Maria in Domnica Mosaico Abside
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Santa Maria in Domnica: il mosaico della Vergine

Il mosaico della Basilica di Santa Maria in Domnica – o Santa Maria alla Navicella – appartiene a quel gruppo di mosaici cristiani realizzati nella prima metà dell’IX secolo grazie a tre pontefici: Leone III, Pasquale I e Gregorio IV.

Roma: mosaici cristiani e Rinascita Carolingia

In estrema sintesi, l’affermarsi dei carolingi portò ad una stabilizzazione del quadro politico europeo e ad un rafforzamento del ruolo della chiesa nonché ad un ampliamento dei suoi possedimenti territoriali.

In questa fase, dunque, si vengono a creare le condizioni per realizzare opere significative anche in campo artistico. Leone III amplierà il palazzo papale in Laterano ma si susseguiranno anche interventi sugli edifici sacri.

mosaico santa maria in domnica
Santa Maria in Domnica – Navata Centrale

Dal punto di vista dell’arte musiva, importanti testimonianze sono giunte fino a noi. I resti del palazzo papale di Leone III con il Triclinio Leoniano e l’arco absidale della chiesa dei Santi Nereo e Achilleo. Le tre chiese ornate a mosaico da Pasquale I: Santa Cecilia, Santa Prassede e Santa Maria in Domnica. Infine la chiesa di San Marco a Piazza Venezia il cui mosaico fu realizzato nel pontificato di Gregorio IV.

Santa Maria in Domnica: storia brevissima

Sebbene il titolo di Santa Maria in Domnica sia stato istituito da papa Agatone nel 678, in quel luogo sorgeva già un precedente luogo di culto più antico di secoli. Tanto che vi avrebbe svolto la sua opera già San Lorenzo vissuto nel III secolo. La basilica venne poi riedificata da Pasquale I (pontefice dall’817 all’824) al quale si devono i mosaici e la pianta a tre navate con le colonne di spoglio.

mosaico santa maria in domnica
Giacomo Fontana – Incisione mosaico Santa Maria in Domnica

L’attuale struttura rinascimentale e gli interventi susseguitisi negli anni si devono invece a diversi esponenti di casa Medici. Fu infatti la famiglia fiorentina a reggere il titolo di Santa Maria in Domnica per lunghi periodi. Il primo fu Leone X Medici che commissionò al Sansovino l’attuale facciata nel 1513. A Ferdinando de’ Medici, ultimo Medici ad essere cardinale della basilica, si deve invece il soffitto a cassettoni (1566).

L’affresco dell’abside che narra episodi della vita di San Lorenzo e Santa Ciriaca è del pistoiese Lazzaro Baldi (1624-1703).

I mosaici di Santa Maria in Domnica

Ma veniamo finalmente ai nostri mosaici. Se Santa Prassede è per dimensioni e varietà dei temi trattati il capolavoro di Pasquale I, Santa Maria in Domnica è l’unico mosaico mariano tra i tre mosaici di questo papa a noi noti.

mosaico santa maria in dominica
Santa Maria in Domnica – Mosaico di Pasquale I

Infatti per trovare tra i mosaici cristiani romani un’altra opera dedicata alla Vergine dobbiamo aspettare quasi quattro secoli. Ovvero fino a al 1160 quando verrà realizzato quello di Santa Francesca Romana o Santa Maria Nova.

Nella fascia superiore del mosaico troviamo il Cristo nella mandorla. Quest’ultima ha il significato di seme, quindi di vita. Oppure rappresenta l’intersezione tra due cerchi: dunque la comunicazione tra due mondi. Quello divino e quello terreno.

Due angeli a fianco del Cristo introducono gli Apostoli. A destra di vede San Pietro con le chiavi. Gli apostoli recano il Vangelo che rimanda al loro compito di predicatori. In questa fascia del mosaico, i colori di fondo sono blu in alto e verde in basso: il cielo e la terra.

Nel catino absidale troviamo la Vergine in trono con in braccio il Figlio. Ella indica a quest’ultimo papa Paquale I inginocchiato ai loro piedi. L’aureola quadrata del pontefice ci indica che egli era ancora in vita al momento di essere ritratto.

Ai due lati della Vergine, schiere di angeli. A chiudere il mosaico due figure di dimensioni maggiori la cui identità si presta a diverse ipotesi. Potrebbero essere due profeti (stringono tra le mani il rotolo) oppure santi in qualche misura legati alla chiesa. Ad esempio San Lorenzo che in questo luogo svolse la sua opera caritatevole e papa Sisto assai legato a San Lorenzo.

Se vuoi approfondire l’argomento dei mosaici cristiani di Roma, leggi: I Mosaici Cristiani di Roma: dieci secoli di storia

L’iscrizione del mosaico

Il mosaico reca nel registro inferiore un’iscrizione dedicatoria che ricorda l’opera di Pappa Pasquale I:

ISTA DOMUS PRIDEM FUERAT CONFRACTA RUINIS NUNC RUTILAT IUGITER VARIIS DECORATA METALLIS

ET DEUS ECCE SUUS. SPLENDET CEU PHOEBUS IN ORBE QUI POST FURVA FUGANS TETRAE VELAMINA NOCTIS.

VIRGO MARIA TIBI PASCHALIS PRAESUL HONESTUS CONDIDIT HANC AULAM LAETUS PER SAECLA MANENDAM. 

ovvero:

Questa casa prima era stata ridotta in rovine, ora scintilla perennemente decorata con vari metalli

e la sua magnificenza splende come Febo nell’universo che mette in fuga le tenebre della tetra notte.

O Vergine, il probo vescovo Pasquale ha fondata per te questa aula regale che deve rimanere splendida nei secoli.

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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