Sante Monachesi - Muri Ciechi
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Sante Monachesi: il percorso artistico

Sante Monachesi (1910-1991) ha percorso l’intero arco del XX secolo, un periodo di impensabile innovazione, senza mai stancarsi di confrontare il suo impegno artistico con il progresso scientifico dell’umanità.

Ha scritto di lui Stefano Papetti: “Monachesi ha attraversato l’intero secolo, segnato da due conflitti mondiali e da violenti contrasti sociali, con la certezza che il futuro sarebbe stato migliore e che l’arte non potesse ignorare le novità che la tecnologia metteva a disposizione di tutti senza distinzione di classe sociale”.

Sante Monachesi, le Marche e la sensibilità della provincia

Sante Monachesi nasce a Macerata nelle Marche. Una terra laboriosa e concreta, certamente al margine dei grandi fermenti culturali di Roma, Firenze o Venezia, ma capace di aprirsi al confronto.

L’apertura al confronto è proprio la cifra del percorso artistico di Sante Monachesi. Prima gli anni del Futurismo che viene portato a macerata da Bruno Tano (Padova, 1913 – Macerata, 1942). Così Monachesi nel 1932 fonda con quest’ultimo e con Mario Buldorini, Rolando Bravi e Fernando Paolo Angeletti ilGruppo Futurista Umberto Boccioni. Movimento futurista delle Marche”. 

Nel 1931 Monachesi incontra a Roma Marinetti e si cimenta nell’aeropittura. Già negli anni ’30 propone le sue opere in alluminio: un metallo che aveva visto il suo impiego in aviazione nei due conflitti mondiali.

sante monachesi
Sante Monachesi – Simultaneità di gran volta in squadriglia (1938)

L’esperienza di Parigi

I viaggi a Parigi lo portano a mutare segno ed a captare influenze anche molto diverse. Da un lato le case e i palazzi di questa città. Ne rimane affascinato come fu per un altro grande marchigiano, Orfeo Tamburi (1910–1994), anche se con stile assai diverso. Sono le opere quali la serie dei muri ciechi (vedi prima immagine) a contraddistinguere questo periodo mostrando un’attrazione verso la pittura astratta che si concretizzerà più tardi. Di segno diverso sono invece le Clownesses nelle quali si sente Matisse e le figure femminili sdraiate che guardano a Picasso.

Sante Monachesi guarda e reinterpreta con la sua sensibilità personale. La sua forza risiede in un grandissimo senso del colore e nella capacità di andare all’essenza delle forme.

Col passare degli anni e delle stagioni artistiche la sua pittura diviene sempre più essenziale ed il colore prevale completamente sul disegno. Un colore bidimensionale forte, nitido che accosta e oppone una tinta forte ad un’altra.

I suoi vasi di fiori che lo accompagnano dagli anni ’40 sono i testimoni di questa mutazione. Infatti, con il passare dei lustri, i suoi fiori divengono sempre più piatti e nitidi con una stesura cromatica che sembra portarci verso la pop art.

sante modigliani clownesses
Sante Modigliani – Clownesses (1946)

Sante Monachesi: le esplorazioni spaziali ed il Movimento Agrà

Forse ripartendo dalle sue origini e da quel Gruppo Futurista Umberto Boccioni. Movimento futurista delle Marche, Sante Monachesi rimane affascinato dalle esplorazioni spaziali.

Fonda così il Movimento Agrà che vuol portare nell’arte l’assenza di gravità. Arrivano nuovi materiali: la gomma piuma ed il metacrilato. Monachesi nel primo Manifesto Agrà (1964) affermava:

“…Lasciamo le vecchie città del passato, cimiteri irrazionali per uomini spenti, lasciamo questi musei per professori di archeologia. Chiudiamo le porte di questa Roma secolare da visitare con biglietto d’ingresso.

Oggi, dopo l’epoca aerodinamica atomica, cosmica, spaziale, creativa, nell’epoca antigravitazione noi siamo per una vita creativa che realizzi le scoperte della scienza per una ricchezza generale…”

E nel secondo (1965), ribadiva: “Nel primo manifesto annunciavamo l’epoca antigravitazionale e la costituzione dello Stato Universo. Oggi proclamiamo in arte la distruzione della materia, non cadremo più ne appesi ne’ sospesi attraverso la luce in pittura in scultura in architettura liberi e antigravitazionali, nella vita del colore, di timbro. Musica pura e coscienza della forma”.

Sante Monachesi -Evelpiuma (1961)

Evelpiuma e metacrilato

Dice Stefano Papetti rispetto a quella stagione: “La gommapiuma sembrava essere il materiale adatto: i grandi fogli, piegati e legati, davano vita a seducenti forme avvolgenti ma poi potevano facilmente essere slegati per acquisire un aspetto nuovo… Nel contempo, l’artista maceratese era anche il primo a comprendere le potenzialità artistiche del metacrilato… modellando con le mani i grandi fogli rossi, azzurri o gialli evocava forme arcane, rinnova i modi della scultura senza rinunciare al vigore del plasticismo.

Questo percorso che parte dagli allumini a luce mobile e si chiude con le evelpiume e le sculture in metacrilato, consegna al terzo millennio l’esperienza creativa di un maestro che, pur essendo scomparso pochi anni prima della scadenza epocale, era già proiettato nelle dinamiche del futuro”.

In parallelo alle evelpiume ed al metacrilato Sante monachesi continua a dipingere ed, inevitabilmente, arriva all’astrattismo. Sono tele dove forme essenziali dai colori intensi solcano la tela: sono orme, sensazioni, impressioni, forse dischi volanti….

Se volete approfondire la vostra conoscenza di un altro maestro marchigiano del ‘900, leggete Osvaldo Licini e Acruto Vitali: riscoperta di una storia perduta.

Sante Monachesi -Non cadremo piu ne appesi ne sospesi

Sante Monachesi Biografia

Nasce a Macerata nel 1910, dove frequenta la Scuola d’Arte Professionale. Nel 1936 frequenta il corso di scenografia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.

Il volume di Boccioni “pittura e scultura futurista” ispira la sua produzione artistica degli anni ’30; con le strutture “spiraliche” e “diagonali in pittura e scultura, nasce la sua personalissima extra plastica futurista.

Gruppo Futurista Umberto Boccioni

Nel 1932 fonda con Bruno Tano e altri il Gruppo Futurista Umberto Boccioni. Movimento futurista delle Marche. È l’inizio di un intenso ritmo espositivo che vede Monachesi partecipare alle principali manifestazioni del terzo decennio: nel 1937 partecipa alla “Esposizione Universale di Parigi”; nel 1938 espone alla XXI Biennale di Venezia e alla Esposizione della Art Department della Columbia University di New York. Nel 1939 espone alla III Quadriennale di Roma, con la presentazione di F.T. Marinetti.

Dopo l’esperienza futurista proietta la sua ricerca nella elaborazione di una poetica figurativa attraverso larghi piani cromatici e sintetiche profilature che caratterizzano la sua pittura degli anni 40 e 50. Sono di questo periodo i temi pittorici più noti di Monachesi, ispirati anche al suo soggiorno a Parigi nel dopo guerra; quali i Muri ciechi le Parigi i Fiori e le “Clownesses.

sante monachesi fiori di fontespina
Sante Monachesi – Fiori di fontespina

Movimento Antigravitazionale

Monachesi, sempre interessato alla ricerca, disponibile a nuove avventure estetiche e ispirato dai nuovi materiali plastici realizza, negli anni 60, la scultura in gomma piuma ed in polimetilmetacrilato. In sintonia con queste nuove scoperte sulla materia e sulla energia, attraverso, anche, la conquista dello spazio e lo sconvolgimento della gravitazionalità, fonda nel 1964 il movimento “Antigravitazionale” e stila il primo manifesto “AGRA”. Un movimento in cui l’utopia diventa credibile espressione estetica e si concretizza nella levità delle forme con le opere “Evelpiuma”. Questa esperienza è documentata dalla mostra “Legare e sciogliere”, l’Evelpiuma e l’Universo Agrà di Monachesi 1979, Parigi, Cappella della Sorbona.

Negli ultimi anni, sempre attivo e pieno di curiosità per il futuro, continua la sua ricerca di scultore e pittore nella definizione di nuovi orizzonti per l’arte. La sua lunga carriera artistica è testimoniata da importanti ed approfonditi contributi critici sulla sua opera e da numerose mostre in Italia e all’estero. Muore a Roma nel 1991.

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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