Santo Stefano Rotondo è senz’altro una delle chiese più scenografiche della Città Eterna. Certamente per la sua originale pianta rotonda. Poi per i due giri di colonne che ne dividono la pianta in due cerchi concentrici. Insomma, non si può che restarne affascinati.
Edificio assai antico, costruito ancora nella Roma imperiale, fu consacrato da Papa Simplicio nell’ultimo quarto del V secolo. Ma non è della sua storia che vogliamo parlare ne degli affreschi di Niccolò Circignani, detto il Pomarancio (1530-1597) che si dispiegano negli spazi tra le colonne del cerchio più esterno. Bensì del mosaico dedicato ai martiri Primo e Feliciano.
Il Mosaico dei Santi Primo e Feliciano
Infatti, Santo Stefano Rotondo ospita un mosaico altomedievale che celebra i due martiri romani Primo e Feliciano. Si trova nella piccola abside della cappella a loro dedicata posta subito a sinistra dell’ingresso della chiesa (dando le spalle al medesimo).
Il mosaico risale al papato di Teodoro I (642-649): dunque è tra i più antichi mosaici altomedievali a Roma. Di dimensioni ridotte, rappresenta i due martiri in piedi ai lati di una croce gemmata. Primo è a sinistra della croce (guardando) e Feliciano a destra, come indicano i nomi scritti accanto ai medesimi. La croce sorregge a sua volta l’immagine del Cristo in un clipeo. Al di sopra, nell’estremo della semivolta, è rappresentata la mano di Dio che regge la corona del martirio.
Il volto del Cristo è di epoca posteriore al mosaico, probabilmente esito di un restauro. Il clipeo in cui è inserito sembra invece originale. Nel complesso, si tratta di un’opera rispondente ai criteri dell’arte bizantina.
Gli anni nei quali veniva realizzato questo mosaico sono all’incirca gli stessi nei quali poco lontano, a Santa Maria Antiqua, veniva affrescato il cosiddetto Angelo Bello, dai lineamenti assai più vicini all’arte classica. A Roma, dunque, convivevano esperienze diverse. A tal proposito: “Santa Maria Antiqua: gli affreschi delle origini”.
Primo e Feliciano martiri cristiani
Primo e Feliciano erano due fratelli romani vissuti nel III secolo d.C.. Vennero martirizzati intorno al 297, ormai ottantenni, nei pressi di Nomentum al XV miglio della via Nomentana. Qui i loro corpi rimassero, in una chiesa ad essi intitolata, fino a che, nel 648, Papa Teodoro I preferì traslare le loro spoglie a Roma onde evitare che venissero disperse come conseguenza dell’invasione longobarda.
Così vennero trasferite a Santo Stefano Rotondo e venne costruita l’attuale cappella la quale divenne anche una meta di pellegrinaggio importante.
La cappella dei Santi Primo e Feliciano fu poi ornata con affreschi che ne narrano il martirio ad opera di Antonio Tempesta nel 1586.
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