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Sarcofago di Portonaccio: lo splendore delle Virtù Romane

Il superbo sarcofago esposto al Museo Nazionale Romano, detto Sarcofago di Portonaccio dal luogo dove venne trovato nel 1931 (in Via delle Cave di Pietralata nel quartiere di Portonaccio a Roma nell’area della Via Tiburtina), lascia a bocca aperta chiunque entri nella saletta che oggi lo accoglie.

Probabilmente appartenuto ad Aulus Iulius Pompilius, risale circa al 180 d.C. e la sua qualità non teme confronti.

Aulus Iulius Pompilius: chi era costui?

Sul bordo superiore del sarcofago sono riportate le insegne della Legio IIII Flavia (l’Aquila) e della Legio I Italica (il Cinghiale).Questi elementi hanno portato a ritenere che il proprietario del monumento funebre potesse appunto essere Aulus Iulius Pompilius, alto ufficiale agli ordini dell’imperatore Marco Aurelio (121-180 d.C.).

Di Aulus Iulius Pompilius sappiamo quanto ci indica un’iscrizione a lui dedicata:

“Aulo Giulio Popilio Pisone Tito Vibio Levillo Quadrato Bereniciano, figlio di Aulo, della gens Cornelia, decemviro per il giudizio delle controversie, tribuno militare della Legio XII Fulminata e della XV Apollinaris, questore urbano, cooptato in senato con la dignità tribunicia, pretore candidato degli Augusti (Marco Aurelio e Lucio Vero?), legato della Legione XIII Gemina e della IV Flavia Felix, posto a capo della Legioni I Italica e IV Flavia con tutte le relativa truppe ausiliarie, con diritto di combattere, legato degli Augusti quale pretore della Legione III Augusta, candidato console”.

sarcofago di portonaccio museo nazionale romano

Sarcofago di Portonaccio: le scene di battaglia

Ci raccontano i pannelli di sala dedicati al Sarcofago di Portonaccio:

”La produzione dei sarcofagi in marmo, affermatasi a partire dal II secolo d.C. con la pratica dell’inumazione, favorì lo sviluppo di un nuovo linguaggio figurativo. Nei suntuosi fregi scolpiti sui sarcofagi le elites ostentavano la propria cultura mettendo in luce le qualità morali del defunto in chiave allegorica.

I sarcofagi decorati con scene di battaglia, ispirate alle lotte mitologiche del repertorio dell’arte ellenistica, comparvero dopo il 170 d.C. (circa venti sarcofagi realizzati tra il regno di Marco Aurelio e l’inizio del regno di Settimio Severo) in coincidenza con l’inizio delle guerre contro Quadi e Marcomanni (popolazioni germaniche).

I committenti, alti ufficiali che accompagnavano l’imperatore, desideravano vedere celebrata sul sepolcro la propria virtus ed essere ricordati come condottieri e cittadini esemplari”.

Sarcofago di Portonaccio – Museo Nazionale Romano

La guerra, la pace e la famiglia nel Sarcofago di Portonaccio

Apparentemente dedicato alla guerra, in realtà, a ben guardare il Sarcofago di Portonaccio parla anche di pace e delle virtù della famiglia romana. Di un condottiero che sa essere clemente con i nemici e marito e padre nella sua famiglia.

Ci raccontano ancora i pannelli di sala:

“La composizione è focalizzata sull’incedere di un cavaliere romano, raffigurato in qualità di vincitore universale, in un intrico di soldati, lance, cavalli. I romani assestano colpi con impeto, travolgendo i nemici.

Le scene cruente sono inquadrate da due coppie di barbari asserviti (ai due angoli del sarcofago), il cui sguardo afflitto esprime la sofferenza che tocca a coloro che si ribellano contro il dominio di Roma. L’animazione drammatica del combattimento è enfatizzata dal profondo chiaroscuro ottenuto con un abile gioco di intagli”.

sarcofago di portonaccio
Sarcofago di Portonaccio – Coperchio

I fianchi e il coperchio del sarcofago

“I bassorilievi sui fianchi del sarcofago mostrano eventi successivi allo scontro. Da un lato i prigionieri barbari vengono condotti da soldati romani sudi un ponte di barche, dall’altro i capi si sottomettono agli ufficiali romani.

Il fregio sul coperchio, tra due maschere angolari, celebra il defunto e la sua sposa, presenti al centro nell’atto della dextrarum iunctio. A sinistra la donna esercita la sua virtus nella casa, educando i figli. A destra l’uomo, dopo le attività belliche, riceve la sottomissione dei nemici, dimostrando la sua clementia.

I volti dei personaggi principali sono rimasti incompiuti in attesa di scolpire i lineamenti dei defunti. La decorazione del sarcofago, ispirata a molte scene della Colonna Antonina, è databile intorno al 180 d.C.”.

Museo Nazionale Romano – Approfondimenti

Numerosi sono i tesori custoditi accanto al Sarcofago di Portonaccio nel Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo.

Tra questi lo splendido Pugilatore in Riposo di Lisippo. Per conoscere più da vicino il museo, clicca QUI per il suo sito.

 

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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