scipione pulzone
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Scipione Pulzone biografia ne Le Vite del Baglione

Scipione Pulzone (Gaeta 1544 – Roma 1598) è tra i maestri dei quali Giovanni Baglione, nel suo Le Vite de’ Pittori, Scultori et Architetti, traccia la biografia di che riportiamo nel seguito.

Pulzone – detto il Gaetano per la sua origine – fu tra i ritrattisti più apprezzati del suo tempo. Ritrasse infatti papi, regnanti, alti prelati ed aristocratici. Dipinse però anche opere di grandi dimensioni alcune della quali ancora oggi in situ come la Crocifissione di Santa Maria in Vallicella.

Lavorò principalmente a Roma ma anche a Napoli e a Firenze per i Medici. Era infatti apprezzato dal cardinal Francesco Maria Bourbon del Monte Santa Maria, ambasciatore dei Medici a Roma e protettore di Caravaggio. Il del Monte custodiva infatti ben quattro tele di Pulzone nella sua collezione.

I titoli ed alcuni “a capo” posti all’interno del testo del Baglione sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura a video.

Vita di Scipione Gaetano, Pìttore,

scipione pulzone biografia
Scipione Pulzone – Autoritratto

Allievo di Iacopo del Conte fiorentino fu Scipion Pulzone da Gaeta, e come il suo Maestro fu eccellente pittore, e particolarmente in far l’altrui effìgie, così egli a’suoi tempi ritrasse gli altrui aspetti, e non solo passò il Maestro, ma nel suo tempo non hebbe eguale e si vivi li faceva, e con tal diligenza, che vi si sarieno contati sin tutti i capelli, e in particolare li drappi, che in quelli ritraheva, parevano del loro originale più veri, e davano mirabil gusto.

Fu egli tanto accurato, che nel ritratto di Ferdinando all’hora Cardinal de’Medici vedeasi in fin dentro alla piccola pupilla de gli occhi il riflesso delle finestre vetriate della camera, e altre cose degne come di maraviglia, cosi di memoria. Et i vivi da’suoi dipinti non si distinguevano.

Fece esquisitamente il ritratto del Pontefice Gregorio XIII preso dal vivo con maestria. E quelli di tutti li Principi Cardinali della Corte Romana, e d’altri Principi secolari, e Principesse, e spetialmente di tutte le nobili Dame di Roma sì, che gran credito acquistossì, e non si diceva d’altro al suo tempo, che de gli eccellenti ritratti di Scipione Gaetano.

Scipione Pulzone tra Napoli e Firenze

Fu chiamato a Napoli da D. Gio. d’Austria a dipingere il suo ritratto; andovvi, e nobilmente il fece; e ricchi doni, e grand’ honore egli riportonne.

E parimente chiamato andò a Fiorenza da Ferdinando all’hora fatto gran Duca, accioche lo ritrahesse in maestà assìeme con Madama gran Duchessa; giunsevi, e l’uno, e l’altra sì al vivo espresse, che non mancava loro altro, che la parola e per tal’opera degna dì stupore fu molto regalato da quell’Altezza, e con grand honor suo ritornossene a Roma. Ed altresì di sua mano fece il ritratto del generosìssimo Pontefice Sisto Quinto.

Le grandi tele

Ma vedendo intanto Scipione, che il solo lavorar de ritratti noI poteva porre nel numero de gli altri eccellenti Pittori, risolsesi di voler fare delle storie, e tavole d’altare. E dipinse per li Signori Colonnesi in s. Gio Laterano sotto il tabernacolo delle reliquie sopra l’altare una s. Maria Maddalena, e per di dietro Papa Martino V ginocchione.

Dipoi lavorò per il Marchese di Riano un quadro d’altare alli Cappuccini, dentrovi la Madonna sopra la Luna con Angioli, da basso s. Andrea Apostolo, santa Catherina della rota, s.Chiara, e s.Francesco, che tiene la mano sopra la spalla del figliuolo del Marchese ritratto al naturale, opera in vero bella con buonissìma maniera condotta. Hora credo, che questo quadro sia appresso il Signor Duca di Ceri, nepote di quel Marchese di Riano.

Le chiese romane

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Scipione Pulzone – Crocifissione, Chiesa Nuova

Similmente dipinse in s.Silvestro a monte Cavallo per li Signori Badini in una cappella da loro fabricata un quadro grande sopra le lavagne, entrovi l’Assuntione della Beatissima Vergine con quànità di Angioli, & alcuni ritratti del vivo molto belli, e sotto vi sono li dodici Apostoli con diverse attitudini, con gran diligenza, e vaghissìmi colori di azzurri oltramarini finissimi, come anche di altri colori, ne’quali assai premeva, nobilmente condotta, e finita : infatti è opera di valente maestro,& ha mostrato, che non solo portavasi bene ne’ ritratti, ma ancora nell’historie.

Fece il medesimo per santa Catherina alli Funari una tavola d’un’altra Assunta con gli Apostoli, ma non affatto compita, credo per difetto di vita. Non tralascierò nella chiesa de’Padri dell’Oratorio la prima cappella a man diritta, dove sta del suo sopra l’altare un Crocifisiso con Ia Madonna, s. Gio., e s.Maddalena a olio assai ben dipinta.

E nel Tempio del Giesù dentro la seconda cappella a man diritta evvi un Christo morto in braccio alla Madre molto felicemente da lui figurato. E stavano nella cappella de gli Angeli sopra l’altare alcuni d’essi Angioli in piede assai belli, ma perche erano ritratti dal naturale, rappresentanti diverse persone da tutti conosciute, per cancellare, lo scandalo, furono tolti via ; & eran si belli, che parevano spirar vita , e moto.

Nel tempio d’Araceli alla cappella del Sagramento il ritratto del P. Marcellino è di Scipione. Et ha fatto diversì quadri privati a varii Principi, & ad altri, che per brevità trapasso.

Scipione era di bellissimo aspetto, e mostrava sembianze di Principe, e faceasi ben pagare Ie sue opere, e con gran riputatione tenevale.

La morte

Morì giovane nel fiore della sua età di 58. anni, di dolori colici sì crudeli, che rivoltossegli il budello, e fu necessità morire, senza trovarvi rimedio.

Dispiacque a tutta Roma il fine della vita di huomo sì honorato, poich’era amato da tutti. Ben’egli è vero, che hebbe alcuno sdegno con Federico Zìcchero per cagione di pittura, e non volle più venire  all’Accademia in s. Luca, dove anch’esso havea il suo pretesto di preminenza, come de’ primi profèssori di sì nobil’arte . E la sua effigie mirasi tra quelli, che nella chiesa di s. Spirito in Sassìa (come habbiamo detto) furono da lacopo Zucchì al vivo ritratti.

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