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Sebastiano Del Piombo: i quattro santi delle Gallerie dell’Accademia

Le quattro portelle d’organo di Sebastiano Del Piombo alle Gallerie dell’Accademia a Venezia furono dipinte per la chiesa di San Bartolomeo quando Sebastiano era ancora un giovane artista.

Probabilmente neanche venticinquenne se consideriamo che nel 1511 abbandonò Venezia per Roma seguendo l’invito di Agostino Chigi.

Gallerie dell’Accademia: le portelle di Sebastiano Del Piombo

Eppure le quattro portelle con i santi Ludovico di Tolosa e Sinibaldo (all’esterno) e Bartolomeo e Sebastiano (all’interno), custodite oggi alle Gallerie dell’Accademia a Venezia, rivelano tutta l’abilità di un maestro ormai maturo. Non a caso Agostino, l’uomo più ricco dei suoi tempi, pensò a lui per i primi affreschi della Villa Farnesina. Ancor più Michelangelo, che di pittura ne capiva, lo tenne accanto a se per contenere l’espansione di Raffaello nella Città Eterna.

Del resto queste quattro suntuose portelle dimostrano chiaramente sia la capacità di Sebastiano Luciani di gestire colore, profondità, architetture, disegno delle figure, dettagli dei tessuti. Insomma, un artista completo.

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Ha scritto infatti Michele Nicolaci, storico dell’arte e curatore per il XVII secolo proprio alle Gallerie dell’Accademia:

Seppure lo stato di conservazione appare non ottimale per le ante esterne (Bartolomeo e Sebastiano) è evidente che la scelta compositiva del pittore – che inquadra le possenti figure in una profonda volte a botte cassettonata vista di sottinsù (portelle esterne) o le immerge in un’atmosfera circonfusa di luce (portelle interne) – unti a mettere in risalto gli esiti più sperimentali della sua peculiare ricerca stilistica, volta ad adattare in senso retorico e “pubblico” la pittura giorgionesca, enfatizzandone gli aspetti di grandiosità ed accentuandone i preziosismi cromatici e luministici. Riferimento per questa ricerca di monumentalità dovettero essere, accanto alla statuaria antica conosciuta da Sebastiano già a Venezia, gli affreschi eseguiti da Giorgione per il Fondaco dai Tedeschi…”

La scelta dei santi: tra committenza e mercanti tedeschi

La chiesa di San Bartolomeo presso il Ponte di Rialto distava poche centinaia di metri dal Fondaco dei Tedeschi ed era dunque frequentata daisebastiano del piombo gallerie dell'accademia mercati di quel paese. Così si spiega la presenza di San Sinibaldo protettore di Norimberga chiaramente indicato da un apposito cartiglio posto ai suoi piedi.

Alvise Ricci, rettore delle chiesa tra il 1507 ed il 1509, fu invece il committente delle portelle: ciò spiega la presenza i San Ludovico di Tolosa. Infatti Alvise è una delle varianti veneziane proprio del nome Ludovico. Peraltro, lo stemma sopra i santi Bartolomeo e Sebastiano dovrebbe essere proprio il suo.

Splendido il piviale indossato da questo santo vescovo ritratto in una rarefatta luce diffusa. Sinibaldo, santo pellegrino, è ritratto con tutti i particolari del caso ma a colpire (almeno me) è la posizione dei suoi piedi: quasi un passo di danza compiuto con due assai eleganti calzature.

Sebastiano Del Piombo maestro “autonomo”

Pochi anni dopo aver lasciato Venezia, Sebastiano Dal Piombo sarà l’artista assoluto della Pietà di Viterbo e della Flagellazione di San Pietro in Montorio. Ma già in quegli anni alla fine del primo decennio del ‘600 ha ormai costruito una sua propria estetica.

Scrive ancora Michele Nicolaci:

“…Sebastiano mostra in queste portelle esiti di fatto autonomi sia rispetto al maestro (Giorgione, n.d.r.), sia nei confronti degli altri pittori attivi a Venezia (dall’anziano Bellini al giovane Tiziano), imponendosi nella scana artistica lagunare come uno degli interpreti più innovativi della “maniera moderna”, che declinerà nei suoi aspetti di retorica e monumentale ufficialità e che troverà crescente successo nel corso del Cinquecento”.

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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