Ghiberti - Cattura del Battista
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Siena: il Fonte Battesimale di Ghiberti, Donatello e della Quercia

Il Fonte battesimale del Battistero di Siena, già pieve di San Giovanni, è un compendio della scultura rinascimentale. Esso coinvolge infatti i tre maggiori scultori toscani dei primi decenni del XV secolo: Lorenzo Ghiberti, Donatello e Jacopo della Quercia.

Il Fonte coniuga marmi, un tempo arricchiti da dettagli policromi blu e oro, e bronzi dorati. La struttura è realizzata in marmo bianco di due qualità: per il registro inferiore una varietà venata della Montagnola senese, per il tabernacolo e il Battista una seconda assai più omogenea cavata nel comprensorio apuano.

La struttura

La sua struttura si innalza sopra due gradini che ripropongono la forma esagonale dell’ampia vasca in marmo, larga più di 2 metri. Questa è scandita agli angoli da edicole trilobate che ospitano sei statuette di Virtù, realizzate in bronzo come le grandi formelle con le storie della vita di San Giovanni Battista su ciascuno dei lati.

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Fonte Battesimale – Battistero, Siena

Nella parte interna, la vasca consta di un grande bacino monolitico, al centro del quale sorge un fascio di colonnette su cui poggia il monumentale tabernacolo. Questo era destinato probabilmente a custodire sia il crisma utilizzato per il rito del battesimo sia il pane eucaristico. Ha l’aspetto di un tempietto classicheggiante coperto da una cupola a spicchi ornato da cinque Profeti entro nicchie.

Il sesto lato è chiuso da uno sportello bronzeo dorato raffigurante la Madonna col Bambino dell’orafo e scultore senese Giovanni di Turino (1434). Sopra la trabeazione erano posti sei Spiritelli di bronzo, di cui oggi ne restano quattro, due di Donatello e due di Giovanni di Turino. Una slanciata lanterna, con sei pilastrini scanalati, funge da elemento di raccordo tra la cupola e il basamento della figura di San Giovanni che corona il Fonte.

Fonte Battesimale di Siena: storia della costruzione

L’Archivio dell’Opera del Duomo di Siena ha consentito di far luce sulla storia del fonte battesimale. Sano di Matteo da Siena, Nanni di Jacopo da Lucca e Jacopo di Corso da Firenze nel 1416 avviarono la costruzione del bacino, in forme ancora gotiche. Lorenzo Ghiberti (1378-1455) chiamato per fornire il suo parere sul progetto supervisionò i tre artisti.

giovanni di turino nascita del battista
Giovanni di Turino – Nascita del Battista

Sette anni più tardi, nel 1423, la maggior parte degli elementi lapidei della vasca erano conclusi ma non ancora assemblati. Dopo un periodo di inerzia, le attività ripresero nel 1427 quando il senese Jacopo della Quercia (1374-1438) avviò la realizzazione del tabernacolo, concluso nell’aprile del 1429. In quell’anno il pittore Sano di Pietro fu pagato per aver lumeggiato d’oro e dipinto di azzurro alcune porzioni dei marmi. Tracce significative di questa decorazione sono riemerse durante il restauro.

Parallelamente a questi eventi furono avviati i lavori per le sei formelle in bronzo con episodi della vita di San Giovanni Battista.

Le formelle con la vita di San Giovanni Battista

L’esecuzione delle formelle, di forma quadrata e con lati di circa 60 cm, non segue la cronologia delle storie del santo. Infatti, la formella con il primo episodio della narrazione, l’Annuncio a Zaccaria, fu l’ultima ad essere eseguita da Jacopo della Quercia nell’inverno del 1428-1429. Questa formella è collocata sul lato del Fonte rivolto verso l’altare del Battistero. Il racconto agiografico prosegue in senso antiorario sulle altre facce del monumento con la Nascita del Battista (Turino di Sano e Giovanni di Turino), la Predica del Battista (Giovanni di Turino), il Battesimo di Cristo (Lorenzo Ghiberti), la Cattura del Battista (Lorenzo Ghiberti) e il Banchetto di Erode, detto anche Convito di Erode (Donatello).

La scena dell’Annuncio a Zaccaria è ambientata in un edificio classico, ove l’Arcangelo Gabriele appare al vecchio e incredulo sacerdote e gli annuncia che l’anziana moglie Elisabetta gli avrebbe dato un figlio che avrebbe dovuto chiamare Giovanni.

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Lorenzo Ghiberti – Battesimo di Cristo

La Nascita del Battista, del 1427, è ambientata nella camera di Elisabetta, che riproporre un ambiente domestico di epoca rinascimentale. Qui la puerpera giace su un letto a baldacchino, accanto a una cassapanca con dossale decorato, sulla quale siede la nutrice col piccolo Giovanni e il padre Zaccaria. Questi, diventato muto per aver dubitato delle parole dell’Arcangelo Gabriele, scrive il nome del bambino su una tavoletta.

Nello stesso anno 1427 si colloca il rilievo con la Predica del Battista di Giovanni di Turino. Il Battista è rappresentato all’aperto in un paesaggio con aspre rocce rivolto a destra verso un gruppo di uomini. Ai suoi piedi scorre il Giordano mentre sullo sfondo si innalza un borgo turrito, realizzato a bassorilievo.

Le formelle di Lorenzo Ghiberti

Lo splendido Battesimo di Cristo di Lorenzo Ghiberti, è collocato sul lato del Fonte che guarda il portale centrale del Battistero. L’artista è riuscito a tradurre in bronzo in modo magistrale il versetto del vangelo di Marco che recita: “E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo spirito discendere verso di lui come una colomba” (Marco 1, 10).

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Donatello – La Fede

La seconda formella realizzata da Lorenzo Ghiberti, raffigurante la Cattura del Battista, fu consegnata assieme all’altra, il 15 novembre 1427. La scena si svolge in un edificio classico con colonne che sostengono arcate a tutto sesto ed è molto affollata. Sulla sinistra il re Erode, seduto in trono con Erodiade, indica con gesto perentorio il Battista che, trattenuto da vari soldati, alza il braccio destro per indicare il cielo. In questa formella, dove le figure sono molto aggettanti, Ghiberti non trascura alcun dettaglio sia nelle architetture che negli arredi, così come nell’abbigliamento dei personaggi.

Donatello: il Banchetto di Erode

La sesta formella che raffigura il Banchetto di Erode, avvenuto dopo la decapitazione del Battista, fu compiuta da Donatello (1386-1466) sempre nel 1427. A differenza della precedente formella, le figure sono molto meno aggettanti anche nel primo piano e diventano a bassissimo rilievo nei piani retrostanti (il cosiddetto stiacciato donatelliano).

In un unico riquadro Donatello inserisce tre momenti successivi della storia narrata dai vangeli di Matteo e Marco. Le architetture del palazzo, dove si svolgono le scene della danza di Salomè e la presentazione della testa del Battista, sono descrit­te in modo magistrale. I conci e le buche pontaie con travi troncate e in aggetto, assieme al pavimento a riquadri scorciati, accentuano il senso prospettico.

Le statuette delle Virtù

Ai lati delle formelle, entro edicole marmoree gotiche, sono collocate le sei statuette raffiguranti le Virtù, alte circa 50 cm. Il senese Giovanni di Turino realizza tre di queste figure tra il 1429 e il 1431: Giustizia, Carità e Prudenza. A Donatello spettano la Fede e la Speranza (1427-1429). L’orafo e scultore senese Goro di ser Neroccio nel 1428-1431 realizza La Fortezza.

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Donatello – La Speranza

Le cornici architettoniche orizzontali e parallele alle formelle bronzee contengono dodici fasce (o listre) in lega di rame incise, dorate e smaltate in azzurro. Le sei in basso recano girali vegetali e una dedica in caratteri gotici a Bartolomeo di Giovanni Cecchi, l’Operaio del Duomo che sostenne il completamento dei lavori del Fonte. Sulle sei fasce in alto corrono iscrizioni a lettere capitali tratte dai Vangeli che spiegano le scene fuse nel bronzo.

Fonte Battesimale Siena Tabernacolo
Fonte Battesimale di Siena – Il Tabernacolo

Il restauro

Il restauro del fonte battesimale, dando seguito alla Convenzione fra Opera della Metropolitana di Siena, Soprintendenza e Opificio delle Pietre Dure di Firenze, ha avuto inizio a febbraio 2021. Il fonte è tornato ad essere esposto al pubblico il 25 giugno 2024.

Per approfondire il complesso progetto di restauro, cliccate Fonte Battesimale Restauro

Le immagini in questo articolo sono dovute a Bruno Bruchi e Cristian Ceccanti. Per la versione HD (circa 90MB) cliccate QUI

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Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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