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Luca Signorelli: la Pala di Sant’Onofrio

Luca Signorelli dipinse tra il 1483 e l’anno successivo per la Cattedrale di Perugia la Pala di Sant’Onofrio, ovvero una tavola con la Vergine ed il Bambino tra i Santi Onofrio, Giovanni Battista, Lorenzo ed Ercolano.

La grande tavola, detta oggi Pala di Sant’Onofrio o Pala Vagnucci, originariamente collocata nella Cappella di Sant’Onofrio in cattedrale, si trova ancora a Perugia presso il Museo Vescovile

Luca Signorelli Pala di Sant’Onofrio

Per Luca Signorelli (1441-1523) questa fu una delle prime opere dipinte al di fuori dei dintorni della sua Cortona.  Infatti, nelle sue Vite, dopo aver narrato delle prime opere condotte in Arezzo, Giorgio Vasari parte proprio da Perugia dicendo:

In Perugia ancora fece molte opere, e fra l’altre, in Duomo, per Messer Iacopo Vannucci cortonese vescovo di quella città, una tavola; nella quale è la Nostra Donna, S. Onofrio, S. Ercolano, S. Giovanni Batista e S. Stefano; et un Angelo che tempera un liuto, bellissimo”. Come poter non essere d’accordo: l’angelo musicante e Sant’Onofrio sono certamente i due punti più alti di questa pala.

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Luca Signorelli – Pala di Sant’Onofrio

La commissione dell’opera nasce in un momento particolare. Infatti nel 1482 a Jacopo Vagnucci, vescovo di Perugia dal 1449, subentra il nipote Dionisio Vagnucci al quale lo zio cede la diocesi perugina. L’anno dopo Signorelli si pone al lavoro per realizzare la pala commissionata dal nipote per onorare lo zio o da quest’ultimo per completare la cappella di famiglia in cattedrale.

Jacopo Vagnucci tra Cortona e Perugia

I Vagnucci, originari di Cortona, erano una famiglia ben sperimentata nella carriera ecclesiastica. Lo zio di Jacopo, Niccolò, priore della Certosa di Firenze, era assai legato al cardinale Tommaso Parentuccelli che sarebbe asceso al soglio pontificio con il nome di Niccolò V (1447-1455). Così, la carriera di Jacopo Vagnucci (Cortona 1416 – Corciano 1487) fu rapida e nel 1449 lo troviamo vescovo di Perugia. Da quel momento la sua vita trascorse in questa città nonostante che al titolo vescovile di Perugia unisse poi una serie di significativi incarichi nell’ambito dello Stato della Chiesa. Nel 1482, ceduta al nipote Dionisio la curia di Perugia, si ritirò a Corciano nel Castello di Pieve del Vescovo.

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Luca Signorelli – Sant’Onofrio

Di Jacopo Vagnucci merita dire che fu colui che entrò in possesso del Sacro Anello, ovvero la fede nuziale del matrimonio della Vergine con San Giuseppe, ancora oggi reliquia custodita nella cattedrale di Perugia.

Fu sempre Jacopo a far realizzare in cattedrale la Cappella di Sant’Onofrio, quale cappella gentilizia dei Vagnucci, per la quale poi venne commissionata al concittadino (cortonese) Signorelli la Pala Vagnucci.

Luca Signorelli: la Pala Vagnucci e i suoi personaggi

Jacopo Vagnucci era devoto a Sant’Onofrio il quale era a Firenze protettore dei Tintori. Del resto, il padre di Jacopo, Francesco, era in realtà un artigiano fiorentino appartenente alla Arte della Lana. E così, dunque, tra Cortona e Firenze, il cerchio si chiude…

Sant’Onofrio, vissuto nel IV secolo, era un eremita, così come lo fu in un certo momento della sua San Giovanni Battista. San Lorenzo è il santo titolare della cattedrale di Perugia. Sant’Ercolano, vescovo di Perugia, morì in questa città nel 549 martirizzato da Totila re degli Ostrogoti contro il quale aveva difeso la sua diocesi. L’aspetto più interessante è che in realtà il viso di Sant’Ercolano è il ritratto di Jacopo Vagnucci e probabilmente per questo il santo è ritratto senza aureola.

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Ma veniamo all’opera. Per quanto di impianto assolutamente ortodosso ed ancora assai lontana dall’audacia del capolavoro della Cappella di San Brizio ad Orvieto, la Pala Vagnucci si qualifica come ragguardevole.

Luca Signorelli è ancora un artista che sta sviluppando il suo talento e la tavola mostra quali siano le sue potenzialità. In primis l’angelo musicante che il mai tenero Vasari giudica bellissimo, perché tale è anche per la danza dei suoi piedi… e per i due vasetti di fiori posti nelle sue vicinanze…

Un’opera di vetro…

La rappresentazione del vetro e delle sue trasparenze sono un leit motiv di quest’opera. Dei due piccole, squisite, nature morte abbiamo detto. Ma è di vetro anche la croce che San Giovanni Battista tiene in mano e, infatti, le sue dita la stringono con attenta delicatezza.

La Vergine ha al collo un formidabile rubino. Il pastorale di San Ercolano invece, mostra un globo di vetro posto tra il bastone e il riccio. Ma Signorelli non si ferma qui e la mitria di San Ercolano è un trionfo di grandi gemme e miniature.

Oltre alla mitria, non va perso di vista il piviale. Il maestro cortonese lo orna con una serie di piccole scene sacre dedicate a Gesù. Abbiamo quasi a che fare con una predella portata all’interno dell’opera principale.

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Signorelli Pala Vagnucci Perugia: i particolari

Ma i particolari non si fermano certo qui. C’è l’ossutissimo Sant’Onofrio con il naso gibboso, l’orecchio dalla forma improbabile, la lunga barba come inamidata. Le sue ginocchia rugose ed i suoi piedi come in pendant con quelli dell’angelo musicante. Ancora più sorprendenti però i piedi nudi della Madonna che spuntano inaspettati da sotto la lunga veste blu ornata d’oro, un po’ a richiamare le antiche icone.

Poi c’è il piedistallo dalle sfumature di colore cangianti alle spalle dell’angelo dalle ali celesti avvolto in un drappo striato fino all’inaspettata veste violetta che fa capolino sotto la bordura rossa del piviale di Sant’Ercolano.

Approfondimenti

Per conoscere la biografia del maestro, potete leggere Luca Signorelli nelle Vite del Vasari

Per approfondire alcune delle altre opere del Signorelli, leggete anche:

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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