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Spoleto: Flavio Favelli a Palazzo Collicola

Le mostre Intervallo di Flavio Favelli e La Sostanza Agitata sono state inaugurate a Palazzo Collicola a Spoleto – Galleria d’Arte Moderna G. Carandente e Appartamento Nobile – e proseguiranno durante il Festival dei Due Mondi fino ad ottobre 2023.

Il nuovo direttore, Saverio Verini, con “ La sostanza agitata” e “ Intervallo” propone un omaggio a Spoleto e a quella tradizione artistica che nel 1962 con “Sculture nella Città” Giovanni Carandente inaugurò.

Spoleto: La Sostanza Agitata

Il piano terra del lussuoso palazzo spoletino, accoglie 11 artisti under 35, tutti uniti dall’’attenzione alla sperimentazione di materiali eterogenei, e dall’ interesse verso la natura plastica dell’opera. “La sostanza agitata” è una collettiva che invita a guardare senza pregiudizi l’arte contemporanea, che parla di radici ma anche di sradicamento. L’esposizione offre ad ogni artista una sala, così che chi osserva può immergersi e concentrarsi esclusivamente su un solo scultore.

Flavio Favelli – Intervallo

Nelle stanze del piano nobile, Flavio Favelli, bolognese, classe 1967 e artista significativo nel panorama contemporaneo (già presente a due edizioni della biennale di Venezia nel 2003 e nel 2013) mette in primo piano una identità italiana dismessa. “Intervallo”  è infatti, una mostra che evidenzia il rapporto che tutti noi abbiamo con la memoria, attraverso oggetti interessanti, conservati nel tempo e a tratti poco rassicuranti, ognuno di loro però in dialogo con l’ambiente settecentesco, i suoi arredi e soffitti, e con il contenitore tutto che li ospita.

La retrospettiva di Flavio Favelli ci offre opere che erano rappresentative della quotidianità e che ora sono diventate meno riconoscibili oflavio favelli contaminate sovrapposizioni di significati. Oggetti iconici non snaturati ma trasformati in elementi decorativi da rileggere che furono spesso i simboli di una borghesia arricchita.

Le due mostre temporanee sono leggerezza e imponenza, sono proposte di linguaggio e sperimentazione di materiali. Sono movimento e camuffamento. Sono atti unici che in alcuni casi, diventano rarefatti e che poi non sarà più possibile osservare.

Flaminia Sigismondi

Dopo la maturità classica, nel 2008 si laurea con il massimo dei voti in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Perugia. Nello stesso anno pubblica un testo di carattere storico artistico, riguardante il cinquecentesco Santuario della Madonna della Bianca (con il Patrocinio del comune di Campello sul Clitunno ). Ancora per lo stesso comune, collabora al progetto della candidatura del Sito Seriale UNESCO “Italia Langobardorum”, e contemporaneamente cura l’allestimento dell’ottocentesco Museo della Civiltà Contadina. Dal 2011 è curatrice museale per il MUMA MUSEO di Assisi, Museo Etnografico, Antropologico, che attraverso istallazioni multimediali, oggetti in teca, e arte tribale, racconta l’Amazzonia, il popolo degli Indios Ticuna che la abita e la salvaguardia dal 1909 di questa popolazione, da parte dell’Ordine Francescano Cappuccino. Nel 2019 collabora con i Musei Vaticani, per la Mostra “Mater Amazonia, the deep breath of the word” , esposizione temporanea, rivolta alla cultura Indios e alla loro Arte. Nel 2020 per il MUMA Museo, cura la mostra e il catalogo “Mulher e Musa”, un percorso attraverso le fragili ed eterne sculture dell’ artista contemporanea Tonina Cecchetti, poste in un dialogo di tipo antropologico con le opere della collezione permanente. Lavora con l’arte e per l’arte, con lo scopo di presentare, divulgare e analizzare le produzioni e la creatività degli artisti passati e presenti.

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