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Monguelfo: il tabernacolo di Pacher

Nella piazzetta alle spalle della Chiesa di Santa Margherita, lungo la via principale di Monguelfo, l’imponente tabernacolo dovuto alla bottega di Michael Pacher è un vero landmark di questo grazioso paese della Val Pusteria.

Dedicategli il tempo necessario ad apprezzare la qualità degli affreschi: dovrebbe infatti essere il più grande di tutto l’Alto Adige ed i suoi affreschi sono dovuti, come detto, alla bottega di Michael Pacher (Falzes/Brunico 1435 – Salisburgo 1498), figura chiave della pittura austriaca del XV secolo e ponte tra l’arte tirolese e quelle dell’Europa del Nord e dell’Italia.

Il Tabernacolo di Monguelfo: gli affreschi

monguelfo tabernacolo pacher

Il tabernacolo, realizzato intorno al 1460, è costituito da quattro facce ognuna delle riprende la forma – tipica di queste zone – dell’altare con sportelli. Infatti ogni lato ha una scena o figura principale rappresentata sul fondo, una per ciascun lato sui due sportelli ed altre due sulla lunetta aggettante che incornicia verso l’alto il tabernacolo.

Le due scene più articolate sono quelle poste sul lato nord (verso la strada principale) dove è raffigurata una Madonna con Bambino e sul lato ovest dove troviamo una Crocifissione.

La Vergine col Bambino vede a sinistra Santa Caterina d’Alessandria con la ruota dentata simbolo del suo martirio e a sinistra Santa Barbara con la torre. Nella lunetta superiore – divisa in due comparti – San Marco Evangelista ed il suo simbolo, il leone.

Ognuna delle quattro lunette ospita infatti l’immagine di un Evangelista. Questi ultimi sono rappresentati seduti allo scrittoio: una soluzione in linea con l’epoca degli affreschi. Vi segnalo San Giovanni Evangelista rappresentato con nel comparto accanto la sua aquila. Da notare anche il simbolo (l’uomo, rappresentato come angelo) di San Matteo: raffinata la sua veste che supera con il suo panneggio la cornice in cui è racchiuso l’angelo. Quest’ultimo è rappresentato in una stanza della quale potete apprezzare il senso prospettico.

Michael Pacher, l’Italia e la prospettiva

Michael Pacher – figura importante per la contaminazione della prospettiva nell’arte tirolese – fu infatti in Italia a Padova e a Mantovatabernacolo monguelfo santa margherita e probabilmente trasse dal Mantegna i principi della prospettiva. Parlando di prospettiva, notate il lato del tabernacolo dedicato alla Madonna con Bambino. Qui il senso della profondità è dato dal soffitto a volte le cui intersezioni vanno stringendosi mano a mano che si allontanano dallo spettatore.

Da segnalare, infine, la faccia dedicata a Santa Margherita – titolare della chiesa parrocchiale di Monguelfo subito accanto al tabernacolo – la quale è rappresentata con il drago… al guinzaglio ed alla sinistra San Giacomo.

Un’ultima notazione circa la storia del tabernacolo. Questo si trovava originariamente nell’antica piazza principale di Monguelfo dalla quale partivano le strade per la Val Casies, per la Valle di Braies e quella che continuava verso Brunico e l’Alta Val Pusteria. Nel 1882, una grave alluvione lo travolse portandolo fino alla piazza della parrocchiale dove la popolazione lo riposizionò e dove ancora si trova.

tabernacolo monguelfo

Monguelfo e Paul Troger

Un’ultima notazione. Monguelfo è la patria di Paul Troger (1698-1762) maestro importante del barocco austriaco. La chiesa di Santa Margherita custodisce tre tele sue disposte nell’altare maggiore e nei due laterali.

 

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.