La mostra Caravaggio e Artemisia: la sfida di Giuditta a Palazzo Barberini è senz’altro da vedere. Anche qualora, a differenza di me, non consideriate Caravaggio il più grande pennello di tutti i tempi.
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Artemisia Gentileschi al Museo di Roma
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Artemisia Gentileschi e il Suo Tempo al Museo di Roma a Palazzo Braschi è una mostra che merita senz’altro la visita. E’ una passeggiata nei primi cinquant’anni del ‘600 a Roma, Firenze e Napoli seguendo i passi di Artemisia Gentileschi (1593-1653) e nell’arte italiana di quel periodo.
Così, ai grandi capolavori di Artemisia Gentileschi fanno da corteo d’onore le opere degli artisti dai quali apprese la sua arte, il padre Orazio Gentileschi in primis, ed i molti con i quali collaborò o comunque si configurarono vicendevoli influenze. A tal proposito, leggi Orazio Gentileschi: la Giuditta e Oloferne di Oslo
Una passeggiata, dunque, in una componente importante del ‘600 italiano, secolo profondamente influenzato da Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610) e di per se non all’altezza dei secoli che lo avevano preceduto.
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Ma l’arte di Artemisia – che probabilmente aveva conosciuto personalmente Caravaggio che era in rapporti con il padre Orazio (del quale non perdete il bellissimo Davide e Golia) – sebbene un’arte di maniera e di committenza, ha una sua forza formidabile. Eroina femminista ante litteram per lo stupro subito (1611) dal pittore ed amico del padre Agostino Tassi ed il famoso processo che ne seguì, porta nei suoi quadri la forza della rivalsa contro la violenza subita.
Artemisia Gentileschi in mostra al Museo di Roma
Sono così opere splendide Susanna e i Vecchioni (1610) e la Giuditta e Oloferne (degli Uffizi di Firenze). In quest’ultima opera, ma non solo, è evidente la ricerca di lasciarsi alle spalle attraverso la rappresentazione della violenza quanto subito: a riprova, basti il Giaele e Sisara o la Medea con il vibrante braccio destro che impugna l’arma pronta a colpire.
Le opere di Artemisia Gentileschi si susseguono così nelle sale di Palazzo Braschi di capolavoro in capolavoro. Il suo autoritratto come suonatrice di liuto, la Danae, gli importanti ritratti quali la Dama con il Ventaglio. La mostra ripercorre anche i cambiamenti nella pittura di Artemisia: dal caravaggismo in chiaro all’arricchimento della sua tavolozza, il gusto per i costumi, la raffinatezza appresa durante il periodo fiorentino, i grandi ritratti.
Le opere dei suoi contemporanei, spesso, oltre a raccontare il mondo artistico nel quale si muoveva, danno ancor maggior conto della ben diversa forza della sua arte.
La mostra nasce da un’idea di Nicola Spinosa ed è curata dal medesimo Spinosa per la sezione napoletana, da Francesca Baldassari per la sezione fiorentina e da Judith Mann per la sezione romana.
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- Da Artemisia a Hackert: una collezione degna di una reggia
Artemisia Gentileschi e il Suo Tempo
Museo di Roma – Palazzo Braschi
fino al 7 Maggio 2017
ingresso da Piazza Navona, 2 e da Piazza San Pantaleo, 10
Info T. 06 0608
www.museodiroma.it