mostra telemaco signorini firenzeTelemaco Signorini - Un mattino di primavera
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Telemaco Signorini a Palazzo Antinori: il fascino del Giglio

Telemaco Signorini (Firenze, 1835-1901) è un nome che rimane emblematicamente nella memoria di chiunque abbia visitato (con passione) almeno una mostra dedicata ai Macchiaioli. Un’arte sospesa tra la pittura en plein air, il movimento impressionista che si va sviluppando in Francia, un desiderio di rinnovamento che parte però da radici antiche.

Dalla Macchia all’astrattismo

Così la Macchia, cioè il concetto che la luce generi macchie di colore che si accostano e sovrappongono, trova un suo affascinante percorso che la rende un momento imprescindibile della storia dell’arte italiana del XIX secolo.

Unica per i colori della Toscana con i gialli riarsi dei campi di grano ed i bianchi battuti dal sole. Pronta ad affrontare i temi sociali del lavoro contadino e non solo (si pensi al Bagno Penale a Portoferraio proprio di Telemaco Signorini). Capace di influenzare la pittura che verrà così come il più blasonato movimento impressionista.

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Telamaco Signorini – Villa Toscana

Perché la macchia è per sua natura astratta e se guardiamo agli esiti dei pittori toscani dei decenni successivi è proprio dalla macchia che muove la loro sperimentazione. Ad esempio Sergio Scattizi (1918-2009) dove, nella componente della sua produzione pittorica più tendente all’astrattismo, ritroviamo materici i gialli, i bianchi e le tante sfumature di terra della Macchia e della Toscana.

Giovanni e Telemaco Signorini

Se un tratto emerge forte nei paesaggi di Telemaco Signorini è la raffinatezza della sua pittura. Certamente, in questo gli dovette essere maestro il padre Giovanni (1808-1864), vedutista le cui opere

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Telemaco Signorini – Una mattina sull’Arno

erano apprezzate ed acquistate da Leopoldo II di Lorena, granduca di Toscana.

Giovanni fu maestro a Telemaco e, certamente, il viaggio insieme nel 1858 che portò il giovane figlio a conoscere Torino, il lago Maggiore, Milano, Brescia, il lago di Garda, Venezia dovette essere importante nella sua impostazione artistica.

Telemaco Signorini intraprenderà poi un percorso diverso dal padre, ad uscire da Firenze e ad avventurarsi verso l’epicentro dell’arte del XIX secolo: Parigi. Qui soggiornerà una prima volta nel 1861 poi via via più spesso con il passare degli anni.

La Firenze di Giovanni e Telemaco Signorini a Palazzo Antinori

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Telemaco Signorini – Mercato vecchio

La mostra, come il titolo bene esplicita, si focalizza su due aspetti. Il rapporto tra i due Signorini ed il loro rapporto con Firenze. Quest’ultimo e centrale per entrambi. Per Giovanni che vi visse tutta la sua esistenza sia umana che professionale dedicandosi a rappresentarla tanto da guadagnarsi l’appellativo de “il Canaletto fiorentino”. Per Telemaco che comunque qui costruì la sua passione per l’arte e la sua vicinanza ai fermenti di rinnovamento che avevano come centro il Caffè Michelangelo.

Un ampio carteggio (recentemente studiato) tra Giovanni, Telemaco ed il fratello Paolo ha permesso ai curatori della mostra Elisabetta Matteucci e Silvio Balloni di lavorare proprio sulla dimensione del rapporto artistico tra padre e figlio.

Scrivono infatti i curatori: “Oltre a fare rivivere l’affascinante scenario entro cui si è dipanata la loro vicenda artistica, la mostra si prefigge sia di fare emergere le ascendenze del capostipite sul figlio pittore, sia di documentare l’evoluzione della pittura di paesaggio in Toscana, dalla raffigurazione tardo romantica, secondo i modelli di Claude Lorrain e Nicolas Poussin, alla moderna estetica figurativa del periodo di maggior combustione della macchia, di cui Telemaco è stato tra gli sperimentatori più audaci, promuovendone un’inedita interpretazione, anticipatrice dell’aggiornamento della cultura figurativa del XIX secolo. Il visitatore si troverà, così, al centro di un percorso a dir poco magico, evocato nella rappresentazione straordinaria di un’anima urbana, da tempo dimenticata dalle guide, specchio di un microcosmo pulsante di vita, spettacolare nella sua monumentalità e al tempo stesso raccolto nella calda dimensione domestica”.

Last but not least c’è il luogo, ovvero Palazzo Antinori che aprirà ai visitatori della mostra i saloni del suo piano nobile. Progettato a metà del XV secolo da Giuliano da Maiano, landmark del centro storico fiorentino, rappresenta un’ulteriore irresistibile tentazione alla visita della mostra.

La Firenze di Giovanni e Telemaco Signorini

19 settembre – 10 novembre 2019
a cura di Elisabetta Matteucci e Silvio Balloni
Firenze, Palazzo Antinori
Piazza Antinori
Orari: dalle 10.00 alle 18.00 dal Martedì alla Domenica (Lunedì chiuso)
Informazioni: Telefono 05529375

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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