In mostra alle Terme di Diocleziano il Primitivismo nella Scultura del Novecento. Je suis l’autre. Giacometti, Picasso e gli altri meriterebbe la visita fosse solo per lo straordinario contenitore nella quale è collocata.
Sappiamo l’impatto che l’arte africana e delle popolazioni primitive in generale ebbe sui movimenti artistici europei tra ‘800 e ‘900. La mostra Je suis l’autre. Giacometti, Picasso e gli altri lo racconta attraverso un confronto diretto tra capolavori di ambedue le sponde degli oceani.
Per dirla tutta, delle opere esposte – al contrario del titolo della mostra – non sono quelle di Giacometti e Picasso a far la parte del leone. Vi troverete capi d’opera di ambo le civiltà, quelle delle economie industriali e quelle del mondo ancora primitivo.
Terme di Diocleziano: il Primitivismo nella Scultura del Novecento

Quella ospitata nelle Terme di Diocleziano è una mostra che va vissuta prima con il cuore che con l’intelletto. Perché i percorsi che conducono alla creazione delle opere sono molto diversi. Nel caso delle popolazioni primitive sono i loro stessi impulsi vitali a generarle. Si tratta della concretizzazione del loro vissuto della natura, delle loro paure per un universo in larga misura vissuto come imponderabile e incontrollabile.
Nel nostro caso, invece, il percorso avviene al contrario. Partendo dalle nostre certezze illuministe di esseri razionali indaghiamo in noi stessi per ritrovare – o forse risvegliare – quei sentimenti naturali nei nostri antenati.
La conoscenza delle loro opere certamente facilitò questo percorso negli artisti europei a cavallo tra XIX e XX secolo.
La mostra Je suis l’autre. Giacometti, Picasso e gli altri. Il Primitivismo nella Scultura del Novecento questo passaggio lo esplicita chiaramente. Guardate una accanto all’altra le opere primitive e primitiviste e la differenza dei percorsi emerge chiara.
Una sferzata di energia

Dimenticando per un attimo quanto fin qui detto e concentrandoci esclusivamente sulle percezioni visive, il confronto è anche per altri versi formidabile.
Nelle arti primitive, siano esse africane o di altrove, emerge una forza interiore straripante. Sono rappresentazioni straordinarie delle nostre pulsioni più interne, alle volte forti fino a raggiungere l’orrido. Certamente fu, per la nostra arte europea dei decenni citati, una straordinaria sferzata d’energia.
Furono anche decenni molto particolari. La rivoluzione industriale, la nascita di una classe operaia cosciente, la Belle Epoque e le sue contraddizioni sociali, il tragico epilogo della Prima Guerra Mondiale. E’ difficile stabilire misure, ma la scoperta dei primitivi si insinuò esplosiva in queste dinamiche portandoci alle opere straordinarie che la mostra delle Terme di Diocleziano ci propone.
Il percorso è articolato in cinque momenti dove i curatori Francesco Paolo Campione e Maria Grazia Messina hanno rappresentato un viaggio all’interno di cinque aree tematiche.

Queste ultime sono legate ai principali momenti dell’esplorazione interiore che accomunò gli artisti nel confronto con le espressioni artistiche primitive: L’infanzia dell’Essere; La Visione e il Sogno; Il Mondo Magico; Amore e Morte; Il Visibile e l’Invisibile.
Difficile per chiunque suddividere in recinti precisi opere così intrinsecamente istintive e legate alla sfera della pura emozione ma, certamente, tutti gli elementi citati fanno parte di quell’immaginario.
Una mostra da vivere e meditare gustando il suo straordinario contenitore, una delle infinite bellezze di Roma. Per inciso, Je suis l’autre è un piccolo paradiso per i fotografi. Ovviamente, il bianco e nero la fa da padrone.
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Je suis l’autre
Giacometti, Picasso e gli altri. Il primitivismo nella scultura del Novecento
28 settembre 2018 – 20 gennaio 2019
Terme di Diocleziano, Roma