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Gregorio XIII: la tomba del Calendario

La tomba di Gregorio XIII, dovuta allo scultore Camillo Rusconi (Milano 1658 – Roma 1728), si trova lungo la navata destra della Basilica di San Pietro poco prima del transetto.

La tomba di Gregorio XIII di Camillo Rusconi

Il pontefice in trono è rappresentato nell’atto di benedire. Sotto di lui l’urna funeraria ornata di un bassorilievo. In basso, ai lati, le due figure della Religione e della Magnificenza o, forse, del Sapere rappresentato come Minerva. La prima regge le Tavole della Legge. Sopra di esse è che riportato un verso dell’Apocalisse: Novi opera eius et fide, ovvero Conobbi la sua opera e la sua fede.

La seconda, in una posizione particolarmente acrobatica, col piede destro ben puntellato sotto l’urna, scopre il drappo che celava il bassorilievo.

tomba gregorio xiii rusconi
Camillo Rusconi – Monumento Funebre Gregorio XIII

Il bassorilievo del Calendario Gregoriano

Nel bassorilievo ai piedi di Gregorio XIII è rappresentata la promulgazione del Calendario Gregoriano voluto appunto dal pontefice. A realizzarlo Carlo Francesco Mellone, scultore coinvolto nella decorazione anche del Duomo di Milano, su disegno di Bernardino Cametti (Roma 1669-1736).

Gregorio XIII costituì un gruppo di studio formato da esperti di varie materie per giungere alla definizione del nuovo calendario. Li vediamo ritratti in parte alla sinistra del pontefice: chi intento a studiare il globo celeste, chi con gli occhiali ben inforcati.

Il drago posto alla base dell’urna richiama invece lo stemma araldico dei Boncompagni.

Ancora al di sotto troviamo l’iscrizione:

GREGORIA XIII PONT. MAX. / IVSTITIAE CVSTODI PIETATIS CVLTORI RELIGIONIS VINDICI / ET PROPAGATORI IN VTROQVE ORBE MVNIFICENTISSIMO / IACOBVS TIT. S. MARIAE IN ARCHIEPISCOPVS BONONIAE ABNEPOS POSVIT / ANN. SAL. MDCCXXIII

Iacobus… Abnepos, cioè Giacomo… pronipote arcivescovo di Bologna, si riferisce al cardinale Giacomo Boncompagni, ovvero il committente del monumento.

tomba gregorio xiii basilica san pietro
Carlo Francesco Mellone – Promulgazione Calendario Gregoriano

Gregorio XIII e la storia del monumento funebre

Gregorio XIII, al secolo Ugo Boncompagni (Bologna 1501 – Roma 1585), fu eletto al soglio pontifico nel 1572. Scelse il nome in onore di Gregorio Magno dottore della Chiesa. Infatti, il pontefice, uomo di vasta cultura e di profonde competenze giuridiche, partecipò in prima persona ad alcune fasi del Concilio di Trento (1545-1563) e affrontò in modo incisivo i problemi teologici del suo tempo. Fu, a tal proposito, in contatto diretto con uomini di Fede del calibro di San Filippo Neri, del quale approvò la Congregazione dell’Oratorio, di San Carlo Borromeo e di Sant’Ignazio di Loyola.

Sebbene dopo la morte fosse stato immediatamente tumulato nella Basilica di San Pietro, la sua tomba mancava del necessario ornamento. Fu così che nel 1715 il cardinale Giacomo Boncompagni (1652-1731), con l’incoraggiamento di papa Clemente XI Albani, fece realizzare il Monumento funebre di Gregorio XIII. Questo fu commissionato a Camillo Rusconi che lo concluse nel 1723.

Infine, può essere interessante sapere che il Museo di Roma custodisce il modello della statua di Gregorio XIII mentre l’Ermitage di San Pietroburgo conserva copia dell’intero gruppo scultoreo.

Approfondimenti

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Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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