tomba pio vii san pietroThorvaldsen - Tomba di Pio VII in San Pietro
Città d'Arte, Slider home, Storia dell'arte

Tomba di Pio VII a San Pietro: la storia e l’opera

La Tomba di Papa Pio VII Chiaramonti (1742-1823) opera di Bertel Thorvaldsen incombe imponente circa a metà della navata sinistra della Basilica di San Pietro. Siamo, per orientarci, una ventina di metri prima della porta della sacrestia e della tomba di Papa Innocenzo XI.

Il monumento funebre di Pio VII si rifà a soluzioni già diffuse, basti confrontarlo con la tomba di Clemente XIV (1705-1774) realizzata da Canova e inaugurata nel 1787.

Bertel Thorvaldsen: un protestante in vaticano

Bertel Thorvaldsen (1770-1844), danese, visse in realtà tutta la sua vita a Roma. Qui infatti arrivò nel 1787 e, fatti salvi un paio di periodi passati in patria, vi rimase fino al 1842. Fu un protagonista della scultura neoclassica: un grande protagonista della stessa in concorrenza con Antonio Canova.

Di fede protestante, fu comunque incaricato della realizzazione del monumento funebre di Pio VII divenendo così (probabilmente) il solo artista non cattolico una cui opera sia presente nella basilica.

Tomba di Pio VII a San Pietro: l’incarico a Thorvaldsen

tomba pio vii san pietro thorvaldsenLa storia è in realtà un minimo più complicata. Pio VII visse da pontefice (1800-1823) gli anni dell’affermazione e del declino di Napoleone. Da quest’ultimo fu addirittura tenuto per due anni prigioniero a Savona.

Nonostante il particolare periodo storico e la triste vicenda vissuta con Napoleone, era uno spirito moderno, aperto al dialogo ed al progresso scientifico. Ebbe come fedelissimo Segretario di Stato il cardinale Ercole Consalvi (1757-1824). Questi oltre ad essere devoto al papa fu anche un appassionato d’arte e mecenate.

La decisione di affidare il monumento funebre a Bertel Thorvaldsen dovette essere molto probabilmente discussa tra i due. Altrettanto probabilmente, in prima battuta, l’incarico sarebbe dovuto andare ad Antonio Canova ma questi morì il 13 ottobre del 1822.

Just Mathias Thiele, nella sua biografia del Thorvaldsen, narra che nel 1823 Consalvi convocò nella sua dimora lo scultore danese per conferirgli l’incarico. Fu il cardinale a sostenere le spese dell’opera tant’è che nel suo testamento del 1822 Consalvi indica in 20.000 scudi la somma da destinare alla tomba.

Per l’esattezza, il suo testamento recita: “Si je mourais avant Sa Sainteté, comme je le désire, mon héritier fiduciaire reste chargé de consacrer la somme fixée à l’erection de ce tombeau, dont l’exécution sera confiée au ciseau du celèbre marquis Canova, et à son défaut, au celèbre chevalier Thorwaldsen, et, si celui-ci ne pouvait l’exécuter, à un des meilleurs sculpteurs de Rome”.

Per la morte di Canova l’esecuzione toccò così a Thorvaldsen. Il monumento funebre di Papa Pio VII venne così inaugurato il 2 aprile 1831 ma non senza problemi. Infatti il cardinale Giuseppe Albani, Segretario di Stato tra il 1829 e il 1830 si opponeva alla collocazione della tomba proprio per la confessione professata da Thorvaldsen.

Monumento funebre di Pio VII: l’opera

Il grande monumento funebre di Pio VII si innalza come conchiuso all’interno di una finta cappella costituita da due colonne con capitelli corinzi sormontate da un’architrave con il nome del pontefice.Thovaldsen Tomba Pio VII San Pietro

Pio VII è seduto su un trono dalla foggia che richiama i troni dei mosaici bizantini posta all’interno di una nicchia ornata intorno al perimetro con motivi fitomorfi di foggia classica.

Il papa è ritratto nell’atto della benedizione. Indossa la cappa magna finemente lavorata e la talare dove Thorvaldsen gioca tra la superficie liscia della prima e quella martellata della seconda.

A ciascun lato del pontefice sono disposte due statue posizionate su due livelli. Al livello più alto, sono posti due angeli. Quello alla sinistra del pontefice (destra guardando) ha in mano una clessidra, segno della caducità della vita. Quello di destra è intento a scrivere: probabilmente, un riferimento a quanto realizzato nella propria esistenza terrena.

Nel registro inferiore due figure femminili in piedi rappresentano a sinistra la Sapienza e a destra la Fortezza Morale. La Sapienza è intenta a leggere la Bibbia, come si intende dal titolo in latino sulla copertina. Ai piedi ha una civetta, simbolo di vigilanza e preghiera notturna.

Il mito di Onfale

Thovaldsen Tomba Pio VII San PietroLa Fortitudo richiede un ragionamento in più. Sia chiaro, si tratta di un’ipotesi. La figura infatti è vestita da una pelle di leone e, fin qui, il concetto di fortezza d’animo si applicherebbe bene.

Sotto il piede sinistro tiene però una clava che complica l’interpretazione del significato. In cardinale Consalvi, munifico donatore del monumento si chiamava Ercole: e se quella fosse la famosa clava di Ercole? Se così fosse, la figura femminile richiamerebbe Onfale regina della Lidia, che ebbe Eracle schiavo per un anno e ne indossò la pelle di leone. Resta da comprenderne il significato. Aver superato il periodo di sottomissione a Onfale rappresentò per Ercole la purificazione dalla colpa di aver ucciso Ifito. Dunque, la statua potrebbe alludere alla purificazione ottenuta attraverso una condotta terrena rispondente ai precetti cristiani.

Oppure, viceversa, la clava potrebbe rappresentare la fortezza fisica che si qualificherebbe come inferiore a quella morale.

La dedicazione del monumento

Sopra l’architrave della porta che immette nella camera sepolcrale, è possibile leggere un’iscrizione:

PIO.VII.CLARAMONTIO.CAESENATI.PONTIFICI.MAXIMO

HERCULES.CARD.CONSALVI ROMANUS.AB.EO.CREATUS

Ovvero:

A PIO VII, CHIARAMONTI DI CESENA, PONTEFICE MASSIMO,

ERCOLE CARDINALE CONSALVI, ROMANO, DA LUI STESSO CREATO

E’ l’ultimo saluto del cardinale Consalvi al papa che per ben due volte lo volle Segretario di Stato.

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.