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Città d'Arte, Storia dell'arte

L’Incredulità di San Tommaso del Verrocchio

L’Incredulità di San Tommaso di Andrea del Verrocchio (1435-1488) è considerato il capolavoro per la scultura in bronzo di questo maestro. Coglie Cristo e San Tommaso – a grandezza più che naturale (il Cristo è alto 241 cm) – nell’attimo fatidico nel quale Tommaso avvicina il dito alla ferita di Cristo.

Incredulità di San Tommaso del Verrocchio: l’opera

I due sono in silenzio. Gesù con la mano sinistra apre la tunica mostrando la ferita. Il suo braccio e la mano destra (il palmo con la ferita del chiodo rivolto verso l’alto) sono levati. Come se volesse sottolineare questo istante particolare, richiamare l’attenzione di tutti verso il suo sacrificio.

San Tommaso non tocca la ferita di Cristo. Ha un attimo di timore. Forse si chiede se non abbia già oltrepassato il consentito. La sua mano sinistra solleva l’ampia tunica creando un dinamico gioco di pieghe. La stessa cosa fa Cristo piegando l’avambraccio sinistro.

Andrea del Verrocchio Incredulità di San Tommaso
Andrea del Verrocchio – Incredulità di San Tommaso

Tanti i particolari di un capolavoro. Le mani dalle lunghe dita ricche dei dettagli delle ossa e delle vene, i riccioli della barba e dei capelli, i calzari all’antica di San Tommaso, il ricamo sul collo della sua veste.

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Incredulità di San Tommaso del Verrocchio – al di là del suo valore artistico – ha anche una storia e un significato interessanti.

Orsanmichele: una nicchia particolare

Com’è noto, la statua venne realizzata per essere posta in una nicchia esterna di Orsanmichele a Firenze, la chiesa delle antiche scultura rinascimento firenzecorporazioni della città. Era infatti una della quattordici statue dei santi protettori delle varie arti fiorentine le quali ornavano, inserite, in nicchie, i lati di Orsanmichele.

Per essere precisi, la nicchia dell’Incredulità era quella più in vista dell’edificio sul lato di via de’ Calzaiuoli. Non a caso, ospitava anteriormente una statua di San Ludovico di Tolosa realizzata da Donatello il quale aveva realizzato la nicchia medesima.

A possederla l’Università della Mercanzia la quale, attraverso il suo tribunale, giudicava le cause tra i mercanti fiorentini in qualsiasi parte del mondo essi si trovassero.

Verrocchio Incredulità di San Tommaso: Un’opera durata vent’anni

La realizzazione dell’Incredulità di San Tommaso richiese tempi biblici. L’Università aveva acquistato la nicchia nel 1463 dalla Parte Guelfa e subito si era messa all’opera coinvolgendo nell’iniziativa personaggi di primissimo piano.

scultura rinascimento italiaDifatti, della partita furono anche Piero il Gottoso e suo figlio Lorenzo il Magnifico. Probabilmente furono proprio loro a suggerire il nome di Andrea del Verrocchio dopo che nel 1466 era morto Donatello.

Con altrettanta probabilità furono proprio i numerosi lavori effettuati per i Medici (per i quali Verrocchio fungeva da scultore di corte) a rallentare la realizzazione dell’Incredulità di San Tommaso.

Sappiamo però dalle carte che fu Piero il Gottoso a negoziare nel marzo del 1464 l’acquisto dall’Arte della Calimala di 400 fiorini di bronzo e rame per realizzare le statue. Sappiamo anche che il primo pagamento al Verrocchio porta la data del 15 gennaio 1467. Ma Verrocchio fuse il Cristo solo nel 1476 e lo finì tre anni più tardi. Poi realizzò il San Lorenzo.

Così solo il 21 giugno 1483 l’Incredulità di San Tommaso arrivò nella sua nicchia per il piacere dei fiorentini e dei forestieri.

In pratica per realizzare l’opera Verrocchio aveva impiegato vent’anni. Difficile stabilire esattamente il perché a secoli di distanza. Da un lato, però, influirono i tanti impegni del maestro e della sua bottega parecchi dei quali provenienti dai Medici. Dall’altro, probabilmente, anche il committente si trovò in difficoltà a finanziare l’opera tanto che alla morte del Verrocchio la stessa non era ancora stata saldata.

Perché proprio San Tommaso?

E’ interessante capire il perché della scelta. Abbiamo detto che l’Università della Mercanzia si occupava anche di dirimere i contenziosiincredulità di san tommaso verrocchio orsanmichele firenze tra i mercanti fiorentini. Per farlo bene, per avere una buona giustizia (allora come ora) indagare era importante.

E certamente San Tommaso era uno che per accertare la verità non si fermava di fronte a nulla…. Inoltre, San Tommaso era un santo caro a casa Medici.

Perché non a tutto tondo?

Se guardate le due statue da dietro, scoprirete che solo le teste sono a tutto tondo. Infatti, il problema fu quello di inserire due statue di quelle dimensioni nella nicchia. Così, per risparmiare profondità, Verrocchio scelse questa soluzione.

E il piede di fuori?

Questa è un’altra caratteristica molto evidente dell’opera. Il piede destro di San Tommaso è così proteso verso chi guardi da sporgere in parte dalla nicchia. Ovviamente, posizionare San Tommaso di traverso consentiva di ridurre gli spazi necessari ma (forse soprattutto) dava una forte sensazione di profondità.

Giorgio Vasari e L’Incredulità di San Tommaso

Potete pensarla come volete ma Vasari è sempre Vasari e, quando si parli di un maestro del quale egli ha trattato, è sempre opportuno leggere quanto ne scrisse.

incredulità di san tommaso andrea del verrocchio orsanmichele firenzeA proposito dell’Incredulità di San Tommaso – un getto di bronzo per dirla come in quei tempi – Vasari scrive che le due statue: “…vennero tanto salde, intere e ben fatte che fu un bellissimo getto.

Onde messosi a rinettarle e finirle, le ridusse a quella perfezione che al presente si vede che non potrebbe esser maggiore, perché in San Tommaso si scorge la incredulità e la troppa voglia di chiarirsi del fatto, et in un medesimo tempo l’amore che gli fa con bellissima maniera metter la mano al costato di Cristo; et in esso Cristo, il quale con liberalissima attitudine alza un braccio et aprendo la veste chiarisce il dubbio dell’incredulo discepolo, è tutta quella grazia e divinità, per dir così, che può l’arte dar a un a figura; e l’avere Andrea ambedue queste figure vestite di bellissimi e bene accommodati panni fa conoscere che egli non meno sapeva questa arte che Donato, Lorenzo e gli altri che erano stati innanzi a lui.

Onde ben meritò questa opera d’esser in un tabernacolo fatto da Donato collocata, e di essere stata poi sempre tenuta in pregio e grandissima stima”.

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Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.