vigeland park osloVigeland Parke - Il Monolite
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Vigeland Park a Oslo: straordinario inno alla vita

Vigeland Park a Oslo, il formidabile capolavoro di Gustav Vigeland (1869-1943), il più celebrato scultore della Norvegia, poteva essere concepito soltanto in quel momento particolarissimo costituito dai decenni a cavallo tra XIX e XX secolo.

Decenni di mutamenti epocali in tanti aspetti dell’umanità. Di tragedie immani come i conflitti mondiali. Di movimenti radicalmente opposti tanto nella politica (si pensi alle teorie anarchiche ed ai regimi totalitari) quanto, tra gli altri campi, nell’arte. E’ anche il momento in cui nasce la psicologia moderna: Sigmund Freud (1856-1939) e Carl Jung (1875-1961) sviluppano le loro teorie in quegli anni.

Certamente quello di Vigeland fu un sogno divenuto realtà. Ma non fu il solo sognatore in Norvegia. Ve ne fu un altro che in realtà visse a Roma ed il cui sogno, purtroppo, non divenne mai realtà. Leggete Hendrik Christian Andersen: il museo dell’utopia

Gustav Vigeland: gli esordi

Possiamo viceversa dire che i suoi esordi sono legati ad una sensibilità e ad una drammaticità molto nord europea. Non dimentichiamo infatti che è suo coetaneo il maggior pittore che la Norvegia abbia avuto: Edvard Munch (1863-1944).

Risale al 1891 il gruppo scultoreo Maledetti. Una rappresentazione di grande impatto emotivo che caratterizza la sua opera di quegli anni. Vigeland viaggia e si reca a Copenaghen, Parigi, dove apprezza Auguste Rodin (1840-1917), Berlino, Firenze. Mano a mano anche Vigeland muta però il suo tratto. Così, dopo la Grande Guerra realizza un suo proprio Ritorno all’Ordine e proprio in questo clima si avvia la trentennale vicenda del Vigeland Park.

Se volete approfondire la vita e le opere dello scultore norvegese vi consiglio di leggere Gustav Vigeland: Vita e Opere.

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Vigeland Park – Statue sul ponte

1906: la grande fontana

In realtà, il punto di partenza è di qualche anno prima. Infatti, nel 1906 Vigeland presentò il modello della famosa fontana che oggi troviamo nel Vigeland Park. Originariamente venne però pensata per la piazza del Parlamento della Norvegia a Oslo, ove non vi trovò mai posto.

Nel 1924 la città di Oslo assunse la decisione di collocare la fontana presentata nel 1906 nel Parco Frogner. Con questa decisione si avviava il lungo percorso che avrebbe portato alla realizzazione del Vigeland Park all’interno del Frogner Park con le sue 212 sculture. Il completamento di quel formidabile complesso di opere che ammiriamo oggi avverrà solo alla fine degli anni ’40. Gustav Vigeland, venuto a mandare nel 1943, noi poté dunque mai veder terminato il progetto a cui aveva dedicato sei lustri della sua esistenza.

Se siete ad Oslo Vigeland Park è assolutamente imperdibile. Per organizzare più in generale la vostra visita alla città potete leggere Oslo: la visita

Vigelandsallegget nel Frogner Park

In punta di forchetta, la dizione Vigeland Park è una semplificazione turistica. Infatti, noi ci troviamo nel Frogner Park (Frogner Parken in norvegese che si estende per 42 ettari), il più bel parco di Oslo situato nell’area ovest della città.

Questo luogo incantevole, circondato da abitazioni assolutamente desiderabili, ospita quella ci in italiano si tradurrebbe Installazione di Vigeland ed in norvegese è detta Vigelandsallegget.

Si tratta di un’area estesa per 32 ettari percorsa da un asse di 850 metri lungo cui sono posti i gruppi scultorei di Gustav Vigeland. In termini sintetici, lungo l’asse troviamo cinque momenti:
·         la grande cancellata d’ingresso
·         il ponte con le sue statue di bronzo
·         la fontana
·         il monolite
·         la ruota della vita

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Vigeland Park – Il Monolite

Vigeland Park a Oslo: la Vita è il suo messaggio

Le sculture di Gustav Vigeland sono lì perché ognuno di noi le ammiri. Apparentemente sono lì per noi, semplici, immediate. In realtà del messaggio che il loro creatore ha voluto trasmetterci poco sappiamo.

Del formidabile monolite, si limitò a dire: “La colonna è la mia religione”. Dunque ognuno di noi è libero, ma anche obbligato, di cercare i propri significati. Forse proprio questo mistero, questa necessità di cercare dentro noi stessi l’interpretazione, è il fascino di Vigeland Park.

Non voglio imporre niente a nessuno, ma credo che il senso profondo vada ricercato nello scorrere della vita, nelle età dell’uomo. Ma anche nella ricerca propria di ogni essere umano intellettualmente dotato di elevarsi, di cercare l’essenza del proprio essere terreno ed ultraterreno. Certamente, vi è anche la rappresentazione del rapporto tra essere umano e natura, tra essere umano e pianeta terra.

Vigeland Park: la Cancellata e il Ponte

Iniziamo da qui per una vicenda di logica ma, come vedrete, non per cronologia di realizzazione. La grande cancellata su Kirkeveien è l’ingresso ufficiale all’installazione di Gustav Vigeland nel senso che è posta all’inizio del percorso. Fu progettata nel 1926 ma in realtà istallata solo nel 1942. Il tema principale sono i draghi: un legame con la tradizione vichinga.

Il grande ponte in granito, lungo 100 metri e largo 15, è il primo momento di impatto con l’opera di Vigeland. Vi trovano infatti spazio 58 statue di bronzo. Sono caratterizzate da un dinamismo, da una rappresentazione del movimento più marcata di quanto non troveremo proseguendo.

Sono opere in alcuni casi fortemente atletiche. Probabilmente vi ricorre più il genere maschile che quello femminile: vi si ritrova forte il rapporto padre-figlio. Ma c’è anche molto che ha a che vedere con il crescere. Il rapporto uomo-donna prorompe poi in un bellissimo cerchio preludio del grande Cerchio della Vita.

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Vigeland Park – Bassorilievi della Fontana

La fontana

Come abbiamo detto, il progetto della fontana risale addirittura al 1906. Segna l’inizio dell’avventura. Quando nel 1924 la città di Oslo decide di collocarla nel Frogner Parken il sogno diviene realtà.

La fontana vera è propria guarda all’arte antica. Anche qui la materia è il bronzo. Un grande cratere è sorretto da sei uomini di età diverse. L’area della fontana è delimitata da una grande balaustra che sorregge cinque statue in ogni angolo. Ogni statua è composta da un albero e figure umane diverse per sesso ed età. Ancora una volta le età della vita e, questa volta, un evidente forte connessione alla natura.

Sessanta bassorilievi ornano le pareti della balaustra: spesso di ispirazione fantastica, sarebbero, in qualsiasi altro contesto, un’opera a se.

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Vigeland Park – La Fontana

Il Monolite: la religione di Vigeland

Come abbiamo detto, di questo straordinario oggetto, probabilmente, il simbolo dell’arte stessa di Vigeland, lo scultore non fornì mai una spiegazione. Si limitò a dire: “La colonna è la mia religione”.

Tra il 1916 ed il 1919 vennero realizzate le 36 sculture di granito. Gustav Vigeland guardava per esse all’arte dell’Antico Egitto affermando: “L’aspetto che induce le persone a vedere nei miei gruppi di granito l’arte egiziana è la semplificazione”. Si tratta però anche del periodo nel quale Vigeland, guarda a Paul Gauguin e allo scultore Aristide Maillol. L’opera di quest’ultimo trova una visibile ispirazione nell’arte classica. Ancora una volta il tema sono le fasi della vita e l’interazione tra le generazioni.

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Gustav Vigeland – Gruppi scultorei del Monolite, 1918

Venne così il momento del Monolite. Questa scultura alta oltre 14 metri più tre di base e ricavata da un unico pezzo di granito venne prima modellata in argilla nel 1924-1925. Poi nel 1929 si avvio la scultura in granito composta da 121 figure che venne completata solo nel 1943 e mostrato per la prima volta nel Natale del 1944.

Credo sia giusto che ognuno di noi vi cerchi i suoi significati. Perché non credo sia possibile attribuirle un’interpretazione univoca. Certamente c’è la lotta per la sopravvivenza, l’ambizione dell’uomo di raggiungere il cielo, le stelle, forse l’eterno. In cima al monolite figure di diverse età ma molti bambini. Forse anche questo è un elemento al quale dare considerazione.

Le cancellate del Monolite

Al plateau del monolite si accede attraverso otto splendidi cancelli. Progettati tra il 1933 ed il 1937, furono messi in opera solo dopo la morte di Vigeland. Uomini giovani ed anziani. Donne giovani ed anziane. Ma anche la madre con il figlio ed il padre con il figlio. Dunque si ripetono i temi delle età dell’essere umano, del padre e della madre.

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Vigeland Park – Cancellate del Monolite

Vigeland Park Oslo: la Ruota della Vita

Dal pianoro del Monolite, l’occhio corre alla Ruota della Vita che chiude il lungo asse del Vigeland Park. Tra il Monolite e la Ruota della Vita trova in realtà posto una meridiana.

La Ruota della Vita è formata da sette figure: quattro adulti e tre bambini. Il loro intrecciarsi genera un cerchio, una forma che si ripete senza soluzione di continuità per un tempo infinito. Il tempo della donna, il tempo dell’uomo, il tempo dei loro figli: il tempo dell’Umanità. Il Cerchio della Vita capace di superare ogni avversità e di ritrovare ogni volta la capacità di rigenerarsi nuovamente.

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Vigeland Park – Ruota della Vita

 

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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