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Francisco Zurbaran: la raffinatezza del naturalismo

Francisco de Zurbaran (1598-1664) fu, insieme a Velázquez e Murillo, tra i protagonisti del Siglo de oro della pittura spagnola e di quel naturalismo raffinato che lasciò un’eredità duratura nell’arte europea.

A rendere unico lo stile del pittore fu la sua capacità di tradurre gli ideali religiosi dell’età barocca plasmando forme che per essenzialità, purezza e poesia hanno toccato profondamente l’immaginario moderno. Ciò traspare dall’opera di quanti, da Manet a Morandi, fino a Picasso e Dalí, hanno guardato nei secoli successivi all’opera del maestro sivigliano.

Zurbaran e Caravaggio: il naturalismo come fil rouge

Zurbarán (1598-1664) è la mostra che il Palazzo dei Diamanti di Ferrara ha dedicato al maestro spagnolo. Nell’occasione Gabriele Finaldi, Vice Direttore del Museo Nacional del Prado di Madrid ha commentato:

 

Zurbaran sanata casilda
Zurbaran – Santa Casilda

Con questa mostra vogliamo presentare al pubblico italiano questo grande pittore un pittore ambizioso, con una certa innocenza, un pittore cha volte è veramente un pittore mozzafiato: le nature morte così piene di mistero, le grandi figure dei grandi santi, le immagini dove il mondo mistico viene raccontato un realismo di matrice caravaggesca. Zubaran di Caravaggio conobbe sicuramente pochissime opere ma sapeva cosa significasse pe l’arte la rivoluzione caravaggesca e la fece sua. Sono opere che hanno una grande potenza: l’ebbero nel ‘600 e la posseggono ancora oggi”.

L’esposizione ci ha permesso di ripercorre le tappe salienti della carriera di Zurbarán. Ciò partendo dalle prove con le quali l’artista si afferma sulla scena di Siviglia, “la Firenze spagnola”, come lo splendido San Serapio (1628, Hartford, Wadsworth Atheneum Museum of Art), la Visione di San Pietro Nolasco (1629, Madrid, Museo del Prado) o il più tardo San Francesco (c. 1635, Milwaukee Art Museum), segnate da un luminismo drammatico e contrastato.

Seguono i quadri a tema profano eseguiti per il palazzo del Buen Retiro alla corte di Madrid, come La lotta di Ercole contro il leone di Nemea (1634, Madrid, Museo del Prado); dalle figure di santi e profeti, fino alla produzione degli ultimi anni, improntata a un più sobrio lirismo. Ad esempio nel San Giovanni Battista (c. 1659, Collezione privata), dove a prevalere sono atmosfere più chiare e felici scorci sul paesaggio, o nella Madonna col Bambino e San Giovannino (1662, Bilbao, Museo de Bellas Artes), ultima opera firmata dall’artista, in cui la pittura del maestro si rinnova e si schiarisce in un misurato classicismo.

Se volete vedere il ritratto di Santa Casilda in HD, vi consigliamo la pagina del Museo Thyssen. Cliccate Museo Thyssen Santa Casilda.

L’iconografia mariana

Stupiscono per la vena poetica le opere legate all’iconografia mariana. Ad esempio l’Immacolata Concezione (c. 1635, Sigüenza, Museo Diocesano), o le scene di intimità familiare, che comunicano con grande immediatezza la presenza del divino nella sfera quotidiana, come la Casa di Nazaret (c. 1644-45, Madrid, Fondo Cultural Villa Mir).

Il motivo della visione soprannaturale raggiunge vertici d’ intensità nel Miracolo della Porziuncola (c. 1630-31, Cadice, Museo de Cádiz) e nell’Apparizione della Vergine a san Pietro Nolasco (c. 1628-30, Galerie Coatalem, Parigi). Altra opera degna di menzione è il Cristo crocifisso con un pittore, (c. 1650, Madrid, Museo del Prado), dove Zurbarán crea una delle sue invenzioni più enigmatiche che ha diviso la critica. Secondo alcuni, il personaggio in contemplazione del crocifisso potrebbe essere un autoritratto dell’artista, mentre altri invece pensano si tratti dell’evangelista-pittore san Luca.

Francisco de Zurbaran Natura Morta
Francisco de Zurbaran – Natura Morta

Francisco de Zurbaran e la Natura Morta

Nell’opera di Zurbaran una delle punte più avanzate nella direzione del rinnovamento formale è rappresentata dalle nature morte. Opere quali Una tazza d’acqua e una rosa (c. 1630, Londra, National Gallery) e Agnus Dei (1635-40, San Diego Museum of Art) lo dimostrano. La raffinatezza di questi dipinti, in cui gli oggetti sono collocati in uno spazio rarefatto e silenzioso, è affidata alla sobrietà della composizione, alla purezza delle forme e alla regia dei valori luminosi. In queste opere  Zurbarán restituisce le forme come purificate dalla luce, in una visione cristallina del particolare e di silenziosa monumentalità.

francisco de zurbaran
Francisco de Zurbaran – Tazza d’acqua e rosa

Le figure dei Santi

Tra le invenzioni più originali dell’artista vi sono le grandi figure di santi, raffinate effigi che godettero di straordinaria popolarità e che furono realizzate in serie soprattutto per le colonie del Nuovo mondo. Opere come la Santa Casilda (c. 1635, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza), il Beniamino (anni Quaranta del Seicento, collezione privata) e la Sant’Orsola (c. 1635, Genova, Palazzo Bianco) testimoniano la capacità di ammantare gli episodi sacri di un fascino elegante, grazie alla ricercatezza delle pose, alla resa virtuosistica di stoffe preziose e alla tavolozza brillante. Queste figure maestose rivolte verso l’osservatore come protagonisti di un ritratto esercitano, oggi come allora, un fascino magnetico.

Organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Centre for Fine Arts di Bruxelles con la speciale collaborazione del Museo Nacional del Prado di Madrid e del Museo de Bellas Artes di Siviglia curata da Ignacio Cano con la consulenza di Gabriele Finaldi, la mostra dedicata a Zurbarán è l’occasione per ammirare per la prima volta in Italia i capolavori di uno dei massimi esponenti del barocco spagnolo, nonché grande interprete della religiosità controriformista.

Zurbarán (1598-1664)
14 settembre 2013 – 6 gennaio 2014
Palazzo dei Diamanti – Ferrara
Informazioni
tel. 0532 244949 diamanti@comune.fe.it
www.palazzodiamanti.it