Passeggiare di notte per il Foro Romano è un’esperienza indimenticabile e non potrebbe che essere così. Lo spettacolo è unico come unica è Roma.
Visitare il Foro Romano di notte
Il buio isola gli antichi resti da tutto ciò che durante il giorno ruota loro intorno e li rende protagonisti assoluti. La luce radente delle lampade ne scava i dettagli e ne slancia le strutture.
Così, nel silenzio, passeggiare per il Foro Romano permette di trovare la concentrazione giusta per riflettere sulla sua articolata vicenda storica e su quell’elemento straordinario che è componente importantissima della bellezza di Roma: l’uso ed il riuso delle sue strutture.
E’ così per il Tempio di Antonino e Faustina divenuto chiesa rinascimentale dagli incredibili slanci dovuti non solo all’altezza del colonnato pagano ma anche alla differenza di piani tra il Foro Romano nel suo splendore e l’interramento medievale.
Il Foro Romano e il Palazzo Senatorio
Lo stesso formidabile effetto lo fa il Palazzo Senatorio sul Campidoglio (con ai suoi piedi l’Arco di Settimio Severo ed il Tempio di Saturno). Luogo simbolo della Roma più antica, sopravvissuto dall’epoca repubblicana, sede medievale del comune e del senato romano di quella fase storica è un libro aperto che consente di leggerne la storia.
Oggi, in continuità con i secoli passati, ospita il Consiglio Comunale ed il Sindaco della Capitale.
E’ proprio il lato rivolto verso il Foro Romano a permetterlo. Anche a colpo d’occhio appare chiara la possente struttura romana che funge da fondamenta e quella sovrapposta fortificata medievale (con le sue torri) sulla quale intervenne Michelangelo, siamo nel 1538, per dare forma rinascimentale al luogo.
Santa Maria Antiqua
Vi è un luogo che rende ancor più unica (se mai fosse possibile) questa passeggiata notturna: è la Chiesa di Santa Maria Antiqua. Un luogo formidabile per molti motivi. Forse utilizzata come caserma dai pretoriani, data la sua posizione alla base dei palazzi imperiali sul Palatino, divenne luogo di culto quando, a metà del VI secolo, i Bizantini presero possesso di Roma.
Una chiesa vissuta per alcuni secoli fino a quando un terremoto nell’847 non la sepolse fino ad essere riportata alla luce nel XIX secolo.
Questo destino ci ha consentito di far arrivare fino a noi una parte degli affreschi di Santa Maria Antiqua. Una testimonianza eccezionale dell’arte pittorica di secoli dei quali poco ci è giunto.
Una testimonianza che ci permette di riflettere sull’elaborazione della pittura bizantina in atto a Roma tra il VI e l’VIII secolo. In quella Roma dove la memoria dell’arte classica certo non era sparita, dove la tendenza ad una rappresentazione naturalistica era presente e ben diversa dallo stile bizantino.
Basta guardare la Crocefissione con l’espressione di dolore della Madonna e le figure dei soldati romani rappresentati nella loro azione per apprezzare come la situazione si ben diverse dalla rigida concezione bizantina.
L’affresco della Madonna con Bambino, il più antico della chiesa, databile al VI secolo, oltre ad essere il più antico affresco della Madonna in Trono a noi noto, mostra ancora una volta come la pittura bizantina a Roma (la Vergine è rappresentata nell’abbigliamento di una imperatrice) abbia un suo carattere ma, in più, ci permette di valutare anche i caratteri di una fase della pittura bizantina della quale ci resta poco a causa del movimento iconoclasta del VII secolo.
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