di Francesca Cencetti
La Madonna che allatta il Bambino di Andrea Vanni (Siena, 1332c.–1414), tempera su tavola di 81 x 56,5 cm della fine del Trecento, oggi al Museo Diocesano di Perugia, è stata restaurata nel 2023 grazie la raccolta fondi derivata dalle opere donate da artisti Lions e non, esposte nella Mostra a Perugia organizzata dal Comitato Distrettuale Lions 108L Artisti della Solidarietà.
Andrea Vanni: la Madonna del Latte
La tavola di Andrea Vanni rappresenta la Madonna mentre compie l’atto del nutrimento, che accomuna tutte le madri del mondo nella sua naturalezza e al contempo nella sua solennità. Il Bambino si volge verso lo spettatore, come se volesse mostrare di tenere in mano un giocattolo da cui sgorga magicamente il latte, fonte di vita.
La dimensione creativa di Andrea Vanni sembra qui voler andare oltre la corporeità per rendere la figura femminile assoluta ed eterna, quasi immateriale. Il restauro ha posto in evidenza il cardellino che sembra pungere con il becco il pollice del Bambino che lo tiene, pur delicatamente, nella mano destra. Simboleggia la futura passione di Gesù, di cui il volto ieratico e malinconico della Vergine sembra averne consapevolezza.
Il suo viso così delicatamente femminile, dallo sguardo penetrante, con l’evidente espressione Gratia Plena, è incorniciato da un velo leggero, evanescente e trasparente che arriva morbido fino al collo, allungato e ben proporzionato.
Come lo sfondo oro in cui le due figure sono incastonate, la veste del Bambino sembra risuonare di echi bizantineggianti: i panneggi presentano raffinati disegni di minuscoli fiori, piccole forme romboidali, impercettibili cerchi che rendono sfavillante il corpo del neonato, come racchiuso in un guscio protettivo e accudente.
Il restauro
Il dipinto mostra, in alto, anche una piccola Annunciazione. A sinistra, l’angelo fermo e determinato, a destra, la Vergine che, incredula, si protegge con la mano sollevata e sembra dire: ”a me? proprio a me?”. Ai lati del volto di Maria sono sospese due figure di profeti, Isaia ed Ezechiele, recanti in mano i cartigli con le loro enunciazioni profetiche.
La mano esperta e sapiente del restauratore Paolo Biscarini ha fatto inoltre emergere particolari finora nascosti: alcune stelle a raggiera sul manto che avvolge la Madonna che alludono al suo essere celestiale (“Ave, Maris Stella”) e fanno pensare alla luce divina della resurrezione.
“E’ la stella – scrive San Bernardo – che nel mare tempestoso, brilla per i suoi meriti”. In questa preziosa tavola, ubicata presso il Museo del Capitolo di Perugia, ci appare il mistero della donna, il mistero della vita e il mistero della morte.
Quando visiterete il Museo Diocesano di Perugia, non perdete la Pala di Sant’Onofrio di Luca Signorelli
Arte Senese – Approfondimenti
Per quanto riguarda i grandi pittori senesi del XIII e XIV secolo, puoi leggere:
- Cripta del Duomo di Siena: trionfo d’affreschi
- Madonna Gualino: capolavoro del colore del ‘200
- Duccio di Buoninsegna: la Madonna Rucellai
- La Maestà di Simone Martini: un gotico a Siena
- Ambrogio Lorenzetti: il ‘300 d’oro senese
- Ambrogio Lorenzetti: la Maestà di Massa Marittima
- Siena: il Fonte Battesimale di Ghiberti, Donatello e Della Quercia
- Sassetta; Vita e Opere
- Pavimento del Duomo di Siena; splendore inaudito
3 Comments