Storia dell'arte

Luca Signorelli: la Flagellazione di Morra

L’Oratorio di San Crescentino a Morra, nei pressi di Città di Castello, decorato dagli affreschi di Luca Signorelli (1441-1523) e della sua bottega, merita il viaggio e la visita.

Dell’ampio corredo di affreschi che ornava l’Oratorio di San Crescentino, sono cinque quelli signorelliani giunti fino a noi sufficientemente in buono stato. La Flagellazione, la Crocifissione, le due cappelline laterali della Madonna della Misericordia e della Madonna di Loreto e la cappella che costituisce l’altare dell’oratorio. Ma partiamo con un minimo di storia dei luoghi.

Oratorio di San Crescentino a Morra: storia breve

L’oratorio nasce nel 1420 quale sede dell’omonima confraternita. Poi nel 1507 è ampliato ed assume la struttura che vediamo oggi dove l’oratorio quattrocentesco diviene sacrestia dell’oratorio cinquecentesco.

Probabilmente, proprio negli anni dell’ampliamento vanno collocati gli affreschi di Luca Signorelli e bottega. Perché proprio al maestro di Cortona venne commissionata quest’opera? Signorelli era un artista affermato e molto noto in Umbria. Aveva lavorato a lungo tra Città di Castello, Umbertide, Perugia e Orvieto. Peraltro, allievo a Sansepolcro di Piero della Francesca, era radicato in quell’area. Forse, però, aveva soprattutto pesato nella scelta il rapporto che legava Signorelli ai Vitelli, signori di città di Castello.

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Morra – Oratorio San Crescentino

Vi è poi un aspetto geografico. Per andare da Cortona a Città di Castello ci vuole una giornata a piedi se siete allenatissimi. Morra è proprio a metà strada: la sosta ideale. Puoi lasciare lì al lavoro i tuoi discepoli e fermarti all’andata ed al ritorno a controllare le cose.

Lasciatemi buttar lì anche un’altra informazione. Da Monte Santa Maria, feudo dei marchesi Bourbon Del Monte, a Morra ci vogliono quattro ore scarse, anche se non siete allenati. Francesco Bourbon Del Monte, cardinale di Santa Romana Chiesa, fu il grande mecenate di Caravaggio il quale si ritiene sia stato ospite del cardinale nel suo feudo.

Il perché vi dico questo lo scopriremo tra un po’….

Luca Signorelli: gli affreschi dell’Oratorio di San Crescentino a Morra

L’oratorio si compone di un’unica navata. L’impianto decorativo dell’oratorio vede sulla parete di sinistra l’incredulità di San Tommaso, l’Ingresso a Gerusalemme, l’Orazione nell’orto, l’Ultima Cena e la Flagellazione. Su questo lato la cappellina custodisce una Madonna della Misericordia.

La parete di destra ospita la Crocifissione, la Deposizione dalla Croce, la Discesa nel limbo, la Deposizione nel sepolcro e la Resurrezione. La cappellina custodisce una Madonna di Loreto, luogo nel quale il Signorelli aveva peraltro lavorato. Sul lato corto, a costituire l’altare dell’oratorio, la cappella con l’affresco nella lunetta di Cristo tra due angeli e, al di sotto, la Maddalena e Sant’Antonio.

Anche l’oratorio quattrocentesco oggi sacrestia, conserva un ciclo di affreschi assolutamente gradevoli. San Crescentino che uccide il Drago, un’Annunciazione ed una Madonna della Misericordia.

Di alcuni affreschi dell’Oratorio di San Crescentino a Morra ha scritto nel 1919 addirittura Adolfo Venturi (1856-1941), il fondatore della moderna storia dell’arte italiana. La sua prosa è memorabile e dunque mi perdonerete le citazioni del suo testo.

La Flagellazione di Morra: da Piero della Francesca a Caravaggio

Non menerò il can per l’aia. Quando ho visto la Flagellazione di Luca Signorelli nell’Oratorio di San Crescentino a Morra ho capito che su quella parete c’è un passaggio importante nel modo di rappresentare un tema caro all’arte italiana del Rinascimento e oltre.

Perché c’è poco da dire. Luca Signorelli certamente ha in mente la celeberrima Flagellazione dipinta dal suo maestro Piero della Francesca cinquant’anni prima (verso il 1450). Ma è un modello che ha già superato con la sua Flagellazione (oggi a Brera) realizzata intorno al 1475. Piero dipinge un capolavoro assoluto per la sua epoca. Una pietra miliare. Ma Luca Signorelli, venticinque anni dopo, è su un registro totalmente diverso: è nel mezzo di un Rinascimento ormai maturo e inarrestabile.

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Luca Signorelli – Flagellazione

Di Piero c’è la prospettiva con il formidabile pavimento. C’è l’impianto scenico del Cristo alla colonna: Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. Le geometrie affascinanti. E come in Piero anche in Luca Pilato è spettatore del martirio. Ma ci fermiamo qui: perché tanta ieratica compostezza c’è in Piero, tanto impetuoso dinamismo c’è in Luca. Qui c’è il Signorelli dei capolavori, di San Brizio.

Lo stendardo da processione di Brera di cui stiamo parlando (la foto è nella galleria) ci dona però una rappresentazione molto diversa da Morra. Nella Flagellazione di Brera c’è sfarzo, colore, desiderio di mostrare al mondo la propria squisita tecnica (guardate i bassorilievi della parete di fondo). La propria capacità impeccabile di dare il colore.

Muscoli turgidi d’ira e di lotta, modernamente costrutti

Passano trent’anni e arriviamo a Morra. Complice forse la tecnica dell’affresco che necessità esecuzione veloce, complice forse la necessità di andare e venire con altri luoghi. O forse complice nulla, Signorelli fa una scelta di maggior essenzialità. Ormai dopo San Brizio è un maestro dell’anatomia e sulla parete di Morra realizza un’opera che è avanti nel tempo rispetto ai modelli primigeni.

Si porta però appresso la danza dei carnefici. Soprattutto quello di destra intento a legare Cristo sembra un satiro tratto da un’immagine dell’arte classica (in quei frangenti di gran moda). L’osservazione non è mia, l’ho letta ma non ricordo dove… comunque concordo.

Un’ultima notazione. Guardate la colonna che a seconda dell’opera cambia altezza. Quella usata per Morra è bassa. E’ assai poco scenica ma richiama direttamente la colonna conservata a Santa Prassede a Roma che si vuole sia proprio quella sulla quale Gesù subì la flagellazione.

Ma torniamo a noi. Dice splendidamente Adolfo Venturi: “Nella chiesa di San Crescentino, a Morra, accanto alla monumentale Crocefissione, montagna di popolo entro cui affondano le grevi aste delle croci, siepe ferrigna che termina difesa da acuminate punte di alabarda … (vi è) ..la Flagellazione, studio di nudi dai formidabili muscoli turgidi d’ira e di lotta, modernamente costrutti..”

Potremmo passare ore a scrivere della scena e dei suoi personaggi. Credo però che ognuno possa ragionarci da se guardando l’opera. Adesso mi preme più analizzare le possibili contaminazioni (con termine contemporaneo).

Luca Signorelli crea questo affresco intorno al 1510. L’Oratorio di San Crescentino come lo vediamo oggi viene edificato nel 1507, Signorelli muore nel 1523: sulla datazione non c’è molto da discutere.

Sebastiano del Piombo e Caravaggio

Qualche anno dopo, ma poco dopo, intorno al 1515, Sebastiano Luciani, più conosciuto come Sebastiano del Piombo, dipinge a San Pietro in Montorio la sua splendida Flagellazione (consigliato anche dall’amico Michelangelo, l’altro grande esperto di anatomia di quegli anni). Potete approfondire l’opera leggendo Sebastiano del Piombo: Flagellazione San Pietro in Montorio

Caravaggio dipinge due memorabili Flagellazioni. La Flagellazione di Rouen e il Cristo alla Colonna di Capodimonte. Siamo però cento anni dopo. Caravaggio conosceva certamente la Flagellazione di Sebastiano del Piombo. Da Palazzo Madama dove risiedeva ospite del cardinal Del Monte, o comunque da quei paraggi, andar su al Gianicolo è una piacevole passeggiata nel sole tiepido della primavera.

Ma avrà visto anche la Flagellazione di Morra? Siamo a quattro ore dal palazzo marchionale del suo grande protettore a Monte Santa Maria…

C’è un altro particolare che mi intriga e mi insospettisce. Seguitemi ancora un attimo.

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Luca Signorelli – Crocifissione

La Crocifissione di Luca Signorelli a Morra

Affresco suntuoso, piacque evidentemente anche a Venturi che al Signorelli dedicò una monografia. Se la Flagellazione guarda al futuro, la Crocifissione si perde nel passato più bello. Rimanda a Paolo Uccello. Offre inoltre un affascinante ventaglio di visi signorelliani.

A sinistra della croce, ritratto con una chioma bionda riccia e ribelle, c’è San Giovanni Evangelista. Guardate le sue mani incrocicchiate e pensate alla Presa nell’Orto di Caravaggio e alle mani di Cristo…. La posa delle mani è la medesima nel San Giovanni del Signorelli e nel Cristo del Signorelli. Una posa molto difficile da dipingere tant’è che non se ne vedono poi molte in giro…

Ovviamente siamo nel campo della supposizione, dell’immaginazione. Ma forse non siamo lontani dal vero. Probabilmente non sapremo mai con certezza se Caravaggio si fermò a Morra per ammirare il grande Signorelli ma nulla impedisce che ciò sia accaduto.

La cappelletta del Cristo Redentore

Nel lato corto dell’oratorio, utilizzata come altare, troviamo la nicchia o cappelletta dedicata al Redentore. Cristo è raffigurato nella lunetta tra due angeli mentre al di sotto troviamo la Maddalena che reca il vaso degli unguenti e Sant’Antonio Abate appoggiato al bastone. E’ coperto di macchie rosse che alludono al suo ruolo di protettore dei malati del fuoco di Sant’Antonio.

Gli angeli sono particolarmente belli. Lasciatemi anche qui citare Venturi:

Cristo benedicente ha negli occhi, nella stanca curva della testa, la stessa cupa tristezza che piegava il volto della Vergine della Misericordia (nella nicchia della parete sinistra, ndr)… il lento gesto della mano destra, che accosta le dita a benedire la folla, rispecchia nella sua stanchezza l’opprimente malinconia dello sguardo velato e profondo; solo le dita reggenti il volume vibrano del nervoso tocco musicale tipico alle figure signorelliane..

due angeli arrestano il volo delle grandi ali sospinte e piegan le ginocchia nel vuoto; immobili, tra le spume delle vesti che il vento arrovella in barocche criniere, essi conservano, nello slancio frenato delle sottili aduste figure, la nervosa vita delle forme signorelliane. Bronzei, disseccati gli energici profili dei volti tesi sul collo scarno dai tendini come corde vibranti, cupo lo sguardo che riflette lo sguardo oppresso di Cristo”.

I due angeli vanno raffrontati con quelli della chiesa di San Francesco a Citerna, anch’essa in zona. Visibilmente stessa idea e, in una certa misura, stessa mano. Questo ci conforta del fatto che a Citerna gli angeli siano opera, almeno in parte, di Signorelli ed il resto dell’affresco di bottega. Leggete in proposito Citerna: gli angeli di Luca Signorelli.

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Luca Signorelli – Madonna della Misericordia

Le Madonne delle nicchie laterali

Le due nicchie laterali sono dedicate quella di sinistra alla Madonna della Misericordia, quella a destra alla Madonna di Loreto. La prima guarda a Piero della Francesca di cui Luca Signorelli fu allievo. Adolfo Venturi scrivi in proposito parole memorabili che vi invito a leggere direttamente nel suo scritto a cui trovate il link.

I due angeli sono probabilmente il momento migliore di questo affresco. Il viso della Vergine e dell’angelo di sinistra, piegati ambedue nel medesimo verso, rivelano una mano importante. Non da meno, però, il viso del confratello a destra nel centro del gruppo. Ha la forza e la virilità dei forti visi signorelliani.

La nicchia dedicata alla Madonna di Loreto è completamente diversa. Nel solco di una tradizione antica, di un modello ripetuto nei secoli, la Madonna della Misericordia. Ammiccante al gotico la Madonna di Loreto. C’è alquanto bottega in questa nicchia. Mi convincono poco le braccia degli angeli in primo piano ed i due in secondo piano in generale scolastici.

Ma provate a tagliare orizzontalmente l’affresco: ovvero guardate l’immagine qui sotto. Improvvisamente, nel viso della Vergine e dell’angelo di sinistra (guardando) viene fuori la mano del maestro. Viaggiando tra Cortona e l’Umbria il suo pennello si è posato sull’intonaco.

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Luca Signorelli – Madonna di Loreto

L’oratorio quattrocentesco

Come e sempre stato e sempre sarà, i mezzi economici del committente determinano chi sia il maestro prescelto. Evidentemente, i confratelli di San Crescentino nel ‘400 non potevano ambire ad uno dei grandi nomi dell’epoca ma l’artista da loro individuato era tutt’altro che alle prime armi.

Gli affreschi custoditi in quella che oggi è la sacrestia sono veramente godibilissimi. San Crescentino che uccide il Drago è di grande nitore. Nell’Annunciazione la Vergine non è affatto scontata e la Madonna della Misericordia, un tema molto presente in qualsiasi repertorio sacro del ‘400, certo non originale ma eseguita a regola d’arte.

Insomma, per più d’un motivo l’Oratorio di San Crescentino a Morra val bene il viaggio….

Morra – San Crescentino uccide il drago

Signorelli: gli affreschi di San Crescentino a Morra: Approfondimenti

Per approfondire le opere di Luca Signorelli in Umbria, potete leggere:

Sempre su ArtePiù parliamo anche del grande ciclo di affreschi dedicati a San Benedetto nell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore

Infine potete leggere la biografia del maestro nelle Vite del Vasari.

Luca Signorelli – la Flagellazione di Brera

Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ stato membro dell'esecutivo di ANISAP Lazio e consigliere d’amministrazione di reti e raggruppamenti d’imprese. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.

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